Loretto Rafanelli
“Da un paese vicino” di Giampiero Neri

Cartoline in versi

“Il mondo di ieri” si impone nella poesia dell’autore lombardo. Le figure, i luoghi, le vicende, i ricordi che ci presenta anche nella nuova raccolta sono poesia stessa. Si anima, prende forma, emoziona, racconta un tempo da conservare nella memoria

È caratterizzata da un passo delicato, quanto la consegna di un semplice dono, la poesia di Giampiero Neri, poeta che non ha bisogno di particolari presentazioni essendo uno dei più apprezzati poeti italiani, felicemente attivo (è del 1927) e ancora pronto a offrire la sua misurata, raffinata scrittura. Lo fa con la nuova raccolta Da un paese vicino (Edizioni Ares), dove ritroviamo i temi abituali del suo dire poetico e i versi divengono, al solito, avvincente lettura, racconto a perdifiato tra i cunicoli della memoria, con i luoghi (Erba, via Mainoni, il Caffè Pasticceria Bosisio, l’Istituto Magistrale Carlo Annoni, ecc.) e le tante persone del suo passato. Personaggi che configurano una galleria straordinaria di volti, con le loro vicende, le loro gioie, le loro miserie e i tanti passaggi di vite normali. È con loro e con quei luoghiche il tutto diviene poesia, perché la stessa storia, gli stessi versi prendono vita, si animano, schizzano ai nostri occhi, suscitando la nostra emozione. 

Neri da sempre non batte vie liriche, o storie mitiche, o grandi scenari, i suoi miti e i suoi scenari sono il cortile vicino, quello delle sue conoscenze, il via vai dei suoi percorsi tra Erba e Milano, con le scuole frequentate e le storie di amici e parenti. La vita insomma che osserva giorno dopo giorno. Come un cortile domestico, per quanto non parli di sé, ma finendo poi per farlo indirettamente attraverso questi quadri. È stato detto che Neri scrive una lombarda Antologia di Spoon River: forse è vero, ma più semplicemente parlerei di un percorso in quel ricordato “mondo di ieri” (come dice Alessandro Rivali, critico e biografo di Neri, nel volume Giampiero Neri, un maestro in ombra), che molto vuole includere delle proprie passate personali conoscenze, delle amicizie, degli affetti e da cui l’autore viene come travolto, per la inevitabile malinconia che in quell’andito si respira, per l’amara visione di un tempo ormai tanto lontano che è solo bruciante e solitario ricordo. 

Ma quelle di Neri sono pur tuttavia figure non consegnate a una croce sul proprio tumulo, bensì figure vive, animate da tanti aneddoti e da scenari che paiono vita. E si rincorrono e parlano e ridono e certo anche muoiono, ma tutto come un bel film in bianco e nero. I personaggi come si è detto sono la stessa poesia, e sono tanti, figure che zigzagano da cima a fondo e sono unite da un filo di gioia e di dolore, da una tenera comprensione e da una grande delicatezza, figure dalla sicura umanità, nobili come a volte il passato può restituire. Il prof. Fumagalli, Barenghi, direttore di banca, il mezzofondista Frigerio morto in guerra, la Lola, tabaccaia, figura felliniana come la famosa Gradisca, la famiglia Maggi, col figlio Pierangelo, compagno di scuola che aveva il «profilo come il prototipo di un perfetto matematico», la Lidia che sposa il fratello del marito morto in guerra, la graziosa ex compagna di classe Molteni, il cugino Sandro, il cugino Ezio Frigerio, l’Airoldi, visionario poeta, che vede la nipote uccisa da balordi. 

Neri ha iniziato a una certa età il suo percorso poetico, lasciando tuttavia libri assai importanti, sempre agganciati al proprio lungo trascorso di vita, tra impieghi grigi (come afferma il cugino Sandro quando lo incontra davanti alla banca dove lavora e gli dice «Ma che faccia da pesce che ti è venuta»; e che lo farà riflettere e forse da lì c’è la spinta per la conversione poetica) e frequentazione di personaggi comuni. Tante vicende abituali e per nulla eroiche (come fu per il fratello Giuseppe con il celebratoVite di uomini non illustri, e chissà se fosse stato proprio il tono minore di Giampiero a influenzare questo libro), poi case, cortili paesani, quelli prevalentemente dell’hinterland milanese e della Milano popolare. Un mondo perduto che lo scavo di Neri riconsegna perfetto e prezioso, come una cartolina inviata da un lontano tempo, che guardiamo con la curiosità e l’affetto che merita un pezzo del nostro passato, qualcosa che ci appartiene molto di più di quello che potremmo pensare. In fondo è la vita dei nostri padri, dei nostri nonni, un tempo talmente vicino che ancora possiamo toccare, attraverso i versi del poeta. 

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