Simona Negrelli
Visto al teatro Morelli di Cosenza

Amleto in farsa

Il gruppo Punta Corsara porta in tournée il suo Amleto riletto tra comico e drammatico: un esperimento riuscito alle spalle di Shakespeare. E alla fine la vendetta si compie

I ragazzi di Punta Corsara sanno come far divertire. Il loro Hamlet Travestie si fa beffe di un classico della tragedia shakespeariana, strizzando l’occhio al teatro popolare e alla commedia dell’arte. Del resto, l’intento è chiaro fin dal titolo, ripreso pari pari dalla prima parodia del dramma, scritta in chiave burlesque da John Poole nel Settecento. La compagnia, nata nel 2011 da un progetto per ricostruire il Teatro Auditorium di Scampia, va oltre e riprende la struttura del Don Fausto del napoletano Antonio Petito, che nel 1865 dissacrava un altro classico del teatro, il Faust di Goethe.

In questo gioco di rimandi e innesti, Amleto diventa una sorta di disadattato, un sognatore che si rifugia nella cultura e nei libri per sfuggire al ruolo che la società vorrebbe imporgli. La vicenda è trasposta ai giorni nostri, in un quartiere popolare di Napoli in cui la famiglia Barilotto è alle prese coi problemi di tutti i giorni: il lavoro che manca e i debiti da saldare. Come il protagonista shakespeariano, l’Amleto di Punta Corsara ha perso il padre in circostanze misteriose, vive con la madre e lo zio e ha un’innamorata. Da qui l’immedesimazione, lui è convinto di essere il principe di Danimarca, si isola dagli altri e si chiude in mutismo. Compare in scena (interpretato da Gianni Vastarella), sul palco del teatro Morelli di Cosenza, avvolto in una coperta, come fosse un mantello. La famiglia, per farlo rinsavire, mette in scena parti della tragedia. L’apparizione del fantasma del padre è il momento in cui la parodia raggiunge il culmine della comicità.

Hamlet Travestie foto Stefania Sammarro_2772Ma, a ben vedere, è proprio nel dramma esistenziale del giovane la parentela più stretta con la tragedia del Bardo. Il drammaturgo inglese, del resto, non si era inventato nulla, aveva ripreso il modello della tragedia di vendetta e lo aveva rinnovato, trasformando il conflitto da esteriore a interiore. Il continuo scontro tra desiderio di azione e indugio, e accidia, che rinvia continuamente i propositi omicidi contro l’assassino del padre, in Hamlet Travestie diventa alienazione dalle meschinità della vita quotidiana, in cui si intuisce la presenza opprimente della camorra.

La compagnia, che ha avuto come maestro Martinelli, realizza una riuscita commistione tra farsa e dramma, in cui i tempi comici degli attori (sul palco, oltre a Vastarella, ci sono il regista Emanuele Valenti, Giuseppina Cervizzi, Christian Giroso, Carmine Paternoster e Valeria Pollice) sono perfetti, animati da un ritmo sostenuto e facilitati dall’uso del dialetto napoletano e da una gestualità a volte buffonesca e sopra le righe, mentre lo spazio scenico è disegnato dallo stesso Valenti ed è costituito da elementi modulari che si compongono e scompongono a ogni cambio di scena, dando vita a un pontile, ai banchi di un mercato, a una prigione, a una tomba.

Alla fine, un delitto si consuma davvero e la vendetta si compie, facendo sterzare la commedia verso la tragedia. Il pubblico è conquistato, applausi e risate, in questo nuovo appuntamento della rassegna curata da Scena Verticale, accompagnano il gradimento della critica. Punta Corsara, infatti, ha vinto il Premio In-Box 2013, il Premio Ubu Nuovo attore under 30 nel 2012, il Premio Ubu Speciale e il Premio Hystrio – Altre Muse 2010.

Le foto sono di Stefania Sammarro

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