Angela Maria Salvatore
“Breviario d’autunno” di Mario Aldo Toscano

Fenomenologia di Glauco

Tra storia e biografia, l’esperienza esistenziale diventa protagonista del romanzo. È il percorso che compie l’autore nel concludere, con questa nuova opera, il trittico ideale avviato con le due precedenti

Ultimo di un trittico ideale, dopo Storia di Dan e Lettere dal Sud, esce Breviario d’autunno presso il medesimo editore Asterios di Trieste, specializzato in letterature internazionali e in saggistica storico-politica ed economica d’avanguardia. L’autore, Mario Aldo Toscano, già direttore del Dipartimento di Scienze Sociali all’Università di Pisa, lucano d’origine e pisano d’adozione, completa un percorso teorico e narrativo che, avviato con la rievocazione di vicende tra le più tragiche della storia d’Europa (Storia di Dan), passando attraverso il nostro Sud (Lettere dal Sud), approda a un volume (Breviario d’autunno) in cui la storia del nostro Paese degli ultimi cinquant’anni viene riproposta nel racconto di una vita vissuta negli alti e bassi dell’esperienza umana e delle transizioni di spazio e di tempo.

A ben vedere, lo schema metodologico è sempre il medesimo: quello di dipanare la storia mediante la biografia. Si tratta di un modulo di scrittura altamente incisivo, che non lascia l’immaginazione del tutto libera perché collocata in eventi molto precisi della realtà e d’altronde non permette alla realtà di svolgersi nella sua cronaca senza elevarsi al livello di possibilità: l’esperienza esistenziale si consuma pertanto in uno scenario di oscillazioni drammatiche ma anche creative. L’effetto narrativo di questo presupposto è la sospensione e l’attesa. Nel caso di Breviario d’autunno anche più pervasive e suggestive di quanto non fossero negli altri due volumi. Il testo antepone agli sviluppi della trama le elaborazioni del pensiero, cosicché proprio il pensiero del protagonista diventa il richiamo più autentico e costruttivo del racconto.

Nella presentazione del volume, è scritto che si tratta di un’opera esistenzialista, intendendosi questa espressione come un’esplorazione e rappresentazione dell’esistenza nel protagonista e nello stesso tempo delle esistenze dei tanti personaggi che popolano le duecentosessanta pagine di testo. Esistenze che si muovono insieme su territori definiti come quelli del nostro Paese e non definiti come quelli “primitivi” dell’Amazzonia o “avanzati” come quelli degli Stati Uniti. Glauco – questo è il nome del protagonista – si aggira nel mondo spinto dall’ansia di dare significato al suo vivere, che tenta di consolidare nella ricerca di rapporti stabili, sentimentali e intellettuali, che non troverà. Di qui un’atmosfera costellata di luci e di ombre modulate dalle aperture e dalle chiusure che le contingenze consentono di volta in volta. Glauco ha raggiunto grandi traguardi nel suo itinerario sociale e professionale, ma è comunque insidiato da un’inquietudine che non gli permette di apprezzarli. Il problema del valore, ossia del significato, così presente nelle correnti fenomenologiche moderne, lo perseguita incessantemente e praticamente, al di là di ogni astrazione puramente mentale. Spogliatosi di tutto, alla fine, il protagonista parte per un viaggio di ritorno al passato che, se ritorna, è irrimediabilmente sgualcito dal tempo. In questo viaggio a ritroso, c’è l’ultima sfida di chi intende almeno testimoniare di essere davvero stato nei luoghi e tra le persone della sua avventura umana, che volge all’autunno. Il problema del tempo rimane un problema indecifrato, grave e solenne nel distacco dal mondo.

Il volume ha un suo forte carattere e si pone, in un certo senso, fuori da qualsiasi corrente narrativa ribadendo una speciale originalità che prevede pause, meditazioni, e poesia. Il lettore è invitato a percorsi introspettivi di grande fertilità interiore. In questa senso è un libro assai generoso e denso di sollecitazioni a ritrovarsi, liberando i meandri dell’anima dai rovi e dagli spini che spesso nascondono o deviano il cammino. Non è un caso che l’Editore Asterios faccia uscire contemporaneamente un altro piccolo testo, curato dallo stesso professor Toscano, dal titolo Poesie migranti. Antologia della sofferenza ribelle. Sebbene in altro ambiente e con altri caratteri, il discorso sull’esistenza continua.

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