Sergio Buttiglieri
Al Teatro Ivo Chiesa di Genova

Ulisse e i droni

Linda Gennari, diretta da Davide Livermore, porta in scena un duro monologo di George Brant: la storia di una top gun che si ritrova a fare la guerra da casa senza abbandonare la sua identità di madre e moglie. Una riflessione amara sui conflitti impersonali di oggi

Inizio di stagione di grande qualità, a Genova. Prima nazionale di Grounded, un emblematico testo di George Brant che debuttò con estremo clamore al Festival di Edimburgo del 2013. Dopo oltre 150 allestimenti fra l’Inghilterra e gli Stati Uniti, finalmente approda in Italia con la regìa di Davide Livermore, Direttore artistico del Teatro Stabile di Genova. Un monologo molto impegnativo, di quasi due ore, fatto di grigi spenti, di blu gioiosi, e di ipnotici schermi, che è stato recitato con profonda intensità da Linda Gennari.

Il pubblico, ben distanziato e con mascherina, ha vissuto con emozione questo inizio della stagione teatrale genovese. La protagonista, nel ruolo di una pilota americana di aerei F16 da guerra, a un certo punto, causa una gravidanza, viene riposizionata a terra, “grounded”, a guidare da una poltrona da combattimento, in una roulotte senza vetri, in mezzo al deserto americano, micidiali droni che comunque uccidono e che le permettono di ritornare a casa ogni sera ad abbracciare il marito che lavora come croupier a Las Vegas e la piccola figlia.

Ulisse, ci ricorda ad un certo punto il monologo, sarebbe stato molto diverso se ogni giorno fosse ritornato a casa dalla guerra. Queste contraddizioni contemporanee la mettono in crisi sempre più e ci trasmettono una crescente assurdità delle guerre contemporanee, sempre più asettiche nel loro non essere di presenza. Una sorta di distanziamento sociale antelitteram che tanto ci è familiare oggi per altri motivi legati alla reale guerra dei nostri giorni contro la pandemia.  Noi che camminiamo per strada, non urtiamo più nessuno perché siamo traslucidi. Tutti noi incessantemente pedinati da telecamere nascoste a cominciare da quelle dei centri commerciali, luogo del nostro tempo apparentemente speciale, in cui consumiamo il cosiddetto tempo libero per assolvere alla funzione di consumatori.

«Se moltiplichi il vuoto di ogni giorno per tutta una vita», ci ricordava anni fa Rodrigo Garcia, altro dirompente autore teatrale che seguii anni fa nelle sue memorabili performance, «il risultato sarà la tua apparizione sulla terra solo nella veste di animale che calca il terreno senza lasciare la minima traccia». 

Un’angoscia che l’attrice di questo straordinario monologo di Brant, ben ci comunica con la sua precisa gestualità. Con i suoi rari movimenti e con un testo che non ci lascia scampo. Noi, assieme a lei, ancorati, su una piattaforma che continua a salire e scendere sul palcoscenico. Le fastidiose ambiguità della implacabile guerra contemporanea senza testimoni, sono fonte di insanabili tormenti dell’anima in tutti noi, grazie anche a questo tragicissimo testo. La vita apparentemente normale di questa top gun appiedata, ci appare a noi ancora più folle e insensata.

Quello che colpisce in questa opera è lo slittamento di senso, l’intercapedine che si forma tra significato e significante, creando una sorta di terza dimensione che è il territorio in cui si genera il nostro cortocircuito mentre assistiamo alla recita di questa impareggiabile attrice.

Un testo che è stato tradotto in 14 lingue e che debuttò con la regia di Chris Haydon, recitato a suo tempo da Anne Hathaway, prodotto dal National New Play Network, una delle reti teatrali americane che più promuove lo sviluppo della nuova drammaturgia. 

E avercelo ritrovato in prima nazionale a Genova al teatro Ivo Chiesa, alla vigilia del 1° maggio, è di grande auspicio per riprendere ad amare il teatro contemporaneo non convenzionale in un tempo così complesso per i lavoratori dello spettacolo. Gli interminabili calorosissimi applausi alla fine del monologo confermano quanto efficace sia stata la viscerale interpretazione di Linda Gennari, sicuramente fra le più interessanti del panorama teatrale italiano.

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