Roberto Cavallini
Una storia per immagini

1 km di Roma

I luoghi, gli stessi di un tempo, quando vi si ritorna ad abitare, non si possono più vivere come nei ricordi: ecco il "racconto" di un cerchio di un chilometro di diametro. In una Roma che da periferia è diventata fuori centro...

Questo è un reportage su una parte di Roma compresa in un 1 Km di diametro, intorno alla casa dove abito. Sostanzialmente, è una ricerca fotografica che vuole indagare sull’alterazione della percezione, sulle interferenze che non permettono il riconoscimento dei luoghi dell’infanzia, dell’adolescenza, della prima gioventù e che ora sono quelli del ritorno.

cavallini-mio_balcone-1kmUn conto è tornare per rivedere le strade, i palazzi, le zone delle proprie origini, in questo caso tutto rimane circoscritto alla dimensione del ricordo e del confronto: una serie di immagini appaiate.

cavallini-bambina-fucsia-1kmcavallini-cane-1kmcavallini-castello-1kmBen altro è stabilire, con quegli stessi luoghi, un rapporto legato al presente vissuto. Un presente che genera una visione spuria e che si sovrappone con la trasparenza di una diapositiva proiettata sul passato, alimentando una tensione continua tra riconoscimento e spaesamento.

I luoghi, gli stessi di un tempo, quando vi si ritorna ad abitare, non si possono più vivere come nei ricordi.

cavallini-dalla-finestra-1-kmcavallini-chiuso-1kmcavallini-grate-su-grate-1kmNon è perché in fondo a quella strada non ci sia più il negozio di alimentari del signor Mario o perché il macellaio sia stato sostituito dal barbiere Teste Matte, mentre i due fratelli dell’officina da elettrauto, belli, che sembravano usciti da un film di Visconti sono tuttora lì, un po’ appesantiti e con i capelli quasi bianchi, che  continuano a riparare vecchie auto, sempre più ammaccate, parcheggiate in doppia fila col cofano aperto, mentre imprecano contro quelle nuove che «le hanno costruite così per non farci più lavorare». Tutto questo non è altro che un confronto affettuoso col passato, attiene al ri-conoscimento.

cavallini-intreccio-1kmcavallini-natale-1kmLo spaesamento nasce dal fatto che queste strade non le percorro più per gli stessi motivi che mi guidavano allora: le amicizie, gli amori, la complessa scoperta della vita con una prospettiva di tempo infinita. Se prima Monteverde era il luogo di partenza, adesso è quello di approdo. Dopo molti anni, il rapporto tra passato e futuro è a svantaggio di quest’ultimo. La prospettiva è cambiata, gli occhi con cui oggi osservo sono diversi da quelli dell’adolescente di allora; sono cambiate le mie aspettative, le mie direzioni, i miei punti di vista.

cavallini-via_datini-1kmE nel frattempo è cambiata anche la toponomastica.

cavallini-Piccione-1kmcavallini-via-di-monteverde-1kUna volta abitavo, come ora d’altronde, all’incrocio di via Duchessa di Galliera con via di Valtellina, ultimamente qualche impiegato del comune ha deciso di ribattezzare quest’ultima via di Val Tellina, dal cuore delle Alpi l’ha gettata nel mare di Ostia, ma una mano gentile ha aggiunto una piccola s, trasformandola in via di Val Stellina.

cavallini-via-duch-galliera-1kmMonteverde, da periferia di Roma negli anni cinquanta, ora è  un quartiere semi-centrale. Detto così sembra quasi che abbia ottenuto una promozione, ma tra la mia finestra ed il mare non c’è più campagna, il confine della città si è spostato e Monteverde è sostanzialmente arretrato. Queste strade, questi marciapiedi, questi palazzi, questi muri hanno subìto molti cambiamenti, superfici di colori sbiaditi si sono stratificate, grate di ferro, davanti a grate di ferro, hanno imprigionato chi dovevano proteggere ed altro e molto altro ancora è stato fatto ad opera di qualcuno che ha finito per corrompere quella integrità che era dei miei ricordi. Quel qualcuno io non lo conosco, non riesco ad incontrarlo, ma vedo che ha lasciato i segni inequivocabili della sua presenza.

Roma, 13/12/2007

cavallini-via-gasparri-troncocavallini-via-gasparri-tronco-svanitoPS: Poi ci si abitua a tutto, in fondo la signora del “Lava a Secco” qualche volta non mi fa pagare la stiratura della camicia, il figlio dell’idraulico, a cui il papà ha aperto un negozio di di prodotti per la casa, malgrado abbia passato i trenta si veste come un B-boy e ha cominciato ad usare i sacchetti biodegradabili, il pizzicagnolo mi saluta con un “ciao –arrivederla – grazie eh e per ritrovare dove ho parcheggiato la macchina la sera prima mi affido al registratore di appunti vocali dello smartphone.

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