Angela Di Maso
Ritratto d'artista

La costanza del teatro

Maria Rosaria Omaggio: «Tre doti indispensabili per un’attrice? Salute, pazienza e costanza. Ma ogni giorno, ogni attimo, cerco di viverlo per “ricordarmi di me”»

Nome e cognome: Maria Rosaria Omaggio.

Professione: Attrice, scrittrice, regista.

Età: 57.

Da bambina sognavi di fare l’attrice? A tre anni ho debuttato nel teatrino delle suore!

Cosa significa per te recitare? Lavorare, ma anche nel senso di lavorare su me stessa e trasmettere emozioni.

Il tuo film preferito? Non uno soltanto, ma Blade runner è un must!

Il tuo spettacolo teatrale preferito? (Fatto da te o da altri) Di volta in volta, sempre quello a cui sto lavorando.

Qual è l’attrice da cui hai imparato di più? Nessuna e tutte quelle che ho incontrato.

Qual è il regista da cui hai imparato di più? Da ognuno qualcosa: l’esperienza non finisce mai. Sicuramente posso dire che Luigi Magni e Andrzej Wajda mi hanno lasciato un segno profondo.

Il libro sul comò: I libri!!! Una pila che temo crolli quando apro il cassetto. Da sempre c’è Frammenti di un insegnamento sconosciuto.

La canzone che ti rappresenta: Centro di gravità permanente di Battiato.

Oriana+MaRòDescrivi il tuo giorno preferito: Risveglio naturale, meditazione, una mezz’ora di qigong e taiji, colazione con centrifugato e caffè lungo, telefonate di belle notizie, lavoro e serata con amici e magari un po’ d’amore.

Prosecco o champagne? Comunque metodo champenoise classico.

Il primo amore, lo ricordi? Certo! Lo amo ancora! Sentimento trasformato ma sempre lì presente.

Il Primo bacio: rivelazione o delusione? Risi tanto! Pensai al leone della Metro Goldwyn Mayer!

Strategia di conquista: Qual è la tua? Senza deciderlo strategicamente, ma divento premurosa e cucino.

Categorie maschili che non ti piacciono? I conquistatori abituali, che hanno solo bisogno di raccontarsi quanto sono il supermacho di sempre.

Classifica per sedurre: bellezza, ricchezza, cervello, humour. Un buon cocktail di tutti e quattro.

Il sesso nobilita l’amore? O viceversa? L’amore nobilita ogni azione.

Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? Le affinità le realizzi man mano, l’elogio degli opposti è quanto ci si racconta con la mente per farci piacere qualcuno o qualcosa ad ogni costo.

maria Rosaria Omaggio6Costretta a scegliere: cinema o teatro? Un buon copione con una buona regia! A proposito del mio amore per entrambi nell’ultimo Festival di Giffoni ho presentato il mio corto Hey you!, ispirato da un gruppo di giovani che hanno messo in scena Il monello di Chaplin. Tutto su musica classica arrangiata rock dalla PFM – Premiata Forneria Marconi.

C‘è qualcosa che rimpiangi di non avere detto a qualcuno? No e se mi venisse in mente correrei a farlo.

Shakespeare o Beckett? Beckett in pieno inverno e Shakespeare in “mezza estate”!

Qual è il tuo ricordo più caro? La prima volta che sono andata al cinema sola con papà… Mary Poppins!

E il ricordo più terribile? La perdita troppo precoce dei miei cari.

L’ultima volta che sei andata a teatro, cos’hai visto? Al teatro dei Conciatori, ma ero in scena col musicista Andrea Pelusi col recital “Omaggio a voi” per festeggiare e ricordare i miei primi 30 anni di teatro.

Racconta il tuo ultimo spettacolo: Le parole di Oriana in concerto-Omaggio a Fallaci. Il ritratto della grande scrittrice fiorentina, una signora dalla imprevedibile e sfaccettata personalità, raccontata esclusivamente con suoi brani, le sue musiche preferite eseguite al piano da Cristiana Pegoraro e immagini emozionanti elaborate dal videoartist Carlo Fatigoni.

Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo? Per conoscere davvero, senza preconcetti, una delle penne più importanti del ‘900 e pagine di storia profetiche. Last but not the least per la mia interpretazione dal vivo e non solo al cinema.

Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? Chiuso a clan sì, ma mai sentito parlare di corruzione. Almeno questo!

Come e dove ti vedi tra cinque anni? Come e dove costruirò per essere. Mi sforzo talmente di vivere e vedermi ‘qui ed ora’ che mi sembra inutile fantasticare.

maria Rosaria Omaggio3La cosa a cui nella vita non vorresti mai rinunciare. Alla salute… come dicevano anche Paola Borboni e Nino Manfredi.

Quella cosa di te che nessuno ha mai saputo (fino ad ora). Credo molte. Non abbiamo abbastanza spazio qui!

Piatto preferito: La pizza… ovunque e comunque… l’ho mangiata anche in Oriente!

Quanto conta la bellezza per un’attrice? Molto ma, nella ricerca di apprezzamenti per il talento e la bravura, da ragazzina puoi ritenerla un ostacolo. Aveva ragione Oscar Wilde scrivendo che «è l’unica virtù che non ha bisogno di spiegazioni».

C’è parità di trattamento nel teatro tra uomini e donne? No, come del resto in ogni campo. Se firmi una regia o un adattamento c’è sempre qualcuno che cerca di sapere chi ti ha aiutata.

Mai capitato di dover rifiutare un contratto? Ovviamente sì, ma anche di voler rifiutare.

Di lasciarti sfuggire un’occasione di lavoro e di pentirtene subito dopo? Ma certo!

Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare nel cinema? La domanda è al passato, quindi ipotetica? Allora potrei dire Bellissima di Luchino Visconti.

Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare in teatro? Donata Genzi di Trovarsi di Pirandello. Ma… i sogni son desideri… come canta Cenerentola.

Da chi vorresti essere diretta? Da un regista italiano giovane e talentuoso che scelga proprio me.

Tre doti che bisogna assolutamente possedere per poter fare l’attrice? La salute, la pazienza e la costanza.

Tre difetti che non bisogna assolutamente avere per poter fare questo mestiere. Un difetto trasformato può diventare una caratteristica che porta alla notorietà.

maria Rosaria Omaggio7Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse? Come diceva Flaiano: «Solo in teatro si ritrovano i simboli delle cose perdute di vista».

Gli alieni ti rapiscono e tu puoi esprimere un solo ultimo desiderio. Quale? Girare il film del rapimento e inviarlo sulla Terra con i miei saluti dal backstage.

La frase più romantica che ti sia capitato di dire in scena. «Sei tu il mio altro io, che colori la mia vita» di Shakespeare oppure «L’ho guardato e… m’è cascato el core dentro alle mutande» di Gigi Magni.

La frase più triste che ti sia toccato di dire in scena. A Maurizio Donadoni-Giasone, questa estate in Medea-variazione sul mito: «Non te lo perdono… non ti perdono».

Mai capitato di dimenticare una battuta? Che succede in questi casi? Se sei con altri colleghi, qualcuno ti soccorre, se si tratta di un monologo, salti e vai avanti.

Cosa vorresti che la gente ricordasse di te? Le emozioni vissute insieme.

Hai mai litigato con un regista per una questione di interpretazione del personaggio? No. Ci si parla prima di iniziare un lavoro, poi si discute per costruirlo, ma è quasi sempre una tensione feconda e creativa.

Se potessi svegliarti domani con una nuova dote, quale sceglieresti? L’orecchio assoluto, per poter suonare ogni strumento musicale.

Se potessi scoprire la verità su te stessa o sul tuo futuro, cosa vorresti sapere? Ogni giorno, ogni attimo, cerco di viverlo per “ricordarmi di me”. È l’unico reale compito della vita.

Se sapessi di dovere morire, che cosa cambieresti nella tua vita? Pensarlo è un utilissimo esercizio per non sprecare il tempo della propria vita.

Che cosa è troppo serio per scherzarci su? Il credo religioso.

Progetti futuri? A parte l’impegno teatrale di cui parlavo prima, un film in Spagna.

Un consiglio a una giovane donna che voglia fare l’attrice. Chiedersi se vuole solo diventare famosa e guadagnare o studiare tutta la vita.

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