Delia Morea
A proposito di "Condominio Arenella"

Condominio Napoli

L'esordio di Mariavittoria Picone è un romanzo corale su Napoli: quasi un gioco di scatole cinesi dalle quali emerge l'umanità della città. Lontano dagli stereotipi, questo "catalogo dei viventi" rappresenta un mondo vivido e defilato allo stesso tempo

Condominio Arenella (Iod edizioni, pg. 199, 15 euro), romanzo d’esordio della napoletana Mariavittoria Picone, ha una copertina accattivante: un quadro del raffinato pittore americano Edward Hopper, una donna affacciata ad una vetrata, che sembra attendere e osservare. Un quadro famoso di un pittore straordinario, dallo sguardo sommesso e nello stesso tempo molto potente, che in maniera eccellente introduce a questo romanzo di certo non canonico.

Un romanzo diverso, non c’è una trama unica, non c’è un protagonista e/o una protagonista, non ci sono le tre unità di tempo, luogo, azione. Un romanzo atemporale dunque? A mio avviso anche, perché le tante storie raccontate potrebbero ripetersi all’infinito, riavvolgersi con il nastro del tempo senza mai abbandonare il loro posto.

Napoli, quartiere dell’Arenella, un luogo tranquillo sulla collina del Vomero, un condomino non vociante e pittoresco, come si potrebbe immaginare o come lo era in passato, trattandosi di una città notoriamente vivace, ma schivo, quasi anonimo, dove convivono tante persone.

La voce femminile narrante osserva dalla visuale di casa sua gli accadimenti giornalieri, conduce subito attraverso un’atmosfera all’inizio algida che piano piano descrive e mette in luce i componenti del condominio. Dapprima ci sembrano ombre che si muovono in maniera sfumata, per prendere poi corpo con lentezza e raccontarsi. Quasi come in un copione teatrale i personaggi si animano, si presentano al pubblico con i loro nomi, le loro storie, la normalità, la vita.

Ecco un momento importante e da sottolineare in questo romanzo: la narratrice attraverso il racconto in prima persona ma che poi entra nel vivo e si trasferisce direttamente sulle bocche dei vari personaggi, con dei dialoghi vivaci e non banali, vuole raccontare la vita e lo fa egregiamente, entrando nel cuore dei dolori, delle gioie e di quanto, appunto, può accaderci perché viviamo.

Un romanzo corale che dietro una apparente linearità si presenta, invece, come un gioco di scatole cinesi di varia ed emozionante intensità. I personaggi infatti, appena sono sotto i riflettori accesi, quando si entra nel vivo dell’azione, intersecano le storie, assistiamo ad improvvise sorprese, colpi di scena, in una parola intensificano il gioco della vita per poi rientrare all’interno dei loro balconi, delle loro case, di nuovo ombre in attesa di un successivo palcoscenico. Donne e uomini che si raccontano senza pudori ognuno con la propria verità in una atmosfera sospesa, rarefatta.

Mi viene in mente la disperata ragnatela tratteggiata dal regista Robert Altman nel film pluripremiato America Oggi tratto dai racconti dello straordinario Raymond Carver, scrittore e poeta statunitense che ha saputo raccontare il male di vivere dei nostri anni.

Una costruzione all’apparenza semplice, dunque, ma che sottende le problematiche del vivere. I condomini di questo romanzo vivono tutte le sfumature dell’esistenza e lo fanno con la semplicità, la normalità dovuta.

La scrittura, il linguaggio usato da Mariavittoria Picone è accessibile, con ogni tanto incursioni nel napoletano per rendere più vivida l’azione e con citazioni musicali che ci danno la misura dello scandire delle situazioni. La scrittrice sa usare le parole, le plasma a suo piacimento, da voce narrante si trasforma in coralità e, nel contempo, in individualità, il tutto con raffinata semplicità.

Un romanzo che non parla di Napoli nei soliti modi, spesso abusati, ma la racconta attraverso un piccolo spaccato di vita, un mondo a parte forse silente, forse delicato ma di certo suggestivo e che ci mostra come la città in realtà possa avere mille facce e mille modi per essere raccontata.

Bisogna dunque rimarcare che questa prima prova, questo romanzo d’esordio intriga subito, si fa leggere e diventa di buon auspicio per altre prove a cui la scrittrice vorrà dedicarsi.

Condominio Arenella è un romanzo interessante, si distingue per l’originalità dell’idea, per la fluidità della lettura, la ricerca dell’umanità che ci viene mostrata senza orpelli o sovrastrutture. Una limpidezza che c’intriga. Da leggere.

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