Erminia Pellecchia
Dal 6 luglio in Costiera

Ravello delle meraviglie

Lucio Gregoretti presenta il nuovo Ravello Festival: «In questo tempo di conflitti è importante ricordare che i grandi risultati della storia, artistici e scientifici, sono spesso nati dall’unione di differenze»

Si va dall’Accademia nazionale di Santa Cecilia alla Filarmonica della Scala, passando per la Dresdner Philharmonie e la Royal Philharmonic Orchestra. Con loro, solisti e bacchette del calibro di Daniel Harding, Yuja Wang, Myung-Whun Chung, Stefano Bollani, Kent Nagano e Michael Spyres, pop star come Bollani e Galliano, giovani in ascesa, collaborazioni con le istituzioni musicali campane, omaggi a leggende del jazz del calibro di Ella Fitzgerald e Oscar Peterson e, come da tradizione, il tributo a Richard Wagner, nel cui segno il Festival di Ravello è nato. Grazie – era l’estate del 1953, occasione il settantesimo anniversario della morte del compositore tedesco – alla felice intuizione di Girolamo Bottiglieri e Paolo Caruso, di dare vita a villa Rufolo, il «magico giardino di Klingsor» che avrebbe ispirato il secondo atto del Parsifal, a una rassegna che unisse musica e natura. Una sfida vinta da subito, malgrado le polemiche dei musicofili contrari ai concerti all’aperto. Ed eccoci ancora qui.

Il panorama più bello del mondo farà da sfondo anche a questa 73a edizione, in agenda dal 6 luglio al 25 agosto, che – sottolinea il direttore artistico Lucio Gregoretti (nella foto) – vede il ritorno sul palcoscenico sospeso sul mare di grandi compagini orchestrali italiane e straniere, direttori e solisti tra i più prestigiosi della scena internazionale, in un’armonica miscela che combina Wagner e altri classici, repertorio barocco, colonne sonore e jazz. «Un programma pensato come un grande paesaggio musicale in cui convivono epoche, stili e sensibilità diverse, nel segno dell’ascolto, della qualità e dell’incontro tra culture – dice -. Mai come in questo momento, in cui il mondo è lacerato da conflitti, violenza e sopraffazione, è importante ricordare che i grandi risultati della storia, artistici e scientifici, sono spesso nati dall’unione di differenze. Il Ravello Festival vuole essere un piccolo contributo alla convivenza armoniosa delle diversità, attraverso la forza della musica». Il compositore romano, classe 1961, figlio di Ugo Gregoretti, indimenticabile direttore di Benevento Teatro, ha poi annunciato una serie di iniziative complementari «in modo che il pubblico, anche quello straniero, complici le traduzioni in simultanea, possa assistere più consapevolmente e quindi godere di più della musica». Ci saranno, quindi, prima dei concerti, incontri introduttivi nei più celebri alberghi di Ravello – Caruso, Palazzo Avino e Rufolo – con giornalisti, critici, interpreti , tra cui Alberto Mattioli, Josephine Lee, Andrea Estero, Marcello Filotei, Gregorio Moppi, Stefano Valanzuolo, Carla Moreni, Roberta Pedrotti, Nicola Cattò.

Tra le novità, la nuova grafica comunicativa, che, che riproduce la grana della carta dei limoni di Amalfi, dichiarando subito la volontà del Ravello Festival di confermarsi espressione del territorio.

Quindici gli appuntamenti, organizzati dalla Fondazione Ravello, presieduta da Alessio Vlad, con la direzione generale di Maurizio Pietrantonio ed il sostegno della Regione Campania che ha stanziato per l’edizione 2025 un milione e mezzo di euro, immaginando, l’idea è del governatore Vincenzo De Luca, «un grande circuito musicale di valore mondiale che unisca Festival di Ravello e San Pietro a Maiella.

Tante le date esclusive, a cominciare dall’apertura il 6 luglio, ore 20, con, in esclusiva per l’Italia, Le Cercle de l’Harmonie guidata da Jérémie Rhorer. L’orchestra, che usa strumenti d’epoca per restituire al repertorio classico e romantico le sue più autentiche sonorità, proporrà Wagner con il preludio da Parsifal e l’ouverture da Tannhäuser ed Hector Berlioz con la Symphonie fantastique. L’11 luglio, ore 20, ritorna sul Belvedere di villa Rufolo l’amato coro statunitense di voci bianche, le Uniting Voices Chicago, dirette da Josephine Lee, punta di diamante di un’organizzazione musicale no-profit che dal 1956 promuove l’inclusione e la formazione giovanile attraverso lo studio della musica e la pratica corale. L’indomani, alle 20, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con il suo nuovo direttore musicale Daniel Harding, esegue Blumine di Gustav Mahler, la Seconda Sinfonia di Johannes Brahms e Wagner con il Preludio e morte di Isotta da Tristan und Isolde.

