Paola Benadusi Marzocca
Viaggio nella vita dello scrittore danese

Il principe Andersen

Anche l’esistenza dell’autore della “Sirenetta” e di molte altre celebri fiabe sembra una delle sue storie. Nato povero, conquistò la gloria. Anche per una dote speciale: saper percepire il ritorno delle rondini e delle cicogne e ascoltare il muto messaggio dei fiori

Non è un caso che la grande letteratura per ragazzi abbia le sue radici nel Nord Europa. Nella solitudine e nel silenzio dei boschi, nello scintillio delle acque gelate dei laghi, nelle atmosfere brumose sotto cieli percorsi da nuvole grigie, è più facile lasciarsi trascinare da fantasie ai confini del sogno. Heinz Janich e Maja Kastelic, autori di Un viaggio nella vita di Hans Christian Andersen (ed. Arka, 16 euro), ci portano nel mondo del «principe degli scrittori per l’infanzia», l’uomo delle novelle che sapeva ascoltare le rondini e le cicogne che ritornano in Danimarca ogni estate e il muto messaggio dei fiori. Attraverso immagini di notevole suggestione tra evocativi disegni propri del genere grafic novel, sempre più presente nei libri per ragazzi, e illustrazioni incalzanti di immediato impatto visivo, tratteggiate con colori tenui ed evanescenti come dentro a una fiaba da costruire, la vita stessa di Andersen assume i tratti della fiaba. E in questo periodo difficile, grandi e bambini hanno bisogno di lasciarsi trascinare nei panorami incantati delle narrazioni fantastiche per evadere, per dimenticare, per riprendere il contatto ora un po’ sfocato con la vita. Perché come ha scritto Hans Christian Andersen: «La vita stessa è la più meravigliosa delle favole».

Hans Christian Andersen nacque il 2 aprile 1805 nell’isola di Fionia a Odense, un paesino di pescatori sulle rive delle onde grigie del Baltico. Era figlio di un calzolaio e molto legato a sua madre che gli recitava vecchie filastrocche danesi che non dimenticherà mai, gli resteranno impresse come lo spirito indomito della sua terra. Si trasferì a Copenaghen a quattordici anni per fare il sarto. Ma voleva in realtà diventare attore, ballerino ed ebbe la fortuna di trovare lungo il suo cammino ricchi protettori che lo presero in simpatia indovinando il suo genio che neppure lui sapeva di possedere. Fisicamente era un po’ allampanato, altissimo, con un grande naso, ma aveva carisma e dai suoi occhi sprizzava intelligenza e capacità di comprendere. Riuscì così a frequentare l’Università, sgraziato giovane cigno in mezzo a minuti e graziosi anatroccoli. Riuscì anche a viaggiare per la generosità dei suoi amici e a farsi un’idea del mondo. Cominciò presto a scrivere, prima saggi, racconti, opere teatrali, poesie poi meravigliose fiabe. Pagina dopo pagina le immagini del libro fanno intravedere come in un film la sua vita, dall’infanzia difficile per le misere condizioni della sua famiglia alla gloria. «Proprio come nelle fiabe un bambino povero era partito, con la sua intelligenza e il suo buon cuore come uniche risorse… e, alla fine, aveva conquistato un regno».

Grazie a lui gli innumerevoli spettacoli della natura si trasformano in scene magiche, in quadri incantati che non appartengono solo ai bambini ma anche a quegli adulti che non hanno perso la voglia di leggere fiabe. La storia di una bambina grande come un mignolo, Mignolina: chi non si è sentito da bambino spesso minuscolo e indifeso come Mignolina? E chi non avrebbe voluto volare verso sud sul dorso di una rondine? Indimenticabile La principessa del pisello, la sua vulnerabile sensibilità era la stessa del suo autore e di tanti altri.

Andersen sa bene che c’è grande sofferenza nel mondo e la vita degli animali spesso non è più felice della nostra. E c’è anche tanta stupidità: basti ricordare I vestiti nuovi dell’imperatore che gli sciocchi ammirano mentre passa altezzoso tutto nudo. Capita a volte di imbattersi in persone dal cuore di ghiaccio, ed ecco apparire la gelida figura de La Regina delle nevi. Possiamo seguire la slitta bianca del piccolo Kay ed essere fortunati se l’amore ci fa ritrovare le parole perdute. Ma non solo tra i ghiacciai esistono palazzi incantati. Nelle profondità marine Andersen ambientò La Sirenetta,trasformando l’ambigua leggenda della voce delle sirene che conduce alla morte in una storia d’amore. La Sirenetta affronterà infatti tutto il dolore possibile per amore del principe, anche se questo significherà la sua fine e la conquista dell’immortalità perché non sarà più dimenticata. 

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