Dopo il Conclave
Un Papa “umbro”
Papa Leone XIV, come i suoi immediati predecessori, è molto legato all'Umbria: il segno di una linea di continuità significativa...
Che l’Umbria abbia radici profondissime nella storia più feconda della spiritualità cristiana è una realtà conclamata. Questa storia rivive nel presente e anche la scelta del nome da parte del neo eletto Papa evidenza quanto la regione sia un luogo di grande ispirazione anche per le figure più alte del cattolicesimo.
Il nuovo Pontefice, Robert Francis Prevost, si chiamerà Leone XIV che evoca Leone XIII, l’autore della Rerum Novarum, il fondamento della dottrina sociale della Chiesa. Questo grande Papa fu vescovo di Perugia per ben 31 anni. In quel periodo – dal 1847 al 1878 – si verificò una vera e propria rivoluzione: finì lo stato pontificio, e i beni ecclesiastici vennero espropriati dal Regno d’Italia. Si verificò insomma il compimento del Risorgimento con l’unificazione dell’intero paese, e Roma ne divenne la capitale. Leone XIII, eletto alla cattedra di Pietro nel 1978, visse questo gigantesco cambiamento a Perugia, una città papale che aveva ricoperto un ruolo importante sotto il dominio pontificio: basti dire che qui si erano svolti ben cinque conclavi. Non è privo di rilevanza simbolica che Prevost si sia voluto chiamare Leone come colui che fu il primo Papa a non esercitare il potere temporale della Chiesa.
Ma quel nome non rimanda solo al lungo governo della Curia perugina da parte dell’autore della Rerum Novarum, ma anche al miglior amico di San Francesco, quello che gli rimase sempre fedele anche nei momenti più difficili e che si chiamava appunto Leone. Il nuovo pontefice poi ha già visitato per ben tre volte l’Umbria da cardinale: è venuto a Cascia per Santa Rita di cui è devotissimo come la larga maggioranza dei cattolici latinoamericani, a Foligno e a Montefalco per ricordare nel settimo centenario l’agostiniana Chiara da Montefalco.
Un nuovo Papa dunque con nuovi legami con l’Umbria. Del resto gli ultimi due si sono chiamati uno Benedetto, come il santo fondatore dell’ordine che ha salvato e trasmesso la cultura occidentale, nonché bonificato l’Europa intera. E l’altro Francesco, come il Poverello di Assisi che col suo messaggio di pace, di amore verso gli umili e verso la natura è il santo che affascina anche i giovani del Terzo Millennio.
Giovanni Paolo II non scelse un nome che lo legava all’Umbria, ma elesse Assisi come patria dell’incontro fra fedi diverse promuovendo in quella città straordinari appuntamenti di dialogo interreligioso.
La vicinanza di Leone XIV a Perugia viene evocata dall’arcivescovo Ivan Maffeis che fa esplicito riferimento nella sua dichiarazione all’autore della Rerum Novarum. E poi dal vescovo di Spoleto e Norcia Renato Boccardo. Viene sottolineata dall’ex Presidente della Regione Donatella Tesei che ebbe l’occasione di pranzare con il cardinale Prevost quando venne a Cascia per celebrare Santa Rita. Anche il sindaco della città e gli agostiniani che lì operano hanno manifestato la loro gioia e il loro ricordo di quel memorabile incontro del 22 maggio del 2024.


