Alessandro Boschi
Il nostro inviato al Lido

Delusione Soldini

“Il colore nascosto delle cose”, nuovo film di Silvio Soldini è leggero, quasi impalpabile. Forse troppo impalpabile. Una storia d'amore tra un pubblicitario e una non vedente, che finisce nel nulla

Presentato questa mattina il nuovo film di Silvio Soldini Il colore nascosto delle cose (Emma). Interpretato da Valeria Golino, la Emma del titolo, è la storia di un superficiale pubblicitario, superficiale come spesso capita per difesa, e di una non vedente che ha accettato il proprio handicap e con ostinazione e pervicacia ha saputo ricostruirsi una dimensione professionale e umana. L’incontro di queste due dimensioni dà vita alla classica relazione tra opposti che storicamente si attraggono.

Ma, sempre come spesso capita, le differenze, che all’inizio della relazione servono come stimolo e fertilizzante, finiscono poi con l’allontanare, perché, storicamente, sono le cose in comune che cementano una rapporto, destinato inesorabilmente ad estinguere dopo un tempo imprecisato la sua dimensione ormonale e, absit iniuria verbis, adolescenziale. Il colore nascosto delle cose è un film impalpabile, sul quale resta difficile dare un giudizio definitivo in quanto scorre lieve e senza scosse. In cui l’emotività dei personaggi risulta da subito ben definita senza subire escalation sorprendenti, ma solo delicate scosse di assestamento.

Il film parte ed arriva con la stessa marcia, e ciò nonostante l’ottima prova degli attori, a partire da Valeria Golino per arrivare alla giovane Laura Adriani. La parte migliore del film, sia dal punto di vista visivo (questa cosa quando lo vedrete vi sembrerà un paradosso) che squisitamente narrativo, sta nell’inizio e nella fine, che avrebbe meritato uno sviluppo migliore e avrebbe potuto rappresentare un valore aggiunto per un film che ne avrebbe avuto davvero bisogno.

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