19
aprile
2024

commenti

Nicola Fano
Il senso di una crisi

Putin e Čechov

La Russia europea e la Russia asiatica, il primato della tradizione e quello del mercato: rileggere Čechov in tempi di guerra può essere utile a capire se in Putin prevalga l’«anima Ljuba» (l'attaccamento al passato) o l’anima «Lopachin» (il ghigno che accompagna le bombe)

«Spetta a chi ha legato il sonaglio al collo della tigre il compito di toglierlo»: quando ho letto, nei resoconti della videoconferenza tra Xi Jinping e Joe Biden in margine all’invasione russa dell’Ucraina, questa limpida metafora usata dal presidente cinese, ho pensato a Čechov. In un suo racconto abbastanza celebre, Tre anni, Čechov immagina – […]

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Flavio Fusi
Cronache infedeli

Venediktov e il maiale

Dopo aver chiuso la celebre radio "libera" Ekho Moskvy, gli sgherri di Putin hanno attaccato una testa di maiale davanti alla porta del suo storico caporedattore, Alexey Venediktov. Un tipico avvertimento razzista. Questa è la Russia di Putin

Ho un debito di riconoscenza con i colleghi, ragazzi e ragazze della redazione de L’eco di Mosca, la radio libera che la censura di Putin ha chiuso d’autorità il 3 marzo scorso. Quelle stanze spoglie, quegli studi risonanti, quei lunghi corridoi di passi perduti a poca distanza dalla Piazza Rossa erano un porto sicuro per […]

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Marco Ferrari
Dopo la sconfitta mondiale

Passa lo straniero

La disfatta dell'Italia del calcio ha una motivazione semplice: la preponderanza di giocatori stranieri (più del 60%) nel campionato di Serie A. Ai tempi della Corea, lo stesso problema venne risolto chiudendo le frontiere. Ma stavolta come si potrà fare?

Quando ai Mondiali inglesi del 1966 incappammo nella famosa sconfitta contro la Corea del Nord, la Federazione decide di chiudere le frontiere del pallone per far ripartire il calcio nostrano. L’unica eccezione furono gli oriundi, i famosi “angeli dalla faccia sporca”. Dopo l’amara eliminazione dai Mondiali del Qatar ci si domanda come risollevare una delle […]

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Gianni Cerasuolo
Fa male lo sport

Calcio crack

Violenza intorno agli stadi, truffe contabili, cori razzisti: il calcio italiano è al capolinea e l'esclusione dai mondiali del Qatar ha un potente valore simbolico. Servirebbero programmi seri, austeri, intelligenti che sappiano guardare lontano. E invece...

Nello sport non si vive di appannaggi. Neanche nello sport malato e deformato dei tempi moderni. Non è che se sei campione di Europa hai diritto a giocare un Mondiale. Quindi, sciò Italia, niente Qatar, resta nei tuoi stadiacci a giocare a palla prigioniera, tra le sabbie del deserto, a Natale, ci andranno altri. Meglio […]

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Flavio Fusi
Cronache infedeli

Olexandra e Artem

Per capire quali siano gli schieramenti sul campo, si può tornare alla storia di Olexandra e Artem, due giovani ucraini che sognavano una vita libera nel 2004. Chissà oggi dove saranno... ma stare dalla loro parte significa stare dalla parte delle vittime. Sempre

C’era anche chi si sposava in Piazza Maidan, nei giorni arruffati, infreddoliti, sbandierati della rivoluzione arancione. Olexandra e Artem, per esempio. Nell’alba livida e nel fumo dei falò ormai spenti, vennero fuori da una piccola tenda. Diciassette e venti anni: Artem con tozze mani da meccanico, Olexandra con un corto velo bianco rimediato da qualche […]

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Massimo Rocca
Il senso di una crisi

Guerra freddissima

Per Janan Ganesh, commentatore del “Financial Times”, quello tra Russia e Ucraina non è un conflitto tra democrazia e autocrazia ma una ripresa, in grande stile, della vecchia guerra fredda. Qualcosa che salta a pie' pari ogni convinzione sulla globalizzazione

Dopo un mese, arriva il commentatore più “atlantico” e “occidentalista” del Financial Times, Janan Ganesh, per mettere nero su ocra il pensiero che frulla in mente fin dall’ inizio. Non è una guerra tra la democrazia e l’autocrazia, non è nemmeno, non solo, la guerra della Russia all’ Ucraina. È la prima pagina calda della […]

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Mariano Ragusa
Il senso di una crisi

Fantasmi di guerra

Suscitare emozioni è indispensabile nel racconto della guerra. Serve a spingere meglio la comprensione dei fatti laddove da sola la razionalità non riesce ad arrivare. Ma fino a che punto è lecito "spettacolarizzare" il dolore? E che dire delle immagini che indulgono sui bambini con il fucile?

La guerra sul campo e la guerra raccontata. Il dolore, il sangue, la morte. E le immagini, le parole per renderne conto. «La prima vittima della guerra – ammonisce Eschilo – è la verità». Il rischio cresce nel stagione dell’immediatezza e del real time. Racconto veritiero, perché verificato, e falsificazione manipolatoria della stessa realtà si […]

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Emilia Santoro
Il senso di una crisi

La guerra a scuola

La guerra in Ucraina raccontata da una scrittrice attraverso le paure, le incomprensioni e la rabbia dei bambini: pensieri "spaiati" su quel che sta succedendo a noi e al nostro immaginario

La voce di Elisa si allunga nel grido di Zombie dall’Italia a Mosca, al resto del mondo. Si riflette negli occhi slargati dei bambini per poi infrangersi nel tremito di un cagnolino e infine esplode tra i corpi dilaniati che tingono la neve di rosso. La neve all’ombra delle bandiere. La neve sciolta, bevuta, mangiata. […]

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Flavio Fusi
Cronache infedeli

Geologia dell’impero

Da Stalin a Putin, dalla Georgia alla Cecenia, dalla Inguscezia all'Ucraina: scavi dentro la terra e porti alla luce successive stratificazioni che parlano di guerre dimenticate, fughe, occupazioni, pogrom e torti mai perdonati incisi nella memoria

I profughi ceceni stanno in un vecchio scalo ferroviario ai bordi della città. Ruggine e vento, in questa fredda mattina primaverile del ’94: Nazram, Inguscezia, periferia della guerra. L’uomo che ci accompagna nasconde – esibisce – una rivoltella sotto il pesante giaccone di pelle nera. Conosce tutti, saluta i vecchi seduti davanti ai vagoni affondati […]

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Nicola Bottiglieri
Il senso di una crisi

Golia contro Davide

Perché il Davide Ucraina non ha avuto paura di Golia Russia? Perché continua a difendersi con la sua fionda? Forse, come diceva Churchill, «la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla soltanto ai militari»

Dall’accampamento dei Filistei uscì un campione, chiamato Golia, di Gat; era alto sei cubiti e un palmo. Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo. Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle. L’asta della sua […]

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