Paola Benadusi Marzocca
Un libro di Simon Garfield

Amico uomo

Nel pieno della stagione più a rischio per il numero di abbandoni, “Il miglior amico del cane”, divulgando caratteristiche non sempre così note, aiuta a comprendere comportamenti e ad apprezzare meglio le risorse di una relazione preziosa

Non c’è animale domestico più vicino all’uomo del cane e si può aggiungere che esistono cani indimenticabili per i loro padroni. Leggendo il libro del divulgatore inglese Simon Garfield, Il miglior amico del cane – breve storia di un legame indissolubile (Ponte alle Grazie, trad. Alessandro Peroni, 322 pagine, 18 euro) si capisce che il rapporto fra cani e uomini è caratterizzato da reciprocità ma nel confronto spesso i cani si distinguono in meglio per le loro doti di fedeltà, coraggio, abnegazione, intelligenza. Non tutti i cani hanno lo stesso carattere anche se appartengono a un’unica razza, avendo infatti una personalità decisamente evoluta, variano tra loro, basti pensare ai Jack Russel, forse un po’ bulli, ma svegli come spesso lo sono anche i meticci. L’uomo, scrive Garfield, ha cominciato a studiare scientificamente le straordinarie facoltà percettive del cane solo molto di recente. E ancora: «un numero sempre maggiore di ricerche suggerisce che vivere o lavorare con un cane possa ridurre il rischio di infarto e ictus…». Per non dimenticare la “pet therapy” spesso trascurata in Italia rispetto ad altri paesi europei.

È curioso sapere che per Charles Darwin i cani non furono solo animali di compagnia, ma fonte continua di ispirazione e osservazione sperimentale; soprattutto era affascinato «dalla loro apparente affinità con gli uomini nei pensieri, nella espressioni e nella psicologia». Darwin soffrì per la morte dei suoi cani, un dolore intenso quanto la perdita di una persona cara. Tuttavia come ha scritto Konrad Lorenz nel suo insostituibile libro E l’uomo incontrò il cane (Adelphi), la qualità di essere fedeli al proprio padrone rende i cani simili l’uno all’altro perciò per riempire il vuoto che il vecchio amico lascia conviene sempre trovare un cucciolo che gli somigli. Molte persone non vogliono dividere la loro esistenza con un cane pensando al dolore che procurerà loro l’inevitabile distacco. Ma «nella vita umana è fatale che si paghi ogni gioia con un tributo di dolore». Purtroppo oggi per i cani sono tempi difficili, anche se nelle città il loro numero è in aumento hanno poco spazio a disposizione e i marciapiedi sporchi dei loro escrementi sono la prova dell’involgarimento della società. Chi ha un cane non può ignorare di avere degli obblighi morali nei suoi confronti, e se non li sente, meglio allora rinunciare a tenerli. Non è forse inquietante che gli animali, non solo i cani, ancora siano privi di diritti non soltanto secondo i parametri del codice penale, ma anche per la crudeltà di tante persone? Spesso abbandonati o maltrattati sono destinati a una misera fine, se a volte non intervenissero le associazione per la difesa degli animali composte in genere da volontari che svolgono gratuitamente un lavoro encomiabile quanto utile. Il desiderio di stare vicino al padrone nella buona o nella cattiva sorte è uno degli elementi peculiari del temperamento dei cani perché sono creature complesse e meravigliose nella ricchezza dei loro istinti naturali e nel legame di profondo amore che li lega all’uomo anche quando questi non se lo merita. 

Nell’immagine vicina al titolo, la riproduzione di un’opera di Aja Trier della serie “Starry Night Dogs” 

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