Elisa Campana
Il dramma dei migranti

Vergogna europea

Come hanno raccontato la tragedia di Lampedusa i giornali europei? Come un problema che riguarda tutti, non solo noi italiani. Una macchia che oscura il senso stesso dell'Unione e che bisogna rimuovere al più presto

Prima i folti capelli brizzolati di Guido Barilla, poi quelli (pochi) di Berlusconi con il volto disperato del capitano che ha visto i suoi marinai ammutinarsi uno a uno, e adesso Lampedusa. Quei sacchi di plastica allineati sulla banchina del molo hanno fatto il giro del mondo, rimbalzando di prima pagina in prima pagina. Nei commenti le frontiere non ci sono e l’indignazione e il cordoglio sono unanimi. “Una litania di morti largamente evitabili” chiosa The Guardian, mettendo l’accento sulle guerre intestine dell’antica Europa, la cui politica non si sta mostrando efficiente nell’affrontare il problema migrazioni. La stessa BBC parla di “tragedia europea” e sugli stessi toni è The Indipendent che travalica addirittura i confini continentali per sentenziare: “Un dramma che il mondo non può più ignorare”.

Il francese Le Monde sottolinea l’immobilità europea e la politica estremamente individualistica dei singoli stati membri che rincorrono il mantra del “chacun pour soi” (ognuno per sé). Non va tanto per il sottile neanche Le Figaro che, lapidario, sostiene non esista una politica europea in materia d’immigrazione e i Paesi del Mediterraneo siano lasciati soli ad affrontare questa emergenza. Per rincarare la dose, Liberation, giornale di sinistra, non ci pensa due volte e parla di Europa assassina. In Spagna, El País dà largo spazio alla voce di alcuni superstiti e alle dure critiche della “alcaldesa” (sindaca) Giusi Nicolini, mentre El Mundo, in un ultimo articolo di qualche ora fa, si preoccupa di cosa ne sarà dei bambini rimasti completamente soli, molti dei quali si troveranno in futuro in una condizione di illegalità, e quindi di possibile rimpatrio, proprio a causa della discussissima legge Bossi-Fini. In ultimo, lo Spiegel riporta invece i commenti del presidente tedesco Gauck che critica duramente una politica dell’immigrazione europea definita causticamente come “inumana”.

Le immagini delle salme, di quei corpi senza vita, donne, uomini e bambini, hanno fatto il giro del mondo, così come quella bandiera nera con su scritto “Vergogna”, un ultimo grido di orrore che dovrebbe risuonare nelle orecchie di tutti noi. Tutti. Perché forse così ci si renderà conto che non siamo di fronte a un’emergenza italiana, né tantomeno europea. È un’emergenza mondiale, perché è doveroso donare a persone disperate, in qualsiasi parte del mondo esse siano, il diritto alla dignità umana e al riscatto per una vita migliore. E ciò che sconcerta di più è che sia necessaria l’ennesima folle e insensata strage per far sì che i “comandi” dai loro castelli d’avorio si comincino ad interrogare e mettere in discussione. Ognuno accuserà l’altro, l’Italia l’Unione Europea, l’Unione Europea l’Italia, tutti accuseranno tutti e intanto un altro barcone andrà a picco, ma, sia ben intenso, sempre nell’indignazione e nel lutto generale.

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