Franca Di Sabatino
Raccontare il corpo/9

Sansone e Dalila

«Quante volte ho sognato di stare così: io Dalila e tu, Sansone, steso, arreso, docile, sulle mie gambe»

Ti porto per mano e vorrei che ti arrivasse quel senso di pace e di poesia che provo io nel contemplare questi dipinti. Può capitare questo a otto anni? Non credo, ma voglio sperare che ciò accada e che quel nasino all’insù non sia studiato per compiacermi. Certo è che alla National Gallery avresti preferito la mostra sulle farfalle.

Restiamo per un po’ in compagnia di Giotto, in questa stanza lontana dal mondo e dalla vita che pullula fuori, in uno spazio senza tempo, davanti a un affresco che emula la poesia, cullati dalla profonda spiritualità che solo i suoi dipinti possono emanare. Ogni volta il Maestro riesce a farmi compiere, con la malia delle sue immagini, tragitti inaspettati assecondando, con l’emozione della sua arte, ogni mio bisogno di scostarmi da giornate passate a recitare una parte che ho imparato a memoria e che, alla fine, credo, mi appartenga. Sì sì, sto bene. E poi, esiste una persona veramente felice?

Ci allontaniamo da Giotto. Arriviamo alla sala del Barocco, ottagonale, immensa, pareti di colore rosso bordeaux. Attorno si aprono i Saloni Barry, disposti a croce greca. Sono alla ricerca di artisti italiani: Cena in Emmaus di Caravaggio, Incoronazione della Vergine di Guido Reni, Cristo morto compianto dagli angeli di Guercino. Carrellata veloce, oramai sei stanca anche tu. Room 29. Vediamo questa, poi andiamo.

Charity, Anthony van Dyck . Bello, colori che riportano a Tiziano. Inaspettatamente mi giro; è come se qualcuno mi tirasse per le spalle. Mi ritrovo davanti a un dipinto. Dalila è a seno scoperto, con il vestito amaranto fino ai piedi, stesa su una coperta color oro, ricamata. Sansone è addormentato, abbandonato sulle sue gambe. È a torso nudo. Un braccio, possente, scivola su una gamba della sua amata, mentre il viso poggia sulla mano sinistra, sull’inguine di Dalila. Di chi è questo dipinto? Rubens. Anno 1609. Non lo conosco. Mi tormenta: mi identifico in Dalila, ti riconosco in Sansone. Non è servito raggiungere Londra . Siamo racchiusi in questo dipinto. Rubens ispirato a un episodio biblico, ci ha catturati. Amanti sopraffatti da un sentimento nuovo e inaspettato. Non sarebbe servito tagliare i tuoi capelli per renderti inerme e catturabile. Lo eri già. L’ho capito quella sera, quando, clandestino, sei entrato a casa.

I tuoi occhi imploravano tempo, tempo per noi. Non potevo concederti quel tempo. L’educazione, gli insegnamenti, l’onestà, la coscienza, la decenza, l’integrità, gridavano. Gridavano forte. Ed io sono fuggita via, lontano. Anche quelle urla ritrovo su questo dipinto, personificate nell’anziana signora che, dietro Dalila, regge una candela mentre i filistei spiano dalla porta socchiusa,   sentinelle severe che ci scrutano e ci giudicano.

Quante volte ho sognato di stare così: io Dalila e tu, Sansone, steso, arreso, docile, sulle mie gambe.

“Mamma, andiamo?”

Si, tesoro, andiamo.

Ci incamminiamo velocemente verso the tube. Hai preso come un gioco il mio correre da bambina per le scale della metro, giù fino alla linea nera, nelle viscere di questa terra londinese .Non mi hai visto mai così aitante, vero? Saliamo sul vagone che inizia il suo percorso. Perché è così lento? Perché mi tocchi i capelli? Perché mi fai domande su Caravaggio e sui suoi dipinti così scuri? Ho bisogno di pensare. Anzi no. Ho bisogno di non pensare. Ne esco rinata. La vita mi sta invadendo. Ed ho voglia di ridere. Di vivere. Ho voglia di tenerti stretta a me e di non lasciarti più. Riuscirai a perdonarmi? Sì che ci riuscirai. Un giorno. Forse.

Piango.

Rientriamo in hotel. Prendo il telefono. Compongo il numero. Lo ricordo ancora. No, non posso. Non rispondere, ti prego.

“Pronto ?!”

“Ciao” sussurro.

Silenzio.

“Siamo a Londra. Rientrerò in Italia lunedì mattina.”

“Sarò in aeroporto.”

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Franca Di Sabatino, bancaria dal 1987, è iscritta alla Facoltà di Scienze
della Comunicazione dell’Università di Teramo. Vive con le due figlie a 
Roseto Degli Abruzzi. Appassionata di storia dell’arte, ama studiare, scrivere e
viaggiare.

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