Anna Camaiti Hostert
Cartolina dall'America

Il thriller di Clinton

Un gruppo di cyberterroristi minaccia gli Usa e il presidente sparisce, in circostanze poco chiare. Succede in un romanzo che farà scalpore per come tratta i temi (delicatissimi) della sicurezza americana. L'autore? Bill Clinton. Con James Patterson

Che Bill Clinton fosse un avido e appassionato lettore di thriller non è una novità come ha testimoniato anche Joe Klein editorialista di Time Magazine e autore del libro Primary Colors proprio su Bill e Hillary Clinton da cui fu tratto il famoso film dall’omonimo titolo. “Clinton è stato sempre un devoto e proteiforme lettore di libri gialli” ha affermato lo scrittore. Che fosse disposto a scriverne uno, tuttavia, è un’altra storia. E che si mettesse addirittura a collaborare con uno dei più grandi e prolifici autori di thriller degli Stati Uniti come James Patterson è davvero una notizia strabiliante. Patterson, che ha venduto circa 365 milioni di copie di libri nel mondo, ha cosi commentato questo sodalizio: “Io sono uno storyteller e il presidente Clinton ha fornito un punto di vista che ci ha permesso di raccontare davvero una storia interessante. È una combinazione davvero rara; i lettori saranno attratti ovviamente dalla suspense, ma avranno anche uno sguardo dall’interno su cosa significhi essere presidente”.

Il libro, scritto a quattro mani, che è intitolato The President is Missing e uscirà lunedì 4 giugno, sarà pubblicato da due delle più importanti case editrici americane: la Alfred A. Knopf e la Little, Brown and Company che hanno unito le forze per far uscire questo romanzo. Che sembra destinato anche a diventare una serie televisiva, come scrive il New York Post. E si parla di cifre a 7 zeri su cui Showtime, il famoso canale televisivo, produttore di serie televisive famose come i Tudor, Dexter, Nurse Jackie, I Borgia, Master of Sex, Guerrilla e Twin Peaks per citare solo le più famose, non fa rivelazioni. Certo, si potrà obiettare che Clinton non è il primo presidente che scrive romanzi. Anche Jimmy Carter nel 2001 pubblicò il suo romanzo sulla guerra civile americana. E neanche Clinton è nuovo ad avventure di scrittura. Infatti nel 2004 pubblicò la sua autobiografia My Life, successivamente nel 2007 Giving: How Each of Us Can Change the World e infine nel 2011 Back to Work: Why We Need Smart Government for a Strong Economy. Tuttavia, come si evince dai titoli di questi libri, nessuno di essi è un romanzo, anzi rimangono tutti nel campo della teoria politica. E allora cosa rende questo libro particolarmente interessante? Forse proprio il fatto che è un thriller che ha come protagonista proprio il presidente degli Stati Uniti e che è scritto da uno che lo è stato davvero. Non dunque uno scrittore che immagina cosa può significare esserlo e dover risolvere situazioni molto complicate e delicate, ma da uno che veramente ha vissuto in prima persona emergenze di enormi proporzioni. E che in questo libro dunque può mettere insieme fiction e realtà, senza svelare dove finisce l’una e dove comincia l’altra. E questo si rivela, a mio avviso, davvero interessante. Anche perché rivela aspetti inquietanti della presidenza odierna degli Stati Uniti che mischia realtà e fiction nel senso deteriore della parola.

Il plot del romanzo è infatti un insieme di intrighi, suspense e drammi dietro le quinte della presidenza degli Stati Uniti che per la loro portata e il clima di sospetto immediatamente ci fanno pensare ad House of Cards, la serie televisiva che raccontava non solo le vicende di un presidente che pur di arrivare al potere e di mantenerlo era disposto veramente a tutto, in ciò affiancato da una degna moglie, ma svelava i segreti e i complotti che dietro di loro venivano tessuti. E che tanto fanno somigliare quelle serie all’attuale Casa Bianca. Chissà se Clinton aveva in mente anche questo, quando ha deciso di scrivere questo libro?

Il thriller si apre con una minaccia che incombe, con nemici che paventano un attacco senza precedenti sul territorio americano. Incertezza e paura attanagliano Washington. Ci sono cyber-terroristi, spie, perfino nel gabinetto presidenziale. Al centro il presidente degli Stati Uniti che addirittura diviene un sospetto e poi improvvisamente scompare. Il tutto si svolge in tre drammaticissimi giorni.

La linea d’ombra che esiste tra la fiction e la realtà in questo caso viene raccontata da uno che è stato protagonista della politica mondiale e che ha conosciuto in prima persona situazioni delicate e pericolose in cui un minimo errore poteva comportare conseguenze irrimediabili. Questa riflessione getta una luce inquietante e sinistra non solo sulla sicurezza del primo cittadino degli Stati Uniti, ma di tutta la sua popolazione che il presidente ha come mandato istituzionale di proteggere. Un memorandum per l’attuale inquilino della Casa Bianca o un’eventualità possibile? In nessuno dei due casi l’outcome è positivo.

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