Roberto Mussapi
Every beat of my heart, la poesia

Didone innamorata

L’arrivo di Enea a Cartagine, come l’irruzione del divino, «spezza il tetto della casa» della bella regina: qualcosa di potente e irreversibile sta accadendo, e lei lo comprende. Così si riaccende, con i versi di Virgilio, un fuoco inestinguibile…

L’Eneide fonda una mitologia dell’esilio, del ritorno, della memoria. Che genera una grande linea portante della poesia italiana, da Dante a Foscolo. Enea, l’eroe troiano, è un nobile della città sconfitta e combusta. Fugge alla ricerca di una nuova terra, su cui fondare un nuovo mondo. Non vaga intuizione, ma disegno divino, cifra fatale, vaticinio. Prima di approdare alle rive dell’Italia, sosta, stanco ma indomito, in quella che sarà Cartagine. È accolto e ospitato dalla regina, la bellissima Didone, vedova inconsolata per la perdita dell’amato giovane marito Sicheo. Le parole di Enea, il suo racconto, producono quello che gli Eurythmics cantarono nella onnipermeante The miracle of love, quello spossessante cambio di status che deriva dall’esperienza della poesia. Didone non vuole, non pensa, non desidera e non gradisce amare più nessuno: ma il racconto della lunga guerra persa, della fuga, delle pene, dell’esilio, il miracolo della voce di un eroe senza terra ove consistere, inseguente quella ancora ignota destinata dagli dei, le spezza e spalanca il cuore. Così come l’irruzione del divino, secondo Mircea Eliade, «spezza il tetto della casa».
Didone comprende che è accaduto qualcosa di potente e irreversibile. La loro tragica storia d’amore, culminata con la partenza clandestina, la fuga, di Enea, votato al suo compito, e il suicidio della bellissima regina, ha inizio in questi versi. Preambolo, causa, miccia, le parole di Enea, il racconto di sofferenza e sogno, la poesia. Che brucia l’ascoltatore e il poeta. Ma ha riacceso un fuoco, sin da allora, dal buio, dall’origine, inestinguibile.

 

 

Didone

Ma ormai la regina afflitta nutre una piaga nelle vene

e un fuoco chiuso la consuma.

Grande il valore dell’uomo, glorioso il suo nome,

infissi nel suo cuore il volto, le parole.

Il sonno non offre quiete alle sue membra.

L’aurora iniziava a illuminare la terra,

e aveva cacciato l’ombra dal cielo,

quando già pazza d’amore rivolta alla sorella le diceva:

«Anna, sorella, che incubo mi inchioda senza sonno!

Che ospite straordinario è venuto al palazzo,

che portamento, che forza, che animo!

E non ne dubito, è di stirpe divina:

la paura smaschera un’indole ignobile.

E che destino lo attende, che lunga guerra cantava!

Se non avessi fermo in me il dettame assoluto

di non legarmi a nessuno e farlo mio sposo,

da quando la morte mi tradì il primo amore,

se non odiassi il talamo nuziale,

forse a questa sola colpa potrei cedere.

Anna, te lo confesso, dopo la morte del mio sposo Sicheo,

e la strage fraterna che mi insanguina la casa,

lui solo mi ha scosso i sensi e fatto tremare il cuore.

Conosco i segni della fiamma antica».

Virgilio

(Dall’Eneide, traduzione di Roberto Mussapi. Il brano è pubblicato nel libro The conversation of voices – Algra editore – di Roberto Mussapi, che giovedì prossimo 28 gennaio a Milano leggerà brani tratti dal volume presso lo studio della pittrice Teresa Maresca, collaboratrice di Succedeoggi, nonché autrice del dipinto ispirato a Whitman che illustra ogni sabato questa rubrica. In via Calamatta 9 alle 18,30)

 

 

 

 

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