19
aprile
2024

letture

Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Dedizione a Afrodite

Con Saffo, «primo dei grandissimi lirici dopo Orfeo, il fondatore», la lirica inizia come «genere d’Amore, nel profondo». Da lei discendono tutti i poeti che celebreranno Eros: Noside, Erinna, Catullo, Properzio, Cavalcanti, Guinicelli…

Assoluta la poesia d’amore in Saffo, perché nel primo dei grandissimi lirici dopo Orfeo, il fondatore (rispetto a cui Saffo ha il merito di essere anche storica e mortale, non nata, ma divenuta mito), Eros è signore assoluto. Eros, nell’aura della dea Afrodite, è l’amore che tutto comprende: il cuore, lo spazio lirico del poeta […]

continua »
Marco Vitale
“Alcools” di Apollinaire dal 1913 a oggi

Le diversità di una poesia “aperta”

Una nuova edizione della seconda raccolta del poeta «suscitatore di idee nei giorni della nascita del movimento cubista». Curata da Fabio Scotto (francesista e a sua volta poeta), è frutto di una «lunga fedeltà traduttiva» che arriva in questo lavoro a esiti «tra i più esatti e ispirati»

Che Wilhelm Apollinaris de Kastrowitsky (Roma 1880 – Parigi 1918) – nome ben presto volto in Guillaume Apollinaire – abbia rappresentato uno snodo decisivo della poesia moderna, non solo francese, è acquisizione critica che nessuno mette in dubbio. La singolare, cosmopolita, affascinante figura giunta a Parigi con il nuovo secolo è destinata a occuparne in […]

continua »
Roberta Passaghe
A proposito di "Sabbie"

Vite da spiaggia

Il nuovo romanzo di Gianni Caria esplora, in parallelo, le vite di un venditore ambulante e di una donna che fa massaggi in spiaggia. Un modo per raccontare (anche) i luoghi comuni che riempiono la nostra quotidianità

Percorrono ogni giorno la stessa spiaggia cercando di trovare clienti e sbarcare così il lunario, coi massaggi lei, vendendo teli da mare e merce da poco lui, ma non si conoscono. Lu e Pape condividono però anche dell’altro, oltre alla spiaggia, un ulteriore elemento fulcro della narrazione che li vede al suo centro: un passato […]

continua »
Roberto Mussapi
Every beat of my life

Innocenza di Elena

Nella tragedia che prende il nome dalla bellissima regina di Sparta, Euripide immagina una storia assai diversa da quella narrata nei poemi omerici. E, sorprendentemente, arriva a immaginare per la moglie di Menelao un lieto fine…

È il lamento di Elena nella tragedia di Euripide, dove conosciamo una storia diversa della splendida donna causa della guerra di Troia nei poemi omerici. Qui in Euripide, nella tragedia che da lei prende il nome, la bellissima creatura non sarebbe fuggita a Troia con Paride, di cui nemmeno si sarebbe innamorata, ma sarebbe stata […]

continua »
Giuliano Capecelatro
A proposito di "Napoli stanca"

Quantistica napoletana

Una raccolta di scritti di diciassette scrittori (per la cura di Mirella Armiero) affronta l'indeterminatezza della metropoli partenopea. Sempre più nell'occhio del ciclone tra moda e leggende

Quanta Neapolis! Premessa. Spiace per le salmodianti “parenti” di Faccia ‘ngialluta. Ma se l’ufficialità si ostina a celebrarlo, con la doppia replica della cruenta ostensione, alla prova dei fatti san Gennaro non si può più considerare il santo patrono della città. È fuori contesto storico, detronizzato, al più un simpatico cimelio folcloristico. Il riferimento mitologico […]

continua »
Giuseppe Grattacaso
Su “Quarantanove poesie e altri disturbi”

Natura della poesia

I versi di Cristina Alziati si muovono alla ricerca di un punto di equilibrio tra gli eventi che avvertiamo come Storia, le azioni degli esseri umani e le loro conseguenze, e quello che esiste a prescindere da noi e che spesso chiamiamo Natura

Guardare alle vicende della storia, sia essa collettiva o personale ‒ se poi una storia assolutamente individuale può davvero da sola manifestarsi e avere un qualche senso ‒ può significare dover scoprire la presenza di un dolore universale, un male che affligge senza ragione esseri umani, animali e cose, anche se a volte sono proprio […]

continua »
Daniela Matronola
A proposito de "L'uomo della posta"

Storia di un impiegato

Il nuovo romanzo di Nando Vitali perlustra i normalissimi orrori delle (nostre) vite medie. Dove la realtà diventa un nemico da combattere e gli "altri" sono solo le pedine mosse da questo nemico. Anche per un semplice impiegato della posta

Recentemente per due sole sere in uno spazio all’aperto si sono tenute le due sole repliche di uno spettacolo teatrale piuttosto accattivante: Fool truth (la verità del matto che però suona anche come la piena verità), messo in scena da una compagnia instabile e portentosa, in realtà saggio finale di un corso di teatro durato […]

continua »
Raoul Precht
Periscopio (globale)

L’ombra di Bolaño

A vent'anni dalla morte è arrivato il momento di tornare alla scrittura di Roberto Bolaño, maestro della letteratura ispanoamericana. Che ha saputo reinventarla senza rinunciare alla lezione della tradizione

In media, ogni cinque-dieci anni i meccanismi pubblicitari, dai quali l’editoria non è certo avulsa, sfornano l’autore del millennio, o del secolo, o a voler esser modesti almeno del decennio. Si cerca di alternare fra angloamericani, francesi, spagnoli o ispanoamericani, e molto più raramente si fa ricorso ad autori provenienti dalle periferie dell’impero. Forse è […]

continua »
Giuliano Compagno
La morte del grande scrittore/1

Immortale Kundera

La parabola ceca della letteratura di Milan Kundera resterà come una delle tappe fondamentali del Novecento. Lo stesso autore l'ha consegnata alla fissità del tempo, scegliendo di cambiare lingua e identità. Diventando francese, un altro da sé

Se ne va Milan Kundera dopo mezzo secolo di imprese letterarie e una presenza imponente nel vasto orizzonte del romanzo europeo novecentesco. Tutti sapevano, e da ore viene ripetuto come chissà quale vanto, che in Italia lo scrittore molto dovesse alla pubblicità regalatagli da Roberto D’Agostino durante le puntate di Quelli della notte. Grazie al […]

continua »
Jolanda Bufalini
La morte del grande scrittore/2

Kundera a colori!

Con i suoi libri (romanzi e saggistica) Milan Kundera ha ridisegnato la geografia europea, aggiungendo i colori della Cecoslovacchia. Con lui è caduta la storica cerniera tra Est e Ovest

Fu la miccia più potente posta sotto la Cortina di ferro, quando, affermando che la Cecoslovacchia era un paese occidentale, riuscì a gettare pennellate larghe di colore sulla cartina grigia del socialismo reale. Anche se è vero che non tutto il grigio era negativo, le bibite, per esempio, prive di coloranti, non erano competitive con […]

continua »