Alberto Crespi
Zattere agli Incurabili

Var Venezia

Uno spettro di aggira per la Mostra del Cinema di Venezia: pare che il direttore Alberto Barbera voglia dare a tutti la possibilità di ricontrollare in video le scene clou dei film. Insomma, la Var del calcio è arrivata anche qui. Parte con questo scoop la rubrica di Alberto Crespi per Succedeoggi

Appena arrivati a Venezia, e dopo aver speso 51 euro di traghetto (la prossima volta useremo davvero la zattera), ci tuffiamo nell’atmosfera dell’incipiente Mostra del cinema e veniamo a conoscenza di un inquietante retroscena: lo svolgimento regolare della 74esima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica è ad altissimo rischio. E tutto a causa di un’innovazione tecnologica, che sembra sulla carta un grande progresso e potrebbe invece rivelarsi un intoppo.

Su richiesta di un ristretto gruppo di critici cinematografici, a quanto si dice tifosi della Roma, Alberto Barbera (che i bene informati considerano tiepido supporter del Milan) ha concesso l’uso della VAR per tutta la durata della Mostra. Come ormai tutti sanno, la VAR (o il VAR, se si interpreta correttamente l’acronimo “video assistant referee”) è la famosa “moviola in campo” reclamata per anni da Aldo Biscardi, la tecnologia che permette di rivedere azioni dubbie e di rendere finalmente trasparente e indiscutibile il gioco del calcio. La sua applicazione al cinema è molto semplice: durante le proiezioni dei film ogni accreditato alla Mostra avrà a disposizione una “chiamata” della VAR, per i motivi che di volta in volta verranno dichiarati. Non sfugge a nessuno il fascino di questa idea rivoluzionaria: si potrà chiedere di rivedere una sequenza particolarmente bella, o di riesaminare una scena particolarmente brutta per sbertucciarla davanti a tutti i presenti. È la fine dei fischi a film in corso: di fronte a una battuta idiota si potrà chiedere il replay, riascoltarla con la dovuta concentrazione, subissarla di ululati e poi far ripartire la proiezione. L’intento di Alberto Barbera è anche affettuosamente pedagogico: ogni accreditato potrà indicare un critico di fiducia (le richieste per “il” Mereghetti sono già moltissime) e, nel caso una sequenza risultasse incomprensibile od oscura, potrà chiedere il replay e farsela spiegare. In questo caso la VAR si trasformerà in VAFC, che non è quella parolaccia a cui avete subito pensato voi, brutti malfidenti che non siete altro, bensì l’acronimo di “video assistant film critic”: il vero sogno di ogni cinefilo, il tuo critico di riferimento seduto accanto a te che ti spiega il film mentre lo vedi.

Dove sta, dunque, il problema? Molto semplice: incrociando il numero degli accreditati con le molteplici declinazioni che la VAR cinematografica consente, si è scoperto che un film di due ore potrebbe durare anche una settimana, o giù di lì. In altre parole, domani sera il film di apertura Downsizing, di Alexander Payne (nella foto), comincerà intorno alle 21 e secondo le più ottimistiche previsioni terminerà sabato sera, sovrapponendosi alla partita Italia-Spagna valida per le qualificazioni mondiali. Alla fin fine, la 74esima Mostra riuscirà a proiettare non più di 7-8 film, e chi è in programma nel weekend finale può abbandonare ogni illusione. In compenso, sarà sezionabile alla VAR anche la consegna del Leone d’oro. C’è chi vorrebbe rivedere al ralenti anche molte premiazioni del passato: ma il rischio è che la Mostra del cinema si ritrovi un palmarès simile a quello del Tour de France, con i sette anni di “buco” dovuti alla squalifica postuma di Lance Armstrong.

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