Anna Camaiti Hostert
Cartolina dall'America

Trump Parade

Stravolgendo una antica e solidissima tradizione, il presidente narciso ha trasformato l'Independence day in una autocelebrazione di casta. Al grido di "prima gli americani", Trump sta cambiando alla radice l'identità del suo popolo. A suo personale uso e consumo

Forse la più sacra delle feste nazionali per il popolo americano è il 4 luglio in cui si celebra l’Indipendenza degli Stati Uniti dalla madrepatria Gran Bretagna che li aveva fino ad allora soggiogati. I rappresentanti delle tredici colonie americane il 4 luglio 1776 scrivono la loro famosa Dichiarazione di Indipendenza che viene commemorata proprio in questa data. Ebbene, Donald Trump vuole trasformare questa celebrazione per tradizione non partisan e unitaria in un omaggio a sé stesso con tanto di discorso pubblico dal Lincoln Memorial, ristretto per l’occasione ai vip e alle persone del suo entourage, invece che lasciato alla gente che lì si raduna di solito per assistere ai tradizionali fuochi di artificio. Non c’è nessuno spazio riservato alla gente comune o nessuna scritta ove si accenni che questa è una festa popolare. “We the people”, l’inizio della Dichiarazione di Indipendenza sembra essere stato dimenticato a favore della prima persona.

In più, il presidente vuole fare sfilare una grande parata militare, cosa mai accaduta prima e che di solito si riserva ad altre feste nazionali come il Memorial Day o il Veterans Day, giornate appunto dedicate ai corpi militari. Ma Trump, dopo avere visto la parata militare a Parigi per il giorno della Bastiglia nel 2017, si è messo in testa che anche per lui ci deve essere un tale evento connesso al 4 di luglio. Non importa se questa è una festa di liberazione dal dominio coloniale e dunque l’opposto di una festa nazionalistica dove si esibiscono tradizionalmente le parate militari. Trump ha dichiarato che ci sarà un grande 4 luglio: «Sarà un omaggio all’America. Il Pentagono e i leader delle nostre forze militari sono felicissimi di fare questo e mostrare agli americani, tra le altre cose, i più avanzati e forti corpi militari del mondo. Ci saranno incredibili parate aeree e Incredibili fuochi di artificio». Purtroppo per lui, sono venute critiche alla parata dagli stessi alti ranghi dei corpi militari che hanno dichiarato che per loro ci sono feste di altro tipo e in altri giorni e che non si sono mai confusi con il 4 luglio, una festa diversa che non ha come scopo principale quello di mostrare la forza e la potenza del paese.

Le critiche piovono da ogni parte non solo dalle opposizioni, ma anche da molte amministrazioni locali preoccupate del dispendio economico di milioni di dollari e di fondi che vedono sfumare. Questa esibizione di narcisismo sfrenato fa risentire perfino lo stesso editorial board dello Washington Post, che, dopo avere ricevuto numerose lettere di protesta si è sentito in dovere di scrivere: «Coloro che ci hanno scritto sono preoccupati che quel giorno tradizionalmente riservato a unire gli americani semplicemente per celebrare l’amore per il proprio paese corra il pericolo di essere cooptato e usurpato. A giudicare dalle ultime rivelazioni dei piani del presidente hanno ragione di preoccuparsi… La parata di aerei, i carri armati e tutti gli altri costosi veicoli militari che formeranno la passerella inoltre avranno costi elevatissimi… Ma la questione delle spese – continua il board – impallidisce di fronte al messaggio che sarà trasmesso da queste pacchiane e vistose attrezzature militari più in tono con una delle tante repubbliche delle banane che con la più salda democrazia del mondo. Questa giornata non riguarderà il patriottismo, ma semplicemente la personalità del presidente e il suo messaggio politico». Il board infine incoraggia la gente a non farsi sviare dalla retorica degli annunci che proclamano un 4 di luglio come non c’è mai stato. Invece, proprio come coloro che hanno scritto al giornale, «dovrebbe reclamare e chiedere di riaffermare per quel giorno i valori promossi e promulgati dai padri fondatori, quegli stressi che la Dichiarazione di Indipendenza l’hanno redatta: la libertà, la tolleranza e il rispetto per tutti». Intanto il City Council di Washington D.C. ha postato un tweet che apparirà anche alla manifestazione del 4 luglio e che recita: «Tanks no tanks».

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