Luigi Saitta
Un libro di Ruggero Marino

Le voci del lago

L’approdo alla poesia del giornalista e storico di Cristoforo Colombo, con la raccolta “Le stagioni del Turano” che si è aggiudicata il Premio Laurentum. Uno stile scarno ed essenziale che registra le mutazioni della natura e dell’anima e che arriva dritto al cuore del lettore

Qual è la vera vocazione, il vero ritratto professionale di Ruggero Marino? Quello di giornalista inviato speciale (come si diceva un tempo nella carta stampata ), oppure quello di storico, come è testimoniato da una serie di suoi libri su Cristoforo Colombo, che gli sono valsi una fama internazionale, frutto di infinite, accurate, sorprendenti ricerche sulla figura dello scopritore del nuovo mondo? Oppure la sua vocazione è quella di poeta, vincitore del Premio Laurentum per la poesia? A parer nostro, noi, che non siamo molto amanti della storia (pur riconoscendone la fondamentale importanza nell’evolversi delle vicende umane ), propendiamo per la terza ipotesi, quella della poesia.

Lo dimostra il libro Le stagioni del Turano, Aracne Editrice. Una considerazione: ha un senso, in un’epoca come quella in cui viviamo, sempre più frenetica, sempre più urlata, sempre più cinica, e soprattutto sempre più tecnologica, dedicarsi a uno strumento di comunicazione letteraria alquanto desueto qual è quello della poesia? Leggendo queste liriche, bellissime, di Ruggero Marino, parrebbe di sì. Uno stile scarno, essenziale, da parte dell’autore, uno stile che va dritto al cuore del lettore, e lo immerge in un universo incontaminato, quello della natura, una natura che fa da contraltare al mondo convulso, stressante, respingente della città. È il mondo degli alberi, delle foglie, del vento, delle lucciole, della pioggia, delle stagioni, ma, soprattutto, è il mondo del lago, vero, unico protagonista del libro. Un lago, il Turano, che sembra scandire il ritmo della vita, le stagioni dell’esistenza dell’autore, come si legge nella lirica “Sulla riva”, vera, profonda riflessione, in chiave autobiografica, dello scrittore.

Un libro che rappresenta anche un’accorata, amara confessione, da parte di Marino, di un grave episodio, di un tratto tragico della sua vita familiare. Lo si intuisce, lo si comprende nella lirica finale “Il male”, un vero e proprio inno d’amore difficilmente dimenticabile.

Le idee della poesia – è stato scritto – si sollevano come isole dal mare della voce. Queste di Ruggero Marino sono idee poetiche che conducono verso un approdo sicuro, quello dell’anima.

(Illustrazione: Cecilia Arguello Sanson, particolare della copertina del libro)

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