Lidia Lombardi
A Palazzo Braschi di Roma

Quei fascisti corrotti

La mostra per i cent'anni dall'assassinio di Giacomo Matteotti ricostruisce il vero movente dell'omicidio: il deputato socialista aveva raccolto le prove di una grande operazione di corruzione che aveva al centro Mussolini e si preparava a denunciare il duce

A Giacomo Matteotti – assassinato cent’anni fa dai fascisti – si deve una celebrazione non agiografica, ma “militante”. Militante nel senso di ricognizione storica aggiornata e di esplicitazione per il grande pubblico di tutti i risvolti fin qui accertati di un misfatto politico che ha segnato l’involuzione della storia d’Italia verso la dittatura. Insomma, di […]

continua »
Giuliano Capecelatro
A Roma, a Palazzo Braschi

Ritorno a Matteotti

Si apre una mostra dedicata a Giacomo Matteotti nel centenario della sua uccisione da parte del fascismo. Un evento che oggi suona come un inciampo della Ragione storica

Sarà, ancora una volta, la leggendaria Astuzia della Ragione magnificata da Hegel, che orchestra gli eventi incurante delle nostre patetiche volontà? O non, piuttosto, un’alzata di ingegno della meno titolata e pubblicizzata Dabbenaggine della stessa? Colpisce, in effetti, che il centenario del truce omicidio di Giacomo Matteotti arrivi proprio in un’epoca di destre all’arrembaggio un […]

continua »
Pier Mario Fasanotti
Consigli per gli acquisti

Le donne del duce

Il già nutrito catalogo delle biografie di Mussolini si arricchisce di due nuovi libri di Aldo Cazzullo e Marcello Sorgi dai quali risalta soprattutto l'odioso rapporto che Mussolini strinse con le donne che lo hanno idolatrato, amato e aiutato

Una canaglia. “Eh vabbe’, in fondo non ho mai ucciso nessuno”. Questa, più o meno, è la frase con cui coloro che ignorano cosa sia stato davvero il fascismo e il suo capo, Benito Mussolini, assolvono sia l’uomo sia il regime che questi ha fondato nell’ottobre del 1922. Frase ripetuta da quelli che ancora oggi […]

continua »
Luciano Mecacci
A proposito di “Trump e moschetto"

“Ducismi” paralleli

La capacità di manovrare la comunicazione e gli intellettuali, un carisma che si esercita con i deboli e con gli amanti dell'autoritarismo, lo sprezzo per le regole democratiche: il saggio di Anna Camaiti Hoster e Enzo Antonio Cicchino mostra le similitudini tra Mussolini e Trump

La “Save America March”, la marcia per salvare l’America, finita con l’invasione e il saccheggio del Campidoglio statunitense il 6 gennaio, avrà ricordato la “marcia su Roma” del 28 ottobre 1922. O meglio l’avrà ricordato agli italiani più anziani, a differenza dei nostri millennial che a malapena sanno che in Italia c’è stato il fascismo, […]

continua »
Giuseppe Grattacaso
L'Italia di Salvini e Di Maio

La divisa da Capo

Guardate la foto di Moro qui accanto. Poi pensate a Mussolini che ostentava muscoli e divise. Infine pensate a Salvini e la sua propensione a identificare lo Stato con se stesso e capirete qual è davvero il suo stile...

Italia in bianco e nero dei primi anni Sessanta. Aldo Moro è sulla spiaggia di Terracina in compagnia della figlia Agnese. Lo statista e la bambina si tengono per mano. Agnese, che appare imbarazzata, sembra voglia appoggiarsi al padre, in cerca di conforto. In un’altra immagine, che risale a quella stessa giornata dell’estate del 1961, […]

continua »
Marco Ferrari
La (lunga) storia dell'intolleranza

Quando eravamo razzisti

Ottant'anni fa, nella sua tenuta di San Rossore, Vittorio Emanuele III firmò i primi provvedimenti contro gli ebrei stilati da Mussolini. E la vergogna macchiò l'Italia. Qualcuno, forse, oggi lo ha dimenticato

In molte città si ricorda in questi giorni una delle pagine più infamanti della storia italiana: le leggi razziali. La cerimonia più toccante si è svolta nella Tenuta di San Rossore, a Pisa, presenti professori universitari, accademici e studenti che hanno chiesto scusa per le leggi razziali del 1938, accolte nel silenzio, quando non sostenute […]

continua »
Giuliano Capecelatro
Il pantheon degli orrori italici

Matteotti e il re

Vittorio Emanuele III di Savoia, Benito Mussolini e Giacomo Matteotti: storia di una fake news antica che mette insieme un fellone, un criminale e una vittima designata (innocente)

È una fake news, non ci piove. Ma ha il fascino del vintage e solletica le corde degli irriducibili nostalgici dei treni in orario (altra fake news d’annata), cui fa gioco allontanare l’ombra nera del crimine dalla mascella quadrata dell’idolo funesto per poterselo immaginare e gabellare da martire intemerato. Perché la panzana di Vittorio Emanuele […]

continua »