Alessandro Boschi
Il nostro inviato al Lido

Fede e disperazione

“First reformed”, il film che Paul Schrader ha presentato in concorso a Venezia, è scritto benissimo e ha un finale perfetto. Il mondo e la vita visti con gli occhi di un parroco di campagna

First reformed, presentato in concorso alla 74^ Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, è un film impeccabile nella forma, nei dialoghi (soprattutto) e nei contenuti. Con un finale che lo fa avvicinare molto a uno dei più bei prodotti del regista, Paul Schrader, apparso qualche anno fa, sempre qui al Lido con The Canyons, in fase non discendente ma addirittura imbarazzante. In realtà ci stiamo ancora domandando come possa essere lo stesso autore.

First reformed è la storia di un parroco che decide di tenere un diario dove quotidianamente appunta i suoi pensieri spettinati, senza che possa in alcuna maniera cancellare quello che ha scritto. Una forma di esercizio e di castigo che vuole in qualche modo infliggersi al fine di emanciparsi da un insostenibile senso di colpa. Fin troppo evidente è il richiamo a Il diario di un curato di campagna di Robert Bresson, tratto dallo straordinario e quasi omonimo romanzo di Georges Bernanos (nel titolo del libro manca l’articolo iniziale). Ethan Hawke dà il volto e quello che può al personaggio cucitogli addosso da Schrader, il quale gli ha peraltro fornito dei dialoghi che dovrebbero essere studiati in tutte le scuole di cinema.

First reformed non è però solo un film cristologico. O meglio, lo è forse ancora di più nel momento in cui utilizza dei cortocircuiti sociali per raccontarci come la fede e la sua vicina di casa, la disperazione, siano presenti in ognuno di noi, e risulti la saggezza come l’unico dispositivo in grado di gestire entrambe le derive. La carrellata di personaggi viene filtrata dal rapporto con il pastore Toller, che con la sua purezza contaminata diventa la cartina tornasole dell’intero genere umano in ogni sua aspettativa ecologica. Il finale, che naturalmente non posso rivelarvi, è uno dei più belli visti negli ultimi anni. Vi basti sapere questo: Paul Schrader cristallizza un attimo nascondendocelo, incastonandolo così nella nostra mente. Per certi film vale sempre il finale del libro di Bernanos: «Tutto è grazia».

Film e cose venute in mente durante la proiezione: Un fosso; Fantasmi, di Don Coscarelli; Uccelli di rovo; Un tranquillo week end di paura, di John Boorman.

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