Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Antico ma moderno

Proust lo definì «poeta di second’ordine». Un giudizio che a Roberto Mussapi sembra un elogio. Tanto da suggerirci di rileggere Alfred de Musset, autore popolare che visse la crisi del suo tempo anticipando il simbolismo

Poeta romantico francese, Alfred de Musset anticipa il simbolismo, ed è un merito, in Francia: il Romanticismo nasce nel 1700, i suoi grandi, inglesi e tedeschi, scrivono i capolavori tra la fine di quel secolo e i primi due decenni del successivo. Un poeta che nasce nel 1810, come de Musset, se sarà romantico, sarà banalmente un post romantico, come quasi i tutti i francesi suoi coetanei. Come in altre nazioni, in Russia, in Spagna. Pseudoromanticismo spargilacrime, non conoscenza per ardore del mondo, come accade da Coleridge a Shelley. De Musset vive la crisi di un tempo nuovo, ha una sensibilità affine a quella del grande Baudelaire. 
Ha perso tutto, forza, amicizia, orgoglio: è già un premoderno. Ma sa che esiste l’Eterno: antico, quindi, nella sua modernità.
Autore amato e popolare, fu definito da Proust «un poeta di second’ordine». E tale condanna proustiana è un punto a suo favore, un elogio.
Andrebbe riletto interamente. Magari tradotto in modo esemplare come in questa poesia: Mario Roffi, francesista insigne, morto alla fine del Novecento. Lo ringrazio. Uomini come lui nutrono e tramandano la poesia

Tristezza

Ho perduto la forza e la vita,
e gli amici, e l’allegria;
ho perduto persino l’orgoglio
che mi faceva credere al mio genio.

Quando conobbi il Vero
credetti che fosse un amico;
quando l’ebbi compreso e sentito
ne ero già disgustato.

Eterno è tuttavia,
e quelli che laggiù ne han fatto a meno,
hanno tutto ignorato.

Alfred de Musset

Traduzione di Mario Roffi

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