Lidia Lombardi
Itinerari per un giorno di festa

Autunno in rosso

Vista e palato all’insegna dei colori e dei sapori stagionali. In Toscana, nelle cinque tenute di Carpineto Grandi Vini (in Maremma, due a Greve in Chianti, a Montalcino e a Montepulciano), aperte ai visitatori con passeggiate tra le vigne, visite ai reparti di vinificazione e affinamento, degustazioni di prelibati nettari

Questo è un tour in rosso, per la vista e per il palato. Tale lo rendono i giorni clou della vendemmia, che il gran caldo della scorsa estate promette molto attraente: l’uva è maturata senza umitidà, dunque esente da muffe. Lo sfondo è la Toscana, dove aprono ai visitatori le cinque tenute di Carpineto Grandi Vini. Un tuffo nella campagna sullo sfondo di borghi intatti e amati da italiani e stranieri. Carpineto, presente nella Top 100 di Wine Spectator (la cosiddetta Bibbia del Vino), è stata fondata nel 1967 da due famiglie, Sacchet e Zaccheo. Nell’arco di cinquant’anni si è spalmata su cinque tenute, dette pure appodiati: una in Maremma, due nel comune di Greve, la quarta a Montalcino, la quinta a Montepulciano, in tutto 500 ettari. Dal paesaggio al bicchiere, regna dunque il rosso, se si escludono le bollicine dorate e rosate, produzione rara nella regione di Dante.

Le tappe nel Chianti Classico toccano un territorio appena candidato a far parte del Patrimonio Unesco. Ecco la Tenuta di Dudda, cuore storico dell’azienda. Si passeggia tra le vigne circondate dai più bei colori dell’autunno, si passa ai reparti di vinificazione e affinamento, si degustano i cinque vini di punta: Dogajolo, Chianti Classico, Chianti Classico Riserva, Vino Nobile di Montepulciano Riserva e Farnito Cabernet Sauvignon. Poco distante, la Tenuta di Gaville sta sulla cima di un colle bucolico, sessantacinque ettari pettinati dai filari. Il territorio fa parte del comune di Greve, steso sulle rive del fiume omonimo che fa fertile la conca piantata a olivi e appunto a vite. Del passato medievale dice, nella passeggiata a Montefioralle, il castello bruciato nel 1325 da Castruccio Castracani, il condottiero ghibellino e poi signore di Lucca messo all’Inferno nella Divina Commedia, e saccheggiato sessant’anni dopo da Alberico da Barbiano, capitano di ventura. Fu ricostruito nelle parti rovinate e mantiene tratti di mura imponenti e torri oggi “riempite” da caratteristiche case. Nel centro di Greve incantano la piazza centrale, asimmetria tutta portici e terrazze, e, nell’Oratorio di San Francesco, una Deposizione in colorata terracotta cinquecentesca.

La Tenuta di Montalcino è panoramica. Alta 500 metri sul livello del mare, spazia la vista sul centro storico del borgo e inquadra l’intero perimetro della cinta muraria. Il Palazzo Comunale, del Trecento, sfoggia una torre tempestata di stemmi, gotico e romanico si intrecciano nelle chiese di Sant’Egidio e di Sant’Agostino, la Rocca in cima al colle intimidisce per l’architettura militare e ricorda la fierezza della libertà senese. L’aria è fina, ventilata e dona ai vini un microclima unico: ne risente il Brunello dagli intensi profumi, capace di invecchiare con carisma.

La “Carpineto” di Montepulciano (nella foto) è a un quarto d’ora dall’uscita Chiusi dell’autostrada, affianca boschi al vigneto contiguo ad alta densità, il più vasto d’Italia per i suoi 65 ettari. Si chiama Camponibbio, produce vini definiti dagli accompagnatori della visita guidata “di grande concentrazione e finezza”. Conducono gli ospiti nella cantina appena completata nei colori della terra, sullo sfondo di un complesso edificato nel Settecento, e nell’archivio enoico, con uno sterminato numero di annate storiche. Tutto intorno un’ampia area verde digrada su un piccolo lago naturale; sulla collina un uliveto monumentale di 12 ettari. Nasce qui il Vino Nobile di Montepulciano Riserva Docg, per tre anni consecutivi unico Nobile nella Top 100 al mondo di Wine Spectator.

Poco lontano, il borgo di Montepulciano domina su una cresta le valli di Chiana e dell’Orcia e sfodera quinte da tardo-rinascimento fiorentino: bastioni medicei nell’orbita delle fortificazioni ideate da Antonio da Sangallo il Vecchio, la pittoresca via delle Cantine che torna al Medioevo. Bugne, urne cinerarie murate nella facciata, cotto, travertino e firme del Vignola, del Sangallo e del Peruzzi nei Palazzi degli Avignonesi, Tarugi, Cervini, Contucci. La casa del Poliziano è in mattoni, la sede comunale è fiera della torre e della merlatura, la chiesa di Santa Maria dei Servi si orna del portale gotico e di un interno barocco, capolavoro di Andrea Pozzo.

Ci si sposta infine nell’alta Maremma, nella denominazione del Monteregio, per la Tenuta di Gavorrano, 165 ettari. Il paese è su un’altura boscosa e domina la pianura fino al golfo di Follonica. E macchia mediterranea punteggia l’appodiato, mentre colline di terra rossa ombreggiata da querce e ulivi fanno il resto degli scorci. Prosit!

 

 

 

 

 

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