Roberto Mussapi
Every beat of my life

Il mantra dell’amore

Che questi versi di John Keats rivolti all'amata ci aiutino a reagire all’anno orribile appena trascorso. A ripartire, riconoscendoci non solo «feriti e impauriti, ma anche affratellati». Se l’amore vive, fa vivere… «E la morte non avrà dominio»

Reazione a tutti coloro che da tempo parlano solo di virus, di pandemia. Reazione a tutti coloro che vedono morire migliaia di persone, chiudere negozi e attività, spegnersi i teatri che sono la voce del mondo. Reazione a tutti coloro che vivono nel dolore di questa sventura. Io per primo.
Reazione a me stesso, innanzitutto, e a tutti quelli, conosciuti o ignoti, che sono di fatto affratellati a me e a ognuno nella disgrazia del virus. Ma reazione significa, se possibile, che non ci scopriamo solo feriti e impauriti, ma anche affratellati.
Che dobbiamo anche agire, oltre che resistendo, facendo del bene a noi stessi, in modo che il dolore non sia cieco e vincente, in modo che come scrive in un verso divino Dylan Thomas, and death shall have no dominion: «E la morte non avrà dominio».
In questa poesia splendida di John Keats, noi vediamo come tutto il tempo, e la marea, e il mondo, siano dettati dall’amore.
Morì giovanissimo, Keats, ma più che in tempo per compiere la sua vita fino in fondo, dandoci poesia immortale. 
E scrivendo che il tempo cronologico della vita e del mondo, a cui siamo giustamente aggrappati, non sono tutto: esiste, supremamente, l’amore, invincibile, eterno: non sta scomodando Dio, ma solo una donna, che ama, sta solo cantando il suo amore, cosa che Dio, io umilmente immagino, trovi bella. 
Anche quando il suo poeta non sarà più che, come volle nella sua epigrafe, un nome scritto sull’acqua. 
L’amore vive e fa vivere: sia un mantra, in questo nuovo anno felice, felice perché è nato.

Cinque anni a bassa marea il mare del tempo

lunghe ore di sabbia invano scorrente,

da quando preso nella tua rete incantante

fui colto al laccio dalla tua mano nuda.

Non riesco a guardare il cielo a mezzanotte

senza che mi lampeggi la luce dei tuoi occhi, 

la tinta delicata della rosa

senza che l’anima voli alla tua guancia,

non posso guardare un fiore che sboccia

che già il mio orecchio è sulle tue labbra,

e udendo un suono d’amore, divora

le tue dolcezze dentro e oltre i sensi. 

Tu eclissi ogni altro piacere solo a pensarti,

tu porti dolorosa gioia d’amore .

John Keats

Traduzione di Roberto Mussapi

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