Roberto Mussapi
Every beat of my life

Il vuoto e l’angelo

Enigmatico e trascinante Piero Bigongiari in questi versi. Un invito all’uomo «a ritrovare i pezzi della sua anima perduti e dispersi» dopo che il messaggero divino lo ha abbandonato. Per ritornare però, attraverso l’Altro

Una poesia incantante di Piero Bigongiari, poeta fondamentale del Novecento italiano, già incontrato in questa rubrica.
Enigmatica ma trascinante, se il lettore si abbandona al flusso acquatico e metamorfico del verso bigongiariano.
L’angelo è scomparso, ha abbandonato l’uomo, il poeta, il narratore. Che ne sente il vuoto.
L’angelo ricompare, in un altro, un’altra, e solo grazie a lei può tornare all’uomo che ha lasciato. Il rapporto d’amore del messaggero divino implica amore tra due umani, comunicazione, passaggio.
Toccante la gelosia dell’uomo, che mentre avverte il vuoto lasciato dall’angelo lo scopre tornare, a lui, certo, ma attraverso di lei.
Sapienziale, questa lirica, ma anche, a seguirne il moto, quasi fanciullescamente sorgiva, con l’uomo che è aiutato a ritrovare i pezzi della sua anima perduti e dispersi.
Invocazione e inno a un essere, una realtà che sovrintende la poesia: realtà, dimensione angelica, sciamanica.

 

Gelosia per l’angelo

Il remo è inerte sullo scalmo. È calmo

anche il silenzio. Ha smesso di parlare?

Ciò che è rimasto a mezzo non ha più

necessità di completare il suo

periplo?

 

Eppure il mare è sempre quello,

sembra ancora in ascolto, nel fruscio

silenzioso, che la parola apra

le labbra di corallo sul tuo volto.

 

La sabbia è ancora umida. Scompare

là silenzioso un lampo di caldo

come se in quel verdastro brulichio

fosse un asteroide caduto

nel muto rovinio di un ordine

o di un cenno celeste ormai perduto.

 

Non sei tu l’Annunciata? Dove sei?

Dove cerchi di riscuotere l’ultima

rata della felicità? (Fu parafata

da un dolore sorpreso o da una fata

troppo innamorata)?

 

Fa’ che inerti

non siano i segni, o è già la ventata

di un’ala se è un angelo che viene

a cercarti. È l’angelo che mi ha

abbandonato. Per trovarti in me

o per trovare un resto del mio cuore

impigliato tra le sottili arti

del tuo più enigmatico sorriso?

 

O forse è lui che viene ad amarti

scompigliando il tuo viso, scarmigliando

la luce in cui l’amore si è nascosto.

Chiedigli il nome, mentre il suo lampo

fruga le tue chiome corvine.

Piero Bigongiari

Da Il silenzio del poema, Marietti

 

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