Pier Mario Fasanotti
Consigli per gli acquisti (di Natale)

I gialli di Natale

Vintage come Rex Stout o Massimo Carlotto, nuovi come Oliver Potzsch, Glenn Cooper, nuovissimi come Francesco Caringella: ecco qualche regalo sicuro

La vendetta. È senza dubbio uno dei migliori gialli storici di quest’ultimo periodo. L’autore, il bavarese Oliver Potzsch ambienta la sua storia nella seconda metà Del Seicento e narra le peripezie di un personaggio singolare, tra vendette, bugie, superstizioni, torture. Il libro s’intitola La figlia del boia e il re dei mendicanti (Neri Pozza, 478 pag., 18 euro) e narra appunto della trappola in cui è caduto il boia Kuis, uomo mite e intelligente con un passato da mercenario. Questi lascia un piccolo borgo, attraversa il Danubio e si reca a Ratisbona, sede imperiale. Lo spostamento è motivato dalla lettura di una lettera, che sarebbe stata scritta dal cognato («Vieni subito, tua sorella sta male»).

Oliver Potzsch La figlia del boia e il re dei mendicantiKuis viene accusato di una catena di delitti. Si difende, muovendosi in un ginepraio popolato da massoni, maestri di Gilde e giudici miopi. Alla fine sarà scagionato e tornerà dalla sua famiglia. L’autore tiene saldamente in mano sia la trama sia il contesto storico. Una curiosità: Oliver Potzsch, l’autore, è discendente da una dinastia di boia durata oltre 300 anni.

Glenn Cooper L’invasione delle tenebreI portali. Una volta raggiunta la fama internazionale con Il libro dei morti, il versatile Glenn Cooper continua a mischiare suspence e ultraterreno. Stavolta, con L’invasione delle tenebre (Nord edizioni, 475 pag., 19,90 euro), l’autore americano parte da un dato sconcertante: si aprono i nodi temporali, detti anche portali, e si collegano, in un contesto medievale, città dello stesso nome. Erranti, fecce della società, assassini e malfattori d’ogni genere attraversano i varchi e invadono il nostro presente. Per rimediare, i nostri contemporanei formano tre squadre speciali cui viene dato l’incarico di riportare nel mondo attuale una scolaresca e alcuni scienziati finiti per strane ragioni “dall’altra parta”, in un luogo chiamato “inferno” abitato da persone senza vita. Varca il portale anche Enrico VIII. Questi viene portato al cospetto della regina Elisabetta e in questa occasione si rammarica per il fatto che sul trono non sieda un discendente dei Tudors. Intanto si spingono verso Londra migliaia di personaggi poco raccomandabili, intenzionati a prendere possesso della città.

Rex Stout I ragni d’oroIl ragazzo. Meritoriamente la casa editrice Beat (gruppo Neri Pozza) continua a mandare in libreria i romanzi di Rex Stout, inventore del bizzarro investigatore privato Nero Wolfe, detto “il ciccione” (lui sa del nomignolo, ma se ne frega). Dicevamo “meritoria”, l’iniziativa. Sì, perché tra tanti polizieschi in circolazione molti non sono all’altezza di quelli considerati classici. Come appunto quelli di Nero Wolf, pignolo, petulante, amante della buona tavola e della coltivazione delle orchidee piazzate al piano alto del suo appartamento newyorkese, situato in una casa costruita con l’arenaria. Woolfe, pur intriso di manie e fisssazioni a tal punto che uno psichiatra potrebbe tranquillamente classificarlo tra gli psicopatici, è comunque un personaggio letterario di grande fascino. Nell’ultima avventura edita dalla Beat (I ragni d’oro, 191 pag., 9 euro), il ciccione sedentario dà credito a un dodicenne lavavetri (ecco il lato “buono” dell’investigatore) che racconta di un uomo dalla faccia da farabutto che minaccia con la pistola una donna con gli orecchini dorati a forma di ragno ( di qui il titolo). Le cose precipitano e l’inchiesta di Wolfe si fa complicata. Altro non si deve dire, ovviamente. Se non che la casa editrice ha creato un cofanetto Nero Wolf (22 euro) che comprende questi titoli: Fer-de-lance; Orchidee nere; Non abbastanza morta. Sono letture “sicure”, come capita con il Maigret di Simenon. Vantaggio di leggere, o rileggere, i classici.

Francesco Caringella Dieci minuti per uccidereFamiglia. Una bella sorpresa giallistica viene da Bari. Si chiama Francesco Caringella, barese, prima nelle forze dell’ordine, poi magistrato penale e infine Consigliere di Stato. Inevitabile l’accostamento con Gianfranco Carofiglio, i cui ultimi libri, a mio parere, soffrono di troppa disinvoltura a tal punto che l’autore, inizialmente cristallino, inciampa troppo spesso in ciò che sa e in ciò che vorrebbe spiegare al mondo intero. Caringella ha costruito una trilogia che, per la complessità dei rapporti familiari, ricorda Agatha Christie. L’ultimo della serie è i Dieci minuti per uccidere (edito da Newton&Compton, 256 pag., 9,90 euro).  Classico l’incipit: un uomo, Antonio De Santis, è riverