Angela Di Maso
Ritratto d'artista

Studiare & Recitare

Massimo Verdastro: «A un giovane consiglio di interrogarsi per capire al più presto se quella è la strada giusta. E poi continuare a studiare e mettersi alla prova»

Nome e cognome: Massimo Verdastro.

Professione: Attore e regista.

Età: 58 anni.

Da bambino sognavi di fare l’attore? Non so, andavo spesso al cinema con mio padre e gli attori mi affascinavano.

Cosa significa per te recitare? Per me è un processo creativo, come scrivere un libro, dipingere un quadro, costruire un orologio…

Il tuo film preferito? Il posto delle fragole di Ingmar Bergman.

Il tuo spettacolo teatrale preferito? (Fatto da te o da altri) Riccardo III di Carmelo Bene.

Qual è l’attore da cui hai imparato di più? Gianfranco Varetto prima, e poi Sandro Lombardi.

Qual è il regista da cui hai imparato di più? Luca Ronconi prima e poi Federico Tiezzi.

massimo verdastro3Il libro sul comò: La dodicesima notte di Shakespeare.

La canzone che ti rappresenta: Sei bellissima di Loredana Berté.

Descrivi il tuo giorno preferito. Andare in giro per le città che amo (Roma e Palermo) e scoprire luoghi per me ancora sconosciuti.

Prosecco o champagne? Champagne.

Il primo amore, lo ricordi? No.

Il Primo bacio: rivelazione o delusione? Delusione.

Strategia di conquista: qual è la tua? Non ho nessuna strategia.

Categorie umane che non ti piacciono? Non mi piacciono le categorie in genere, semmai parlerei di comportamenti e quindi direi che l’arroganza e la mancanza di rispetto mi fanno veramente incazzare.

Classifica per sedurre: bellezza, ricchezza, cervello, humour. Cervello, humour, bellezza, ricchezza.

Il sesso nobilita l’amore? O viceversa? Il sesso nobilita l’amore.

Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? L’elogio degli opposti.

massimo verdastro2Costretto a scegliere: cinema o teatro? Teatro.

C‘è qualcosa che rimpiangi di non avere detto a qualcuno? Sì, non aver detto a mio padre che l’amavo profondamente.

Shakespeare o Beckett? Dopo tanto Beckett in gioventù, oggi direi Shakespeare.

Qual è il tuo ricordo più caro? La prima volta che i miei genitori vennero a vedermi in uno spettacolo. Era il 1977, stavo buttato mezzo nudo sui gradini del Teatro in Trastevere; mia madre appena mi vide esclamò ad alta voce: «Ma questo così me se raffredda!».

E il ricordo più terribile? La separazione dalla persona che amavo.

L’ultima volta che sei andato a teatro, cos’hai visto? Gaudeamus di Lev Dodin. Bellissimo.

Racconta il tuo ultimo spettacolo: S’intitola Sandro Penna – Una quieta follia, da un testo inedito di Elio Pecora, da me interpretato e diretto. Vesto i panni del poeta perugino, il quale ripercorre tutta la sua vita e riflette sulle ragioni della poesia. Accanto a me, l’attore Giuseppe Sangiorgi, giovane alter ego ma anche oggetto del desiderio. Le musiche scritte appositamente dal compositore Riccardo Vaglini, sottolineano le azioni sceniche e i momenti di maggiore lirismo del testo o delle poesie di Penna.

Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo? Perché Sandro Penna è stato uno dei maggiori poeti del 900 ed è tutt’ora troppo poco conosciuto e ricordato.

massimo verdastro4Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? A me non sembra che si possa parlare di corruzione nel mondo del teatro. Certo comportamenti deprecabili non mancano ma la corruzione è altrove.

Come e dove ti vedi tra cinque anni? Pensionato ma non “in pensione”. Credo che finché ne avrò la forza mi dedicherò al teatro: come interprete, regista, insegnante… sono molteplici le possibilità.

La cosa a cui nella vita non vorresti mai rinunciare. Gli amici.

Quella cosa di te che nessuno ha mai saputo (fino ad ora). Paura dei volatili.

Piatto preferito: Pasta alla Norma.

Le scuole di recitazione servono o quel che conta è avere fortuna? Le scuole possono servire ma è importante praticarlo il teatro. La fortuna può aiutare a emergere ma non è decisiva; l’attitudine, la preparazione e lo studio lo sono di più.

C’è parità di trattamento nel teatro tra uomini e donne? Non ancora sufficientemente.

Mai capitato di dover rifiutare un contratto? Qualche volta, ma solo per questioni di inconciliabilità.

Di lasciarti sfuggire un’occasione di lavoro e di pentirtene subito dopo? A volte mi è capitato.

massimo verdastro1Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare nel cinema? Se fossi stata una donna… Cleopatra.

Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare in teatro? Re Lear.

Da chi vorresti essere diretto? Da Emma Dante.

Tre doti che bisogna assolutamente possedere per poter fare l’attore. Attitudine, determinazione, curiosità.

Tre difetti che non bisogna assolutamente avere per poter fare questo mestiere. Mancanza di rispetto, approssimazione, ignoranza.

Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse? Finché esisterà l’umanità, esisterà il teatro.

Gli alieni ti rapiscono e tu puoi esprimere un solo ultimo desiderio. Quale? In risposta a questa domanda mi piacerebbe citare questa frase dello scrittore siciliano Nino Gennaro: «Prima di andare in un altro pianeta, bisogna assolutamente raccogliere i ricordi della terra, fissarli indelebilmente nella nostra memoria»; ecco cosa chiederei.

La frase più romantica che ti sia capitato di dire in scena. «Il senso del nostro vivere su questo piatto pianeta trova la spiegazione nell’amore, ma non nell’amor Dèi ma in ciò che gli Dei, non trovandolo nel loro cielo, vengono a cercarlo tra di noi», Eumolpo dal Satyricon di Petronio nella rivisitazione di Antonio Tarantino.

La frase più triste che ti sia toccato di dire in scena. «Nun m’areggo in piedi… dimmelo… nun avé paura… già, quando uno sta male nun ha diritto all’amore, è vero… l’amore è fatto pe’ li prepotenti, pe’ l’audaci…», Tiberio da Il padiglione delle meraviglie di Ettore Petrolini.

Dimentichi le battute: graziato o condannato? Graziato.

Cosa vorresti che la gente ricordasse di te? Sinceramente non lo so. Forse per qualche mia interpretazione riuscita.

Hai mai litigato con un regista per una questione di interpretazione del personaggio? No.

Se potessi svegliarti domani con una nuova dote, quale sceglieresti? La capacità di dipingere.

Se potessi scoprire la verità su te stesso o sul tuo futuro, cosa vorresti sapere? Non sono sicuro di volerlo sapere.

Se sapessi di dovere morire, che cosa cambieresti nella tua vita? Dedicherei più tempo alle persone a me care.

Che cosa è troppo serio per scherzarci su? Il dolore.

Progetti futuri? L’interpretazione di Sampognetta in Questa sera si recita a soggetto di Pirandello, per la regia di Federico Tiezzi, al Piccolo di Milano fino ad aprile; poi a Maggio un mio lavoro prodotto dal Teatro Biondo di Palermo intitolato Non ho tempo di badare ai miei killer su testi di Nino Gennaro, in collaborazione con Giuseppe Cutino; quindi la ripresa di Sandro Penna – una quieta follia al Teatro Van Westerhout di Mola di Bari e dopo un progetto di una mia Dodicesima notte da Shakespeare.

Un consiglio ad un giovane che voglia fare l’attore. Interrogarsi. Capire al più presto se quella è la strada giusta.

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