Lidia Lombardi
Verso il premio letterario

Strega per sei

Sarà una sfida tra Veronesi, Carofiglio e Parrella il prossimo Premio Strega? Annunciata la cinquina che però, per garantire le piccole case editrici, è diventata una sestina. Aspettando il Ninfeo di Valle Giulia

Un anno strano, un Premio Strega strano. Intanto per la prima volta, causa coronavirus, ha lasciato l’attico di via Fratelli Ruspoli, la casa di Maria Bellonci, fondatrice del maggiore alloro letterario italiano, per traslocare al Tempio di Adriano. Altra novità, un voto esclusivamente on line, con le schede da consegnare entro le ore 13 di oggi. Infine, il debutto della cosiddetta clausola di salvaguardia prevista dal regolamento: invece di una cinquina, è stata proclamata una sestina, perché tra i primi cinque non è entrato un titolo pubblicato da un editore medio-piccolo, meglio dire indipendente.

Cosi potranno fregiarsi della targhetta “finalista al Premio Strega” questi libri:  in cima con 210 voti Il colibrì di Sandro Veronesi edito dalla Nave di Teseo (che avendo acquisito di recente altri quattro marchi, è diventata a tutti gli effetti un gruppo editoriale); inseguono entrambi con 199 voti La misura del tempo di Gianrico Carofiglio e Almarina di Valeria Parrella entrambi con il marchio Einaudi; al quarto posto – 181 voti – Ragazzo italiano di Gian Arturo Ferrari, Feltrinelli; al quinto – 168 voti – Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli, Mondadori. Infine, ripescato dalla “riserva indiana”, Febbre di Jonathan Bazzi, esordiente di Fandango, che scavalca il sesto posto di Marta Barone con La città sommersa, Bompiani.

Una cinquina annunciata, per quanto riguarda l’entrata di Veronesi, che ha già venduto moltissimo e che è il pezzo da novanta messo in pista dalla editrice di Elisabetta Sgarbi, lo scorso anno finalista con il bel libro di Claudia Durastanti. Ovvio anche l’ingresso di Carofiglio, divo delle classifiche che introduce nello Strega, in un certo senso snaturandolo, il libro di genere, un giallo. Come era scontato quello di Gian Arturo Ferrari, tra le più importanti figure dell’editoria italiana, per la prima volta romanziere, in gara oltretutto con Feltrinelli, che ritorna a competere dopo molti anni. L’ex aequo di Carofiglio con il bel libro di Parrella pone anche un problema di “fuoco amico” in vista della finale del 2 luglio al Ninfeo di Villa Giulia, perché entrambi i titoli sono editi da Einaudi. Sincera ed emozionante la storia di Mencarelli, del colosso Mondadori, che dunque a livello di gruppo piazza tre volumi, essendo Einaudi nella sua orbita.

Jonathan Bazzi ringrazia la buona stella e il seguito avuto dal suo esordio nel romanzo, con una biofiction forse un po’ acerba.

Da ricordare che Mencarelli ha vinto la settima edizione del Premio Strega Giovani, assegnato da ragazzi tra i sedici e i diciotto anni provenienti da 58 scuole secondarie. L’annuncio via Skype al Tempio di Adriano è venuto dal presidente della Camera Fico, penalizzato da un collegamento che praticamente non gli ha fornito un audio decente.

In tutto i voti sono stati 592, 89,7 per cento dei 660 votanti. Infatti da anni agli storici 400 Amici della Domenica si sono aggiunti 200 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da 20 istituti italiani di cultura all’estero, 40 lettori forti selezionati da venti librerie indipendenti, 20 voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura. L’ampliamento della giuria ha avuto il fine di bilanciare, come la clausola della salvaguardia, lo strapotere delle grandi case editrici. La cinquina di quest’anno non c’è affatto riuscita.

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