Roberto Mussapi
Every beat of my heart

L’incendio nel cuore

Poeti adoratori del fuoco. Dante e Shakespeare, Cavalcanti e Buonarroti, Luzi e lo stesso Mussapi. E Prometeo, e Marco Polo che ammira gli zoroastriani. Anche Rumi, il mistico persiano, canta «la fiamma vivace» e la nuvola nera che oscura la mente. È il fuoco divorante dell’Amore. Amore e Poesia…

Appartengo al Cerchio del Fuoco: non è una setta, né tantomeno una lobby, ma una spontanea associazione di anime che per affinità elettive sentono non solamente il potere distruttivo del fuoco, innegabile, come è distruttivo ogni eccesso di ardore, ma la generatività dell’elemento che ci donò Prometeo, fucina dell’anima. Sono uomo e poeta dell’acqua, e dell’aria, e il fuoco mi pare inscindibile da questi due elementi. La terra è un’altra cosa.
Sono seguaci del fuoco i suoi adoratori, gli zoroastriani che Marco Polo incontra e ammira nel suo viaggio meraviglioso, gli stessi che discendevano dai Re Magi che videro traverso il fuoco adorato una stella svelante. Poeti del fuoco, Luzi, Al fuoco della controversia, io stesso, La polvere e il fuoco, alle spalle i maestri irraggiungibili Dante e Shakespeare, e i grandi poeti dell’ardore anche distruggente, Cavalcanti e Buonarroti, fuoco divorante. Rumi ha il fuoco mistico che è l’amore stesso. Il suo cuore si incendia, di nuovo, il che significa: sempre.

Amore e poesia sono figli del fuoco.

S’è incendiato di nuovo, il mio cuore.

È una fiamma vivace: tu lascia che bruci.

Consumati, cuore, nel fuoco, e sta’ zitto: 

una nuvola nera m’oscura la mente.

Ha sognato, di nuovo, il mio cuore

di cadere per terra, percosso e dolente:

come un’ombra mi sono annientato

poiché il sole trionfa e soggioga la terra.

Somiglia a un bandito, il mio cuore:

ogni notte vorrebbe ghermire il rubino

all’Amico, che pare un sovrano regale.

Ma dove si cela? È un po’ come rubare

ad un ladro che ha preso il bottino al nemico:

molte anime sognano fughe dal corpo

però le trattiene quel dolce avversario.

Il mio cuore ferito, bramando il suo dardo,

la sua faretra ha persino afferrato coi denti.

Jalal ad-din Rumi

Traduzione di Stefano Pellò

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