Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Cucchi & Maresca

All'Acquario di Milano domani, domenica 7 aprile, all'interno della personale di Teresa Maresca “Song of myself”, Roberto Mussapi legge "La trasparenza e le acque" scritta da Maurizio Cucchi dopo aver visto le opere dell'artista destinate alla mostra. I suoi versi ne raccontano il mistero...

La poesia di Maurizio Cucchi che vi presento è stata scritta subito dopo aver visto le tele che Teresa Maresca (l’artista che proprio con una delle sue opere illustra questa rubrica) stava raccogliendo per la grande mostra in corso all’Acquario di Milano, dal 2 Aprile al 5 Maggio. Song of myself, il titolo della mostra, omaggio esplicito a Walt Whitman: grandi tele in cui uomini nudi entrano in acque circondate da alberi e piante, in una incantante e misteriosa luce lunare. Un ciclo dell’anima, cosmologico, di un pittore che affianca quelli di alcuni poeti come Whitman, Yeats, Li Po, e che ha colpito immediatamente Maurizio Cucchi (vedi anche //www.succedeoggi.it/wordpress2019/04/natura-tempo-luce/  e //www.succedeoggi.it/wordpress2019/04/canto-di-me-stesso/ ndr). Il quale  ha risposto alla visione con questi versi stupiti e svelanti, con l’elisir di meraviglia e sapienza che è il segreto dei poeti maggiori. Racconta le figure che appaiono, imponenti e un po’ curve, e il loro mistero, la loro natura primigenia e forse, nella loro gigantesca fisicità, onirica o incorporea.
Cucchi ha già scritto versi per Teresa Maresca, una sezione del suo recente, bellissimo libro Sindrome del distacco a lei dedicata.
Questa lirica, La trasparenza e le acque, sarà letta dall’autore Acquario di Milano domenica 7 aprile, insieme a altre scritte come questa spontaneamente, e lette dagli autori Stefano Bortolussi, Gabriela Fantato, e da me, Roberto Mussapi.

 

La trasparenza e le acque

La trasparenza e le acque

i riflessi che intrecciano

nuova natura, vicende, o forse

la vera natura sottostante

che a noi regolarmente sfugge.

 

Il disegno si espone verticale

in vertigini di luce o in tronchi

stranamente istoriati eppure

nella loro scrittura indifferenti.

 

Poi un’ombra  e un’altra

e un’altra ancora compaiono

di fattezza umana, di spalle,

e dunque come senza volto

o dai voli nascosti al chiarore

di una complice luna lontana.

 

Figure notturne dai gesti

feriali, il capo un po’ chino,

i corpi di un classico disegno

in un tempo di pausa e di attesa

e non sai se pronti a riemergere

o infine in silenzio e per sempre

a dileguarsi.

Maurizio Cucchi

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