Roberto Mussapi
Every beat of my heart, la poesia

Il giovane Cucchi

Era già bravo da piccolo il poeta milanese che al suo debutto con “Il disperso” è diventato un caposcuola. Leggere per credere le poesie della sua prima giovinezza ora pubblicate con l’emblematico titolo “Paradossalmente e con affanno”. Versi di formazione finora inediti...

Il fondo di occhi spenti ripescato come dall’abisso del mare.
Le palpebre battono all’unisono secondo una matematica astrale.
Ritmo perfetto: sole immaginario, non sciogliente o divampante, no, sole pitagorico.
Era già bravo da piccolo. Con questi versi apre il suo recente volume Maurizio Cucchi, uno dei nostri poeti maggiori, che pubblica ora, con un titolo emblematico di coscienza e apprensione, poesie della sua prima giovinezza. Quasi tutte inedite finora e quindi da seguire con grande attenzione. Insomma sono versi di formazione, del “poeta da cucciolo”, per usare la definizione di Dylan Thomas, che precedono un libro storico, con cui Cucchi debutta e diviene in quel momento caposcuola, poeta della nuova età: Il disperso, uscito nel 1976.
Come è facile immaginare, queste pagine giovanili non hanno certo l’impatto del libro capolavoro e di quelli che lo seguono, soprattutto per questioni di impianto: qui si raccolgono poesie da momenti diversi, mentre i libri di Cucchi, come a mio parere i libri di poesia assoluti, non sono mai raccolte, ma opere compiute, cattedrali e non affreschi, sinfonie e non “a solo”. Ma qualcosa già esiste, e in forma piena: sono poesie necessarie, non prove. La lucidità onirica di Cucchi esiste già, e coincide con la perfezione del suo dettato.
L’aggettivo onirico non stupisca, Cucchi è da sempre pienamente onirico, al punto che spesso la cosa non si nota. Respira e traspira il sogno, incorporato nella realtà fisica, non lo isola in sublimità o incubi.
Questi quattro versi perfetti possono evocare Ungaretti, che la generazione di Cucchi e la mia aveva già metabolizzato, ma in realtà mostrano un rapporto con la nettitudine ossessa del primo Pound, anticipando quel pensare internazionale del poeta milanese, che nutrirà le sue ombre urbane con quelle di Eliot, che giungerà a microstorie urbane affini a quelle di Seamus Heaney.
Era già adulto da piccolo.

 

Ho ripescato il fondo di occhi spenti

e battuto palpebre all’unisono

con il ritmo perfetto di un sole

immaginario.

Maurizio Cucchi
(Da Paradossalmente e con affanno, Einaudi, 2017)

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