Paola Benadusi Marzocca
“La magica penna di Joanne”

Destinati al successo

Joanne Kathleen Rowling già a sei anni aveva deciso di fare la scrittrice. Sarà perché nella sua testa c’erano molte fantasticherie… Un giorno ebbe la visione del ragazzino che sarebbe diventato Harry Potter. Lo raccontano in un bel libro per “piccoli lettori” Marina Lenti e Miriam Serafin

Lo cercano ancora, ma il nuovo Harry Potter non c’è. In tanti vorrebbero salire sul treno verso Hogwarts perché è un treno speciale che pochi riescono a vedere perché esiste solo nell’immaginazione. Proprio qui sta la principale attrattiva dei romanzi di J.K. Rowling, che fino all’ultimo –Harry Potter e i doni della morte(Salani) – non hanno deluso le aspettative. In essi il mondo parallelo creato con straordinaria capacità fantastica dalla scrittrice, trasmette un messaggio incancellabile: lo scopo della vita risiede nell’amicizia, nell’amore, nei rapporti veri che possono travalicare i limiti dei legami di sangue. Come non dimenticare gli orribili zii di Harry e l’odioso cugino che in nessun momento rivela un lato positivo, un moto dettato da affetto per Harry malgrado sia cresciuto con loro? La verità dei rapporti è difficile, nascosta spesso da una ragnatela di invisibili ipocrisie, e spesso non basta una vita per raggiungerla. L’immersione nel fantastico per i ragazzi è considerata a volte una sfida e una minaccia a tutto ciò che nella quotidianità di ogni giorno è fasullo, volgare e falso. Lo sanno quegli adulti che temono per i loro bambini le streghe e gli orchi pensando che possano fare paura, invece è proprio attraverso dimensioni fantastiche che ognuno può arrivare alla libertà e alla conoscenza di sé. Il mondo della magia è privo di confini prestabiliti, dà slancio e sicurezza. Chi non desidererebbe possedere poteri soprannaturali? 

Fin da piccola, ad appena sei anni, J.K. Rowling aveva deciso di fare la scrittrice, come raccontano nel loro piccolo libro Marina Lenti e Miriam Serafin, La magica penna di Joanne (EdizioniCorsare, 51 pagine, 14 euro), felice combinazione di contenuto e disegni dai colori brillanti. I genitori erano fieri della loro bambina che amava tanto leggere almeno quanto era appassionata di cavalli e che sapeva galoppare con la fantasia, ma avrebbero preferito scelte più concrete per il suo futuro. Ma Joanne fin da allora non aveva dubbi, voleva scrivere. Era una bambina un po’ speciale, timida e taciturna, con splendidi occhi azzurri e dentro di sé un mondo popolato di personaggi che non vedevano l’ora di uscire allo scoperto. Magia o vocazione inarrestabile? Il suo destino era segnato come si comprende dalla lunga “conversazione” che J.K. Rowling rilasciò a Lindsey Fraser (Ponte alle Grazie) dopo il successo del primo volume, Harry Potter e la pietra filosofale(Salani).

Tuttavia il suo percorso di scrittrice fu lungo e faticoso. Proprio durante un viaggio in treno le apparve come una visione l’immagine di un ragazzino con gli occhi verdi e una cicatrice a forma di saetta sulla fronte. È Harry Potter. La sua storia ha un triste inizio, è orfano e odiato dai suoi parenti nel mondo dei “Babbani”, ma nel mondo parallelo in cui vivrà le sue avventure, è già famoso. È “il bambino che è già sopravvissuto”. E con il tempo, crescendo, affinerà la sue arti magiche e alla fine vincerà contro il malvagio Voldemort perché pur essendo un eroe positivo, dentro di sé integrerà qualcosa di spietato, altrimenti sarebbe stato sopraffatto. 

L’identificazione dei ragazzi con Harry sarà immediata anche per i film tratti dalla saga e contribuirà alla scoperta del piacere della lettura malgrado il giudizio negativo di alcuni critici. Il trionfo di J.K. Rowling, come lei stessa ha affermato più volte, non è stato determinato dalla struttura del marketing, dalla pubblicità delle librerie e neppure dai film, anche se tutto questo accompagnerà il successo dei romanzi via via che venivano pubblicati. All’inizio a fare andare la ruota del successo probabilmente ha influito la storia dell’autrice, giovane insegnante disoccupata, divorziata, con una bambina piccola da allevare. La giovane mamma seduta a un bar di Edimburgo a scrivere giorno per giorno le avventure di Harry Potter ha colpito l’immaginario collettivo, ma il ragazzo dotato di poteri magici non ha avuto bisogno di nessuno per attraversare il mondo. La forte tensione morale, l’attrazione dei ragazzi per le distinzioni nette tra bene e male come per le emozioni violente, l’inesauribile voglia di fuga nel fantastico hanno fatto il resto.

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