Giuseppe Alagna
Parole e ombre/11

Rosa Rubino

La rassegna dedicata alle variazioni intorno a Don Giovanni prosegue con un racconto in versi di Giuseppe Alagna illustrato da un'immagine di Marco Marassi

Immagine di Marco Marassi


Rosa Rubino
nome creato dall’immaginazione
e fatto reale, di carne
più che vivente.
Ontologico come un universale.
Da me, da me, il Pigmalione…

Rosa Rubino
rosa e rubino
dea dei poveri e dei ricchi
dono dei poveri e dei ricchi
dono di fioraio e di orefice
di fornaio e di pasticciere
figlia di terra, di sole e di miniere
diadema personificato
carne e ossigeno in congiunzione miracolosa
strumento sublime da suonare con note
di “Ti amo”
corpo laser che disintegra i vestiti
corpo nudo
sempre nudo
forme di trapezista
occhi da rubare col nome coincidenti
culo di violoncello
caverna da esplorare
giovane quercia in primavera
fresca carne in attesa di morsi
colomba altera
ape regina
fata
(fossi Pinocchio dal naso aguzzino…)

Beatrice sensuale
Laura formosa
diavolo negli occhi di S. Tommaso
terrore dei gufi
respiro del mattino
stella di terra
stella cometa
via Lattea
preda degna di Pablo e Gabriele
fiammella
camino
corpo fatto di utopia
latte miele e sangue di vitello
gonfiatrice (naturale) dei sessi
farfalla gigante
donna donna
lembo d’universo Ungarettiano
ultimo resto del tesoro degli Incas

Punto esclamativo
filo d’Arianna di profumo
lampadario da Grand Hotel
porto in cima al Paradiso di Dante
corpo puro nel peccato
realismo nominale Piagetiano
mistero dell’universo riproposto
nuova Maria
corpo da trafiggere
anelato riparo dalle piogge del mondo

Dinanzi al tuo fuoco
al tuo infinito terrestre
pulsionalità misteriose
m’inghiottono
sei nata regina
dolce Antonietta che mai alcuno
potrà ghigliottinare.
Rubino con petali di Rosa
sei regina senza mantelli né corone
sarai nuda sempre.

Così parlai, cantai al fluire dell’innamoramento
prima di svegliarmi, nel reale.
scoprii che altri giocavano al gioco dell’illusione
come il mio. Seppi di una genia esistente.
 (Jensen con la Gradiva, quando studiavo
da giovanissimo, mi aveva condizionato?
O era solo la mia natura a farmi uscire il canto?)

Avrei preferito tu non fossi ideale
prodotto e figlia di un Pigmalione.
Avrei preferito tu fossi reale. Sei stata il sintomo
di un creatore di bellezza, un sognatore
folle di fierezza e di vuoto…
Sognare è un dongiovannismo dello spirito
meno crudo del reale che ti avvolge i fianchi
e ti chiude gli occhi. Il mugugno come unico canto.
Ho avuto la stessa malattia di Orfeo.
Non ti ho mai portata fuori dall’Abisso.


Giuseppe Alagna ha espresso le sue capacità vitali nella recitazione, soprattutto teatrale, e nella poesia, più o meno contemporaneamente Anche la pedagogia scolastica, inoltre, ha sostenuto (per caso o per destino) il suo viaggio esistenziale. Le passioni intellettuali si sono sempre divise e intrecciate tra letteratura e scienze dell’uomo. La sua poesia va dall’intimismo lirico all’impegno civile e politico, .fino al grottesco, talvolta. È stato ospitato in alcune antologie.


Marco Marassi, classe 1975, studia fotografia presso la Scuola di Arti e Mestieri Ettore Rolli di Roma. Con la performer Barbara Lalle, compagna nella vita e nell’arte, l’artista ha sviluppato progetti multidisciplinari in cui il cardine è dialogo fra performance e fotografia e la trasmutazione del fruitore in performer. Tra i vari riconoscimenti è vincitore del premio “Warsteiner young talents” presso l’ Affordable Art Fair 2015 e Finalista Premio Arte Laguna 2014.

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