Il 13, invece, alle 21, arriva in esclusiva italiana la Mahler Chamber Orchestra con una
superstar del pianismo come Yuja Wang che sarà impegnata anche come direttrice del celebre ensemble. Weekend nel segno del repertorio classico- romantico il 19 luglio, ore 20, con la Filarmonica della Scala diretta da Myung-Whun Chung (solista il pianista giapponese Mao Fujita), che eseguirà il Quarto Concerto per pianoforte di Beethoven mentre il 20 piano solo di Filippo Gorini; in scaletta musiche di György Kurtág, Robert Schumann e Franz Schubert.

Interamente wagneriano (25 luglio, ore 20) il progetto della SWR Symphonieorchester di Stoccarda diretta da Robert Treviño, che eseguirà Der Ring ohne Worte, la nota versione della Tetralogia “montata” senza i testi cantati nel 1987 da Lorin Maazel. Il 31 luglio si apre il trittico di appuntamenti tra jazz e altre musiche di oggi (tutti alle 21.30) con il concerto di tre pianisti celebri come Stefano Bollani, Dado Moroni e Danilo Rea, dedicato a Oscar Peterson nel centenario della nascita; il primo agosto l’omaggio va ad Ella Fitzgerald, pensato dalla cantante Roberta Gambarini con il trombettista Giovanni Amato e la Salerno Jazz Orchestra; il 2 si chiude con Richard Galliano ed il suo bandoneón nel segno di Astor Piazzolla.

Il 3 agosto, alle 20, tocca all’Orchestra Filarmonica di Benevento con due artisti under 30 che si stanno imponendo all’attenzione internazionale: Diego Ceretta, direttore musicale
dell’Orchestra Regionale Toscana, e il violoncellista Ettore Pagano, vincitore del Premio Abbiati 2025.

Ed ecco la gemma del Ravello Fest, l’attesissimo Concerto dell’Alba (11 agosto, ore 5.15), protagonista l’Orchestra Filarmonica Giuseppe Verdi di Salerno, diretta da Giuseppe
Mengoli, che, nella magia del sorgere del sole eseguirà l’ouverture dall’Olandese volante di Wagner, la Suite n. 1 delle musiche di scena per Peer Gynt di Edvard Grieg e la Quarta Sinfonia di Pëtr Il’ič Čajkovskij.

Ci avviamo al finale della storica kermesse con una parata di stelle: il 22 agosto, in esclusiva italiana, suonerà la Dresdner Philharmonie diretta da Kent Nagano e la presenza del mezzosoprano Annika Schlicht per i Wesendonck-Lieder di Wagner; l’indomani sarà la volta di una star dell’opera, il tenore statunitense Michael Spyres, celebre per le sue performance dal barocco al bel canto che, insieme all’ensemble Il Pomo d’Oro, diretto dal clavicembalista Francesco Corti, proporrà pagine dal repertorio barocco di Händel, Vivaldi, Galuppi, Latilla, Rameau, Porpora, Sarro, Sammartini, Hasse, Mazzoni.

Cala il sipario il 25 agosto con la Royal Philharmonic Orchestra diretta da Vasily Petrenko; in scaletta eseguirà colonne sonore celebri di Erich Wolfgang Korngold e John Williams (da The Sea Hawk a Star Wars), chiudendo con Shahrazād di Nikolai Rimsky-Korsakov.

Ma già si pensa al futuro: il presidente Vlad anticipa la collaborazione con quello che forse è uno dei più grandi artisti contemporanei, cioè Anselm Kiefer «per dare vita a un intervento culturale che vada oltre il festival» e annuncia che l’inaugurazione dell’edizione 2026 ci sarà con L’Orfeo di Monteverdi nella trascrizione di Luciano Berio, «un lavoro – avverte – che necessita di molti mesi di preparazione e che coinvolgerà il compositore Luca Francesconi, il regista Manuel Renga e molte forze musicali del
territorio».

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