Chiara D'Andrea
Al Chiostro del Bramante di Roma

La luce di Turner

La mostra di schizzi, dipinti e acquerelli di William Turner provenienti dalla Tate permette al visitatore di cogliere il senso del percorso di ricerca del grande artista intorno alla sua idea di luce in arte

William Turner è il paesaggista inglese più apprezzato di tutti i tempi. Conosciuto come il “pittore della luce”, l’artista, nato a Londra nel 1775, guadagnò questo epiteto per la sua incessante ricerca sulle potenzialità espressive della luce e del colore. Il carattere sperimentale della sua pittura è ben evidente nella mostra in scena al Chiostro del Bramante, “Turner: opere della Tate”. L’esposizione curata da David Blayney Brown, comprende 92 opere – acquerelli, disegni, album e dipinti ad olio – selezionate dal vasto lascito ereditario dell’artista, il “Turner Bequest”, conservato in gran parte alla Tate Modern di Londra. La collezione del museo inglese racchiude tutto ciò che l’artista non ha venduto in vita, compresi gli schizzi e gli studi preparatori per i suoi quadri. Le opere scelte per la mostra romana permettono di scoprire la fase embrionale delle ricerche di Turner e i suoi lavori più intimi.

Il ricco percorso espositivo, suddiviso in sei sezioni, racconta l’evoluzione artistica del pittore inglese. I lavori giovanili di Turner mostrano la sua predilezione per i soggetti architettonici e per i paesaggi. Fu proprio nella rappresentazione di questi ultimi che Turner evidenziò il suo incredibile talento. Se inizialmente si ispirò alla tradizione topografica, col tempo i suoi paesaggi divennero via via più personali. Grande amante del viaggio, fu esplorando le campagne inglesi e visitando i principali paesi europei che l’artista elaborò il suo stile pittorico e portò avanti le sue ricerche sul colore. Capace di trasporre su tela le emozioni, attento osservatore della natura, Turner precorse i tempi, anticipando i movimenti artistici della fine del XIX secolo; primo fra tutti l’impressionismo. Il pittore contribuì anche alla consacrazione dell’acquerello come forma d’arte autonoma. Le opere della mostra, Shields Lighthouse (1823), Venice looking across the lagoon at sunset (1940) e Storm over the mountains (1942), rivelano la grande maestria di Turner nell’uso di questa tecnica. Nel corso della sua carriera, l’artista ha spesso deciso di concentrarsi sui riflessi della luce sull’acqua. Non a caso, Venezia, città che Turner visitò tre volte, divenne uno dei suoi soggetti preferiti.

In una delle sale espositive si legge una citazione del pittore: «Indistinctness is my forte». L’indeterminatezza che caratterizza i paesaggi dipinti da Turner, è per sua stessa ammissione un punto di forza. Percorrendo le diverse sezioni della mostra si può notare come le forme realistiche e figurative dei primi quadri realizzati dal pittore, diventino, con il passare degli anni, indefinite, astratte e sfumate. I paesaggi della maturità di Turner conducono gli spettatori all’interno di mondi onirici, nei quali il cielo si fonde con il mare (Sea and sky, 1845) e la realtà si fonde con il sogno.

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