Nadia Tarantini
A proposito di "Conversazione in Milano"

Visioni in poesia

Antonella Doria ha raccolto versi e considerazioni e visioni raccolte sulla rivista “Il Segnale” in seguito a vari cicli di incontri avvenuti fra il 2003 e il 2016

Acqua, pensavi di dormire/ nel nido della terra/ ma così non fu/ torrida estate/ sei spessa, solida, liquida/ sei viva, ma non lasciarmi/ non so vivere senza di te.

Si conclude con alcuni versi di Màrcia Theòphilo, il viaggio di Antonella Doria nella Poesia (anche in forma di prosa, pittura, fotografia, performance e saggio), insieme a otto contemporanei/e: Jolanda Insana, Emilio Isgrò, Vincenzo Consolo, Giancarlo Buzzi, Giulia Niccolai, Luigi Ballerini, Arturo Schwarz e Màrcia Theòphilo. Viaggio da lei intrapreso sulla rivista Il Segnale, con incontri avvenuti fra il 2003 e il 2016 – ora raccolti in un volume pubblicato nel 2024 dalla casa editrice puntoecapo (Conversazione in Milano, con la prefazione di Francesco Muzzioli).

Poete, poeti, scrittori, cinque uomini e tre donne, diversi fra loro, differenti nelle vocazioni, stili, scritture, esperienze. Comuni nei percorsi che Antonella Doria traccia nei dialoghi con loro, e nel taglio di quelle che – come dichiarato già dal titolo, ispirato a Conversazioni in Sicilia di Elio Vittorini – non vogliono essere interviste, ma scambi alla pari: «quella sfumatura dialogica (il titolo, ndr) vuol significare che non siamo di fronte a semplici interviste […] Antonella Doria discute alla pari con gli autori e pour cause, essendo a sua volta un’autrice di rilievo. […]. Perché qui, attenzione, è in questione la poesia» (Francesco Muzzioli nella prefazione).

L’interesse dell’autrice parte dal profilo dei/delle dialoganti con lei, prosegue indagando a fondo le motivazioni della scrittura, il contesto, le relazioni e principalmente ogni anfratto della lingua utilizzata. Indaga la posizione e l’opinione di ogni singola voce sui movimenti poetici del Novecento, quelli che hanno attraversato o le hanno ispirate: l’Avanguardia, lo Sperimentalismo, il Surrealismo, la poesia concettuale.

E quelle voci, più o meno lontane nel tempo, ci parlano dell’oggi. La Poesia è visionaria, e premonitrice, quel tempo di venti, dieci anni fa contiene tutte le inquietudini che ci travagliano. Jolanda Insana (2003): «noi viviamo la banalità più sconvolgente del Male e l’egoismo e l’egocentrismo la stupidità l’omologazione la superficialità». Vincenzo Consolo (2011): «Non c’è più l’Ànghelos (messaggero del Coro greco, ndr) oggi [… ] Lo scrittore oggi fa parte del coro, quello che commenta la tragedia in atto e la esprime in senso poetico. Non c’è più il messaggero che arriva sulla scena. [… ] L’editoria oggi è market, si pubblica di tutto… »

Una rivisitazione, scrive Francesco Muzzioli, essenziale per capire il degrado che vivono ai tempi nostri poesia e letteratura: «Del degrado fa parte costitutiva proprio l’ignoranza del passato prossimo […]  Come mai è stata rimossa la stagione dell’avanguardia e dello sperimentalismo?». Antonella Doria e i suoi dialoganti ripercorrono quella stagione, con divagazioni su Dante, Ariosto, Shakespeare, Jacopo da Lentini, Apollinaire, Breton, Picasso, Gertrude Stein…Joyce, Faulkner, Hannah Arendt e Maria Zambrano.

La Poesia avrebbe potuto salvarci, ci salverà? Jolanda Insana: «se al ribasso è la fede e la speranza, la poesia è corruttibile come tutte le cose [… ] il rischio è che i poeti diventino poi narcisi e il narcisismo diventi quella cosa sfrenata e omologata e i poeti si adeguino al livello basso [… ] ». Luigi Ballerini (2013) cita Giulio Ferroni: «Giulio Ferroni su Il Piccolo Hans (n. 25) espone una preoccupazione per l’effetto illusorio che ha la circolazione di massa della poesia nella cultura di oggi, “Esibendo una falsa immagine scenica della propria immediatezza, la poesia si fa complice del rumore, diventa narcisistica e inautentica” [… ] ».

Fiduciosa fermezza esprime nel 2016 Arturo Schwarz, sul valore della Poesia in ogni epoca – è il Surrealismo (dice), che non è mai morto, a continuare a darle vita e importanza nella società. E non è follia, non voleva dire questo André Breton: «Follia, nel senso francese, nel senso di audacia  […]     non credo che il Surrealismo sia decaduto, fa parte dell’uomo. A me pare che lo spirito del Surrealismo sia innato nell’uomo, non può morire, come non può morire la speranza per un mondo migliore».

Nelle Conversazioni, attraverso le domande/interventi di Antonella Doria, tra i due soggetti in gioco emerge il profilo comune del Poeta, lo scrittore motivato. Colui (colei) che prima di tutto si chiede: cosa sto cercando? E non pretende di sapere dove arriverà, perché se è intellettualmente onesto non lo può sapere.

Narcisismo si oppone a Ricerca – prima di tutto linguistica; e di pensiero, che nella lingua cerca la sua espressione. «Questa parola poetica è materica corporale arcaica è un corpo-parola che “rampolla” attraverso stretti passaggi seguendo il filo corpo-anima-scrittura» (Jolanda Insana); Vincenzo Consolo: «bisognava cercare di riportare sulla scrittura e nella scrittura queste parole profonde, parlo per tutte le civilizzazioni […] in Sicilia, dai greci ai latini agli arabi agli spagnoli».

Carne e spirito dialogano nella Poesia: «fare convivere il massimo di astrattismo con il massimo di matericità  […] credo nell’inscindibilità dello spirito e della carne» (Luigi Ballerini). Superare ogni apparenza, Giulia Niccolai: «tramite i giochi di parole, l’umorismo e le poesie plurilinguistiche  […] le poesie visive o le fotografie concettuali  […] il mio intento era il prendere coscienza  […] che molte frasi che udiamo o molte immagini che vediamo non sono ciò che pensiamo di aver udito o visto».

Alla fine di tutto, e sempre, c’è dunque la consapevolezza della lingua: «La poesia si regge su una consapevolezza linguistica senza la quale diventa una miserabile confessione» (Luigi Ballerini). Ed è, chiede dice Antonella Doria a Ballerini: «dubitare sempre, ribaltare sempre, spostare sempre il senso da un segno a un altro segno?». La risposta: «Sono con Valéry, penso che abbia detto la cosa giusta: “Il primo verso lo manda Dio”. Dopo cominciano i problemi: bisogna costruire tradendo».


La fotografia accanto al titolo è di Deborah Raimo.

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