Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Mare e mito

La sapienza magica di cui si nutre il romanzo-poema “Moby-Dick” si ritrova nelle «stille del canto» del sommo narratore e poeta americano, ex baleniere. Oggi anticipate in questi versi scelti e tradotti da Roberto Mussapi, tratti dal libro di prossima uscita “Melville. Poesie di guerra e di mare”

Melville. Ho anticipato l’imminente uscita del mio volume dello Specchio Mondadori, “Melville. Poesie di guerra e di mare”. Vale la pena offrire gemme in anticipo: mare e mito sono le due dimensioni dell’autore di Moby Dick, il sommo. Ma il romanzo-poema, sintesi di Divina Commedia, Odissea e Teatro di Shakespeare, è nutrito, come questi tre archetipi irraggiungibili della letteratura, di sapienza magica. Meravigliosamente fusa con il realismo del poeta ex baleniere che narra una navigazione o una battaglia nella dolorosa guerra fratricida americana. Melville è un iniziato, come lo sarà Yeats. La sua poesia è magia e mistero, stillante rugiada salata e aurea alchemicamente fuse.

 

Vino magico

Amuleti di gemme a Miriam cara

scintillano giù nel liquido miraggio,

appaiono gli incanti siriaci di Salomone,

opale e anello supremo.

Fa tremare la figura divina

dei raggi che incendiano questo Vino Magico.

 

E ribollendo nell’onda estatica

salgono inni elisi a toni bassi,

confusi con deliranti accenni sibillini:

allora, copri e sigilla loro di sospiri.

Qui nuotano deliranti gli oracoli,

ambigui nelle infinite stille del canto.

Herman Melville

(Traduzione di Roberto Mussapi)

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