Roberto Mussapi
Every beat of my heart, la poesia

Imperfezione bianca

Il poetare esemplare di Loretto Rafanelli, dove c'è tutto, complessità e completezza, incanto e sofferenza. A cominciare dalla neve, che cade, ammanta, si sporca, in attesa del mare...

Poesia esemplare. C’è tutto. Tutto quanto è necessario. Loretto Rafanelli, poeta italiano significativo, inconfondibile, scrive una composizione magistrale. Loretto Rafanelli, che io ho ribattezzato Raf, Royal Air Force, per la tensione etica e lo spirito volante e decisissimo della sua poesia, parte da un mondo poetico addolorato, età della crisi, memorie di campi di concentramento, gulag. Trent’anni fa. Presto il suo sguardo si allarga, ritornano i colori come nel Cielo sopra Berlino di Wenders, quando l’angelo Bruno Ganz si fa precipitare dalle sfere alte alle strade terrene, gusta l’aroma del caffè, l’odore della benzina al distributore.

Da tempo il mondo di Raf è aperto, completo e complesso, e in questa poesia degna di invidia (quella buona, sia chiaro) da parte di un poeta, noi rivediamo il mito della neve: incanto, manto, cosa che dal cielo, in forma di fiocchi e farina, si fa cosa coprente la terra. Mito primario, la neve: da quella che custodisce il tubero nel gelido inverno che ci tenne in vita di Eliot, The waste land, a quella di Dylan Thomas nel suo Natale nel Galles. Mito che ho sentito mio, almeno due libri, fiabeschi, Racconto di Natale e Lo stregone del fuoco e della neve (che era mio padre).

Raf la fa scendere come incanto, soffrire come una pena (la pena è del cuore, dell’uomo, non della natura esterna, che qui il poeta, misticamente e meravigliosamente ricompone). Fino al crescendo di poesia assoluta: la neve che incanta e raggela, che si sporca e mescola alla terra gelata è, nel suo bianco incanto, imperfezione. Attende il mare, origine e sede ultima del mistero. Ci ha portato, scendendo bianca e gelata sulla terra, il mistero primigenio del mare, delle prime acque, del viaggio finale. Plastica, farinosa, sporcantesi. Poesia esemplare, questa neve di Raf.

 

rafanelli

È un giorno di neve, una felicità innocente,

un fiato debole, che si sfalda negli esiti

dell’inverno. La neve

è silenzio senza misura, la condanna

degli anni. Cammino sfondando

il manto bianco, leggero. Cammino

sporcando il bianco

disteso. La neve si impiastra

come una pena, la neve stringe alla gola

come un cappio. La neve attende il mare.

Loretto Rafanelli

(Da L’indice delle distanze, Jaca Book)

Facebooktwitterlinkedin