Paola Benadusi Marzocca
Romanzo di formazione per young adult

Apple e la poesia

Il personaggio-chiave di “Apple e Rain” dell'irlandese Sarah Crossan è il professor Gaydon, un insegnante che attraverso le poesie aiuta i suoi alunni adolescenti a crescere e a comprendersi, riuscendo così a guidarli e stimolarli. Un'utile indicazione...

Le poesie rivelano qualcosa del mistero della vita, «la poesia trasforma», come dice il professor Gaydon nel bel romanzo Apple e Rain dell’irlandese Sarah Crossan (Feltrinelli Up, trad. Luisa Agnese Dalla Fontana, 269 pagine, 14 euro), finalista del Premio Carnegie Medal nel 2015. Rime veloci si susseguono in una girandola di invenzioni e verità lasciate intuire. «Dì tutta verità, ma dilla obliqua…», il verso di Emily Dickinson è illuminante e diversamente interpretabile. Apple, la protagonista principale del romanzo, appena tredici anni, lo comprende immediatamente. I ragazzi hanno più intuito degli adulti e alcuni di loro sanno cogliere voci segrete che parlano solo a chi sa attraversare la superficie della realtà. La solitudine ha sempre accompagnato Apple fin dalla primissima infanzia. Non è vero dice all’inizio del romanzo che da piccoli non ricordiamo niente: «io non ne sono convinta. Ho un ricordo di quell’epoca. Non cambia mai, e se volessi inventarmi dei ricordi, non dovrebbero essere bei ricordi? E tutte le mie storie dell’infanzia non dovrebbero avere il lieto fine?».

I suoi lontanissimi ricordi si fermano infatti a una notte di tanti anni prima, la notte di Natale. Sta piovendo a dirotto e si sentono tuoni fuori casa. La bambina, scalza sul ballatoio, sente voci concitate e vede la sottile figura di una giovane donna che sta aprendo la porta d’ingresso: è sua madre e non si ferma al suo pianto. Vuole andare in America per fare l’attrice, non è ancora pronta per fare la mamma. Apple resta con la nonna Nana che le vuole bene e la educa con amore, ma seguendo regole rigide secondo le sue convinzioni religiose un po’ all’antica. Questo è l’inizio della storia di Apple. In realtà il suo nome è Apollonia e non è un nome facile; si sente sola, inadeguata, controllata come una bambina piccola; si sente in gabbia e infelice, ha una sola amica Pilar, che alla prima occasione si unisce alle altre ragazze, fra cui predomina Donna, strafottente e crudele, ma molto “popolare” .Questo aggettivo torna di frequente. La popolarità nelle scuole anglossassoni è decisiva per non subire attacchi di bullismo. «Facebook serve solo per dimostrare quanto sei carina e popolare. Visto che io non sono nessuna delle due cose, è piuttosto inutile». Parole di rassegnata consapevolezza che sintetizzano lo stato d’animo della ragazza.

Che cosa significa essere sola? È possibile essere soli e felici ? Apple pensa che non sia possibile: quando pensa alla mamma lontana e mai conosciuta, mitizzata nel ricordo infantile, avverte un senso di dolorosa solitudine. Come in una sorta di diario popolato da numerosi personaggi, la giovane protagonista racconta le tappe della sua crescita, soffermandosi sui sentimenti contrastanti che nascono in lei e si riflettono sui suoi compagni, sulla sua famiglia diversa e sulla scoperta della poesia. Il momento positivo delle sue giornate è rappresentato dalla lezione di inglese del professor Gaydon, il genere di professore che capita, se va bene, una volta nella vita. Sa parlare ai ragazzi, comprende le sfide che devono accettare, le inevitabili frustrazioni, la paura che nascondono spesso dietro atteggiamenti arroganti. Non è facile per un giovane individuare la via che porta ad accettare di essere quello che si è. Introducendo i suoi alunni nella dimensione poetica egli diventa una guida e uno stimolo. Non solo legge poesie che aiutano a capire i propri sentimenti, li sa coinvolgere ascoltandoli senza emettere giudizi. È convinto che gli adolescenti abbiano in mente un pensiero quando agiscono, anche quando commettono errori gravi. Occorre perciò aiutarli senza opprimerli, rispettandoli, ma sottolineando anche l’importanza della responsabilità individuale. A suo parere «la poesia è un elogio alle persone che vivono e persino muoiono senza aver bisogno del riconoscimento degli altri».

Ma quanti sanno vivere da soli? Quasi tutti hanno bisogno del riconoscimento degli altri e Apple quando all’improvviso la madre torna se ne rende conto. Scopre di avere una sorella più piccola, Rain che è così sola, così a disagio nella realtà che vive malgrado stia con la madre, che pensa che la sua bambola sia vera e la tratta quindi come fosse la sua bambina, una bambina immaginaria. Nel faticoso rapporto che Apple costruisce con la sorella capirà tante cose, che nessuno può colmare la propria solitudine, che la madre tanto desiderata è una persona umana con più difetti che virtù, incapace di amare perché troppo innamorata di se stessa. Dentro di sé scoprirà un’energia sconosciuta, un talento indiscutibile e la saggezza necessaria per aiutare la sorella. Ma soprattutto che davvero la poesia è la chiave per capire quello che succede.

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