Roberto Mussapi
Every beat of my heart, la poesia

Il Bene e il Male

Paolo Iacuzzi è l’autore di un breve poema che prende spunto da una storia familiare e che, intrecciandosi con la storia del Novecento, pone forti interrogativi spirituali. Un’opera originale, sommessamente epica, intensamente lirica

Una storia familiare che si fonde con la storia del Novecento, segregazioni, prigionie, mentre prendono forma le opere di misericordia, tra cui nutrire gli affamati e dissetare gli assetati, in un’opera poetica che traversando cronaca e storia si interroga sulla natura e la presenza del male, con un forte interrogativo spirituale.
Paolo Iacuzzi, poeta significativo già incontrato in questa rubrica, scrive una sorta di breve poema semistorico, a partire dalla figura di un suo antenato letterato. Se si trattasse di un’epopea di famiglia, interesserebbe al massimo l’autore o qualche parente stretto. È invece un’opera in versi originale, in cui il passo poematico, discretamente, sommessamente epico, si fonde con lampeggianti momenti lirici, e improvvisi squarci di calcolata ironia. Storia e arte, eventi quotidiani e sociali, si mescolano in una originale composizione di ispirazione a mio parere poundiana, dove la poesia mescola le carte cercando il segreto di ogni carta, la sua fibra, che muove la mano a scrivere. Come si evince da questi incisivi versi d’inizio.

 

 

Iacuzzi

Vestire gli ignudi
I

Il segreto è nella testa oppure non esiste.

Ma c’è dentro il verde del manto un fondo

di pietra corrosa. Verde come la gamma

dei toni di bosco di prato di albero di foglia.

 

Mentre qualcuno va per ricevere il drappo

azzurro. Un lucido pezzo di cielo cobalto

copre un altro. Mentre ai malati il nastro

bianco cinge la ferita. La benda al vento

 

per chi va o per chi torna nei corpi scolpiti

in magrezza. Anziani e uomini di mezza

altezza si vestono veloci ché il freddo non

 

ghermisca. Insieme scuotono le vesti

in fretta. Mentre passa lui corpo a corpo

giallo e basso a nasconderli crudi. E nudi.

II
Anche le donne di tutto punto sono vestite

di giallo e di blu. Di manto e di lunga veste

parlando fra loro. Un bimbo è proprio nudo

e trascinato a forza contro voglia. Come noi

 

è spinto al rito della vestizione. Anche lui

abbandonato fugge. Donne tanto allegre

e sorelle così pie. I panni lavati e stirati

benedetti dal passaggio. Mentre la pietà

 

s’inginocchia bambina. Bianca nella bella

preghiera che sale con le braccia al petto.

Anziane sorelle scavate nei volti. Ossa

 

sempre a servire. A farsi essenziali e belle

bandiere. La nudità di uomini e la vestità

di donne. Senza contatto e desiderio.

 

Paolo Fabrizio Iacuzzi
(Da Pietra della pazziaIl segreto è nella testa)

***

Fregio CeppoNell’undicesima edizione del “Tempo del Ceppo – 60° Premio Letterario Internazionale Ceppo Pistoia 2016”, Paolo Iacuzzi, presidente e direttore artistico del premio, è oggi protagonista a Pistoia di una giornata dedicata al suo racconto in versi sul Fregio dello Spedale del Ceppo (e non solo) da cui sono tratti i versi proposti oggi in questa rubrica. Alle 17.00, presso la Libreria Spazio di Via dell’Ospizio, si terrà l’evento “Musica – Memoria – Poesia” con la lettura delle poesie eseguita da Iacuzzi, in omaggio alla memoria di Umberto Eco e alla sua “Vertigine della lista”. Subito dopo, si svolgerà alla Galleria d’arte Vannucci (Via della Provvidenza, poco distante dalla libreria), un dibattito sul temaArte – Oblio – Racconto” dedicato all’opera di Iacuzzi “Pietra della pazzia” e alla serie artistica delle “Lotofagie di Luca Caccioni.
Info: www.iltempodelceppo.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Facebooktwitterlinkedin