Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Oblio d’amore

Amore e morte, memoria e oblio: binomi eternamente validi, in poesia come nella vita. Roberto Mussapi offre riflessione e traduzione dello shakesperiano "Sonetto 71"

Non piangermi, quando sarò morto, oltre il tempo dei rintocchi della campana che suona a morto. Che duri quel breve tempo il tuo lutto. E se leggerai questi versi, i miei versi (lettore, i versi di William Shakespeare!) dimentica i versi e la mano che li ha scritti: l’amore che genera i versi li supera, la poesia è schiava, non padrona di Amore. E se il pensiero di me ti recasse pena, dimenticami, non confondere il tuo amore con la mia morte. Il sommo Shakespeare, similmente a Dante, non pensa che la poesia coincida con la sua opera, ma la trascenda. Che porti memoria incancellabile e insieme oblio. Oblio del dolore, vita perenne nell’amore.

 

Sonetto 71

 

Quando io sarò morto non piangermi più a lungo

di quanto dureranno i tetri rintocchi

che annunceranno al mondo che sono scomparso

da questo  vile mondo per un altro con più vili vermi.

 

E se leggerai questi versi dimentica

la mano che li ha scritti, perché ti amo tanto

che vorrei esser dimenticato dai tuoi dolci pensieri

se il pensare a me a te recasse pena,

 

e se i tuoi occhi cadranno su queste righe,

quando forse io sarò già commisto con l’argilla,

non rievocare più il mio nome, lascia

 

che il tuo amore con la mia vita muoia.

Così i saggi non scruteranno nel tuo dolore

deridendo te per me, dopo che sarò morto.

 

Shakespeare

(Traduzione di Roberto Mussapi)

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