Lidia Lombardi
Itinerari per un giorno di festa

Grand Tour 2.0

Oggi in diretta streaming, un viaggio tra natura e cultura alla scoperta dell’Italia più nascosta e in cerca di rilancio. Primo focus i parchi letterari della Basilicata, abitati da personaggi come Carlo Levi, Francesco Lomonaco, Albino Pierro, Federico II

È tra le più piccole regioni italiane e la seconda meno densamente popolata. Eppure ha il record di Parchi Letterari. È la Basilicata, che dei comprensori tra natura e letteratura creati nel 1992 da Stanislao Nievo ne possiede sei. E dalla terra che ospitò Carlo Levi parte il Grand Tour che si svolgerà on line oggi, 5 giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente. Idee di viaggio, libri, itinerari e parchi letterari il sottotitolo della manifestazione, in programma dalle 10 alle 20 sul canale Youtube del mensile “Leggere:tutti”. Oltre cinquanta ospiti in collegamento animeranno il viaggio attraverso l’intera Italia in cerca di rilancio. Perché l’idea di questa iniziativa nasce da un lato per comprendere come si modificherà il turismo e dall’altro per proporre itinerari alla scoperta di mete poco conosciute, illustrate durante la diretta streaming, ma che sarà possibile visitare in forme organizzate e visite guidate promosse a luglio e agosto appunto dalla rivista diretta da Annalisa Nicastro.

Dunque, i parchi letterari della Basilicata saranno il primo focus della Giornata, introdotti dallo scrittore Raffaele Nigro. Quello dedicato a Carlo Levi si trova ad Aliano, in provincia di Matera. Un borgo affacciato su calanchi argillosi come la città dei Sassi, dove fu confinato nel 1906 Levi, il medico-pittore-scrittore torinese che scontò qui il suo impegno antifascista. «Spalancai la porta-finestra, mi affacciai a un balcone dalla pericolante ringhiera settecentesca di ferro e, venendo dall’ombra dell’interno, rimasi quasi accecato dall’improvviso biancore abbagliante», scrive nel suo Cristo si è fermato ad Eboli. E raggruma in queste due righe il carattere del territorio, terra di nobili raffinati come l’arabesco del ferro battuto, inondata dalla luce del sud, schiva al pari dell’ombra di segrete stanze o di boschi. Dalla Casa di Levi il Parco letterario, istituito nel 1998, si estende alla Pinacoteca, che ne ospita i dipinti, e al Museo della Civiltà Contadina, fino al presepe artistico di Francesco Artese e ai panorami dalle terrazze naturali. (Nella foto: Carlo Levi ad Aliano).

Il Cinquecento corrusco e violento è invece il leit motiv del Parco Isabella Morra, la poetessa blasonata che fu imprigionata e poi uccisa dai fratelli a venticinque anni, colpevole di amare un nobile spagnolo. Sperò invano di essere salvata dal padre lontano, Isabella, alla quale non restò che spiarne l’arrivo dall’alto della sua dimora, il castello medievale di Valsinni (Matera): «D’un alto monte onde si scorge il mare/ miro sovente io, tua figlia Isabella,/ s’alcun legno spalmato in quello appare/ che di te, padre, a me doni favella…» scrive la sua pena in versi. L’itinerario si snoda attraverso i vicoli fermi nel tempo, le viuzze del centro storico rinserrato sotto il maniero normanno, all’ombra del monte Coppolo, mentre in basso scorre il fiume Sinni, fatale durante una piena per gli elefanti di Pirro.

Morte feroce e violenta anche per un altro protagonista di Parco Letterario lucano, Mario Francesco Pagano, condannato a morte all’indomani della caduta della Repubblica di Napoli, per la quale aveva contribuito a scrivere la Costituzione del 1799. Un illuminista, Pagano, nato a Brienza, nel Potentino, e formatosi negli studi giuridici a Napoli, dove fu anche letterato e filosofo. Nella Pinacoteca del Comune di Brienza un dipinto di Giacomo Di Chirico lo raffigura mentre ascolta la sentenza di morte, che lo accomunò ad altri rivoluzionari, come Eleonora De Fonseca Pimentel. La casa natale, la Biblioteca e il Centro Studi sono le tappe dell’incontro con il patriota, il resto lo fanno la mole del castello angioino dei Caracciolo, gli androni finemente lavorati delle dimore blasonate e il Parco Monumentale, innestato sulla ricchezza paesaggistica del luogo, punto d’incontro della Val d’Agri e della Val Melandro.

Un altro rivoluzionario antiborbonico formatosi sulla storiografia di Giambattista Vico fu Francesco Lomonaco, di Montalbano Jonico (Matera). Ebbe la fortuna di scampare al patibolo per un banale errore di trascrizione del suo cognome che gli consentì di fuggire in Francia. Quando tornò in Italia si trasferì al nord, insegnò a Pavia grazie al Monti e strinse amicizia con Jacopo Ortis e Foscolo. Ai quali lo accomunò la ribellione esistenziale contro i codardi e la censura napoleonica alle sue opere, tra cui Vite degli eccellenti italiani. Una sofferenza che lo portò a suicidarsi, nel 1810, gettandosi tra le acque del pavese Navigliaccio. L’istituzione del Parco Letterario nella città del Materano è recente e premia oltre alla figura limpida del patriota la bellezza della città addossata al Parco Nazionale dei Calanchi.

Si chiama “U pahazze” la casa dove vide la luce Albino Pierro, nella piazza del centro storico di Tursi (Matera), scenario suggestivo che con la vista del torrente Pescogrosso, del convento di San Francesco e dei dirupi del rione Rabatana (nella foto) seppe ispirare i versi del poeta nato nel 1916. La sua biblioteca, donata al Comune, è sede del Parco Letterario quando mai funzionale a Pierro, che fece soprattutto poesia dialettale perché «quella di Tursi era una delle tante parlate destinate a scomparire», perciò, spiega, «ho dovuto cercare il modo di fissare sulla carta i suoni della mia gente». Infine, il Parco Letterario dedicato allo Stupor Mundi, Federico II. Che a Melfi nel 1231 pose le basi dello stato amministrativo moderno promulgando nel Castello del Potentino, tra le sue residenze più amate, le Tavole Melfitane. Una città fortezza, cinta da mura lunghe quattro chilometri, dominata dal maniero normanno, fiera per il suo Museo Archeologico voluto da Massimo Pallottino, padre dell’etruscologia. L’itinerario comprende la Cattedrale dell’XI secolo con la torre campanaria edificata quasi cent’anni dopo per volontà di Ruggero II e la Porta Venosina, l’unica del periodo normanno ad aver resistito al terremoto del 1851, forse perché fu Federico II stesso, che l’attraversava per l’ingresso a Melfi, ad averla restaurata.

C’è molto altro, nella diretta streaming di oggi, sui Parchi letterari italiani: dalla Villa Reale di Monza al Giardino di Ninfa, alle Cinque Terre al CHM Lipu di Ostia e fino al Geominerario della Sardegna, rispettivamente sotto il segno della regina Margherita, della contessa Caetani, di Montale, Pasolini, Dessì. E ci saranno interventi di significativi scrittori, tra i quali il Premio Strega Paolo Cognetti e il romanziere-poeta Andrea Di Consoli, figlio di lucani emigrati in Svizzera.

Il Grand Tour in Italia tra cultura e natura ci aiuterà non ad attraversare lo Stivale ma a viverlo nelle sue suggestioni di parola scritta e paesaggi.

 

Facebooktwitterlinkedin