19
aprile
2024

racconti

Leopoldo Carlesimo
Storia di una battaglia

La mosca e il ragno

«Non facevo nulla. Non pensavo a nulla. Me ne stavo lì immobile, seduto su una panchina, fissando una scrostatura d’intonaco sul muro di cinta assediato d’erbacce, quando a un tratto un grosso moscone prese a tormentarmi...»

Conosco anch’io il segreto di certi pomeriggi inoperosi e tetri in cui vi sembra che nulla funzioni. Il lavoro vi disgusta. Le pareti di casa vi opprimono. Uscite in strada e vi sembra che i passanti vi scrutino con ostilità. I negozi, i caffè, persino le chiese vi respingono. In un pomeriggio così mi trovavo […]

continua »
Michela Di Renzo
Una storia inedita

Il gremlin

«Si mise seduta su una sedia e tirò fuori dalla borsa il cellulare per chiamare suo marito che era di turno, ma fu più forte la curiosità di vedere cosa fosse un gremlin...»

“Ho fatto bene a venire al supermercato a quest’ora, non c’è quasi nessuno”, pensò Marina dirigendosi verso le casse. “E se prendessi una birra artigianale da abbinare alla pizza anziché la solita Peroni?” Per un attimo si vide davanti Roberto che la assaporava lentamente. Subito dopo suo marito avrebbe detto, leccandosi il labbro superiore ricoperto […]

continua »
Lorena Piras
Tra cronaca e memoria

Storia di Tomasiello

Dalle carte processuali (e dalle ultime testimonianze dirette), è possibile ricostruire una storia esemplare: quella di Giuseppe Tomasiello, un "normale" agente carcerario che venne ucciso dalla furia distruttiva di un recluso nel 1960

1958, Cairo Montenotte. Classe 1933, beneventano, nella scuola agenti di Cairo Montenotte Giuseppe Tomasiello aveva imparato a conoscere i fantasmi dei detenuti: la noia, le domandine per tagliare i capelli o per una coperta in più, i giudici, le sentenze. Ma nonostante questo, nonostante sapesse che l’agente diventava bersaglio naturale dell’insoddisfazione e della frustrazione di […]

continua »
Attilio Del Giudice
Una storia inedita

La sorpresa

«In un silenzio reso sacrale dalla presenza della morte, ebbe l’idea che la cosa migliore fosse di liberarsi del cadavere, di portarlo fuori casa, di sbarazzarsene. Quell’uomo era smilzo, di media statura, col volto emaciato, come di chi abbia avuto una vita sofferta...»

Il 5 novembre del 2018, alle 16 e 30, il noto scrittore Ettore Maria Ferruzzi consegnò al dottor Manacorda, simpatico capo ufficio stampa dell’editrice Orizzonti Narrativi, il plico contenente le sue storie; di queste storie s’era concordata con la redazione la pubblicazione in una collana editoriale, prima delle feste di Natale. Non vogliamo esprimere giudizi […]

continua »
Isabella Savoia
Una storia drammatica

Storia di Edoardo

«Azzurro, il mio colore preferito, o forse quello che odio di più, sicuramente quello che più ho visto in assoluto, il colore del fondale della piscina...»

Mi chiamo Edoardo, ho quattordici anni, non mangio le caramelle e ho appena aperto gli occhi dopo due giorni di coma. Un centimetro di sangue mi tiene incrostato al letto dell’ospedale, a fatica riesco a muovere braccia e dita per poter scrivere. Dal momento in cui ho aperto gli occhi, inalato un forte respiro e […]

continua »
Leopoldo Carlesimo
Una storia sulle trasformazioni di Roma

La lavanderia

«Le tre sorelle invecchiarono e anni dopo la lavanderia fu rilevata da una famiglia di cingalesi. La grigia e la rossa sparirono. Ma la bruna, la più giovane, tornò. Era ancora in età da lavoro, lei, e non aveva perso il suo aspetto da monaca»

Da quando abito nel quartiere, c’è sempre stata una lavanderia in Largo Brancaccio. Affaccia sul breve tratto di raccordo che da Colle Oppio biforca su Via Lanza, scendendo verso la Suburra e i Fori. Vent’anni fa era tenuta da tre sorelle. Tre donne mature, tra i quaranta e i cinquanta. La più anziana – capelli […]

continua »
Michela Di Renzo
Una storia inedita

La scacchiera

«Era cominciato tutto tre mesi prima quando la nonna Meri, ovvero la mamma di Fabio, era scivolata in bagno sbattendo la testa contro il lavandino. La signora di ottanta e passa anni aveva taciuto l’accaduto al figlio finché lui non aveva notato sul suo volto due lividi neri intorno agli occhi»

Le note iniziali della toccata e fuga di Bach in Do minore stavano risuonando in tutta la casa. “Signore, ti prego, fa’ che risponda” mormorò Patrizia affondando la testa dentro al cuscino e stringendolo intorno alle orecchie. Ma la musica continuava imperterrita a martellarle i timpani. “Che sia diventato sordo improvvisamente?” pensò alzandosi dal letto. […]

continua »
Attilio Del Giudice
Un racconto inedito

Negozi

«Un bel giorno (si fa per dire) Leopoldo impazzì. L’avvisaglia si ebbe inequivocabilmente quando lui, uomo mite e pacifico, prese a schiaffi un povero vecchietto, che s’era lamentato di una mosca finita nel suo bicchiere di latte»

Tornando a casa ci passo davanti ogni giorno e ho potuto valutare che questo negozio è diventato per i ragazzi borghesi della nostra città il tempio dell’eleganza maschile, quello più frequentato dai figli di papà che possono spendere. Un negozio di culto. E pensare che qui, una volta, c’era una latteria, povera, disadorna, piuttosto triste. […]

continua »
Leopoldo Carlesimo
Una storia inedita

Turno di notte

«Lui si svestì più svelto che poté. Ammucchiò in terra tutta la sua roba (l’unica sedia della stanza era ingombra dei panni di Bea): stivali da lavoro, giacca a vento, tuta, calzamaglia, casco e quando fu nudo la raggiunse sotto la trapunta imbottita...»

Parve tutto tranquillo fino a mezzanotte, quando staccò per la pausa. Non si fermò a mangiare con gli altri. Ritirò al banco il panino che s’era fatto preparare, uscì di mensa e guidò difilato fino alla zona alloggi. Traversò tutto il campo lungo la direttrice principale che dall’area più elevata dei servizi comuni – mensa, […]

continua »
Roberto Cavallini
Addio Alitalia/12

Fumo di Londra

«Il primo incontro piacevole all’aeroporto, al gate dell’Alitalia, fu per la consegna dei bagagli; avevo imballato le bici col pluriball, girato il manubrio lungo l’asse della ruota e del telaio per diminuire l’ingombro, ma avevo lasciato i pedali ancora montati. No, non andava bene in quel modo!»

Sarebbero stati collocati in un futuro inimmaginabile i tempi attuali dell’Inghilterra di Boris Johnson, un personaggio del genere a Downing street era fuori dalla portata anche di una allucinazione dovuta ad una pesante dose di LSD, negli anni ’60 e ‘70. Gli anni dei miei sogni. All’epoca, l’Inghilterra era un posto mitico per me, ancor […]

continua »