Lucilio Santoni
Omaggio a un mito/1

Poesia dal mare

Negli anni Ottanta, Lawrence Ferlinghetti rimase bloccato a Grottammare e scrisse una poesia guardano mare, luci e nebbie di quella cittadina. Che oggi, per i suoi cent'anni, gli rende omaggio

Verso la fine degli anni ’80 il poeta Lawrence Ferlinghetti viaggiava in treno sull’Adriatica verso Pescara, per poi dirigersi a Napoli, dove era stato invitato a un reading. La motrice di quel treno si ruppe proprio a Grottammare, una ridente cittadina del sud delle Marche. Dovette arrivare una nuova motrice da Ancona, ma nel frattempo passarono due o tre ore. Il poeta non scese dal treno, si guardò intorno, meditò bene sul nome del paese, Grottammare, e scrisse una poesia:

Grottammare
Turchese il mare al largo di Grottammare
Grottammare con quelle grotte marine
che riecheggiano
lungo l’Adriatico
L’eco d’un canto di sirena
ancora mi raggiunge
dentro al treno silenzioso
una volta ancora le perdute voci
a chiamare sotto al mare
Ah ma certamente
tutto è illusione
La nebbia pesantemente ancora indugia
tra gli ulivi
L’alba è scandita dall’orologio
ma non dalla luce
che solo esiste nella nostra mente
Uomini e donne riposano
nella consueta oscurità
Solo la luce
in quegli occhi addormentata
fa allusione
a un futuro iridescente
a un destino incandescente
Solo di lontano
oltre lontane isole
il mare restituisce
la sua risposta turchese

Oggi, domenica 24 Marzo, il poeta compie 100 anni. La Città di Grottammare metterà una targa, contenente quella poesia, alla stazione, e poi organizzerà una giornata in omaggio al grande bardo di San Francisco (durante la quale verrà proiettato il documentario Lawrence. A Lifetime in Poetry di Giada Diano e Elisa Polimeni). Perché di bardo si tratta: un viaggiatore vagabondo sempre capace di succhiare la vita goccia a goccia, un cosmopolita senza dogmi né frontiere. Il padre, Carlo, bresciano, era morto prima ancora di veder nascere il figlio, e questi vissuto molti anni senza conoscere la propria vera identità. Ha partecipato allo sbarco in Normandia. Ha fondato la City Lights Bookstore, famosa in tutto il mondo. Ha pubblicato Urlo di Allen Ginsberg e per questo subì processo per aver diffuso oscenità. Ha preso parte a tutte le battaglie politiche del secolo passato, avendo sempre un immancabile sguardo poetico e libertario sui fatti e gli accadimenti. Mentre viaggiava e viveva ha scritto capolavori, come A Coney Island of the Mind. Sempre alla ricerca delle proprie origini, ha incontrato e stretto rapporti con le grandi figure letterarie di tutto il mondo. I suoi versi (e anche i suoi disegni) testimoniano una formidabile vitalità intellettuale, aperta a un respiro infinito e capace di cogliere la poesia negli elementi più reconditi della realtà. Grande operatore culturale, oltre che poeta, è forse il miglior rappresentante della Beat Generation. “Tutto quello che ho sempre voluto fare, era dipingere luce sui muri della vita”, ama ripetere Lawrence, e dice tutto del suo approccio al reale: una sorta di meditazione lirica su ciò che è autenticamente umano e nelle stesso tempo tende all’eterno, un canto che tiene dentro incontri, parole, paesaggi e, soprattutto, desiderio. “La poesia è l’ultimo rifugio dell’umanità nei tempi bui”, dice Ferlinghetti. Come dargli torto?

O
cuore
involontario muscolo
O
cuore
muto amante
senza una lingua
tutta tua
Parlerei per te
ogni volta che
(al veder una certa persona)
amor ti emoziona

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