18
aprile
2024

racconti

Sandro Dieli
Parole e ombre\20

Un cuore inciso

"Maurizio era impaurito dalle donne e le guardava sempre con occhi di sfida. Aveva perciò adottato una semplice forma di difesa: aspettava che si voltassero per scrutarne i sederi"

Paolo e Maurizio non si conoscevano e mai avrebbero immaginato il loro incontro nelle condizioni in cui si svolse realmente. Paolo e Maurizio camminavano, inciampavano sui loro corpi e si avviavano verso l’incontro che avrebbe deciso il futuro. Paolo amava gli occhi delle donne. Aveva imparato a cogliere le infinite sfumature di densità con cui […]

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Piero Fittipaldi
Parole e ombre/19

Il lavoro degli altri

"Lavata e vestita abbaia un saluto al marito. Mario ha forse un ricordo lontano di giorni in cui quel latrato era sostituito da un bacio leggero, biascica qualcosa di incomprensibile di rimando e si rannicchia nel bozzolo tiepido delle coperte"

Mario la mattina dorme. Sua moglie Giovanna no. Lei si alza di malavoglia dal letto, struscia le ciabattine sino in cucina e, palpebre ancora appiccicose di sonno, armeggia tra le stoviglie in cerca della caffettiera. Un leggero fremito al contatto di una superficie fredda e spigolosa la avverte che ha tra le mani ciò che […]

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Manuela D’Aguanno
Parole e ombre/18

Che ti guardi

"Che ti guardi? Sembra chiedermi con quell’aria da adulto. E chi guarda? Io non guardo proprio niente. Vorrei rispondergli io. Io che da adulto in quel momento ho solo l’età, mentre guardo (eccome!) il culo di sua madre (sua madre?)"

Fotografia di Enrico Graziani —– Che ti guardi? Sembra dire lui mentre fa un altro tiro. Che ti fumi? Vorrei dirgli io. Io che ho smesso da poco. Che fumavo cinquanta sigarette al giorno. Che ho detto basta alla schiavitù del tabacco. Che ti fumi? Vorrei dirgli io. Io che mi arrampicherei con le unghie per […]

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Roberto Todisco
Parole e ombre/17

La spesa

"Il supermercato a quest’ora è chiuso. Hai qualcuno a casa che ti aspetta forse? Chiese Luca. Fremeva, stupidamente non aveva calcolato un’eventualità del genere. Il ragazzo fece segno di no con la testa. Allora coraggio, accomodati. Ti offro la cena"

Fotografia di Ernesto Fiorentino —– Quella mattina Luca ebbe chiare due cose: la prima è che voleva uccidersi, la seconda che non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo da solo. Per qualche minuto, mentre dal letto ascoltava i vicini fare colazione oltre il ballatoio, questa consapevolezza lo rasserenò. Furono proprio i vicini a dargli l’idea […]

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Flavia Ganzenua
Parole e ombre/16

Le cose che ho di lei

«Sono una femmina che va con altre femmine, che ne mangia e si fa mangiare il cuore, so di letti e lenzuola sfatti e so di nido e di latte. Nessuna fede è abbastanza larga o stretta, nessuna resiste tanto a lungo da lasciare il segno, un’aureola, intorno alle dita»

Fotografia di Lara Garofalo —– Ho gli occhi chiari di mia madre, il loro stesso colore, ma più distanti l’uno dall’altro, due fessure, e tenuti sempre giù, in basso, a scovare piste e tracce, a stanare passi e impronte, come affondano nel terreno e cedono via via alla stanchezza e alla resa, perché io sono […]

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Vins Gallico
Parole e ombre/15

Fuga di notizia

«Ecco laggiù un varco, sembrerebbe. E invece è soltanto l'illusione ottica. Non c'è nessun passaggio. L'uomo e il padre sbirciano attraverso la protezione. Per un istante l'uomo ha sperato di trovare l'anello che non tiene, quello della poesia di Montale»

Fotografia di Alessandro Romagnoli —– I vecchi a un certo punto tornano bambini e, superato quel crinale, bisogna trattarli come tali. Bisogna imboccarli, lavarli, rassicurarli, cambiarli, guidarli, a volte bisogna anche prenderli in braccio o sulle spalle. Probabilmente Enea non pensò tutto questo mentre la città gli bruciava alle spalle, ma agì d’istinto, spronato dall’urgenza e […]

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Marco Rinaldi
Parole e ombre/14

Il mio papà

«Quando il mio papà si mette le dita nel naso la mamma gli fa gli occhi da pazza, ma lui c’è abituato. Di solito, nel naso ci mette il mignolo, ma se serve va su pure col pollice, tanto lui c’ha il naso bello largo e se lo può permettere»

Fotografia di Zhanna Stankovych —– Il mio papà fa tante puzzette perché c’ha i diverticoli, che è lì che l’aria si gonfia e poi certe volte diventa puzzolente, che è per quello che si chiamano “le puzzette”. Lui le fa fredde o calde, quelle calde puzzano, quelle fredde no, e lui ce lo dice prima: […]

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Arturo Belluardo
Parole e ombre/13

Psicopompo

«Mi manca. Tuo padre mi manca. La notte la mia mano lo cerca e lui è lì che russa. Apro gli occhi e non lo trovo. Chiudo gli occhi e ride. Come quando beveva tre Peroni. Si asciuga la bocca con il dorso della mano e ride»

Fotografia di Roberto Cavallini —– Questo è il primo Natale che passiamo senza mio padre. Ci siamo radunati tutti attorno a mia madre, a questo mucchietto d’ossa superstiti. Strano che tra lui, torreggiante ed egoista, e lei, sassolino implume e fumante di acido borico, sia morto prima lui. Una botta secca e malignazza, da far […]

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di Fabrizio Patriarca
Parole e ombre/12

Di Roma e altre piogge

“Poi venne la pioggia dei viaggi, pochi all'inizio ma belli da far tremare, e di quel bacio alla fermata del 671, quello che t'avrebbe saldato alla memoria i caduti della Montagnola»

Fotografia di Marco Marassi —– E non ricordavi nulla, la pioggia era soltanto scroscio di tamerici salmastre e rigagnolo su volti silvani, memoria o coincidenza di pose decadenti, con qualche goccia petrarchesca, innocui temporali marinisti, e una pozza di storie tremende, anche tremendissime, sulle insidie dei rovesci, del fortunale infausto, che adesso cominciavano con un […]

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Mara Ribera
Parole e ombre/11

Mastectomia

«Potrei aggravarmi, potrei ritornare in quell’inferno impossibile da dimenticare, prima delle moderne terapie che mi hanno promossa al purgatorio della sopportabilità»

Fotografia di Valeria Gradizzi —– Il giorno che mi hanno diagnosticato un carcinoma alla mammella, si disputavano gli europei di calcio. Udivo gli italiani esultare, nelle case e nei bar, per i goal degli azzurri. Due a zero per noi: la vittoria. Io invece ero stata sconfitta. Bastonata per bene dalle cellule del mio corpo, ancora […]

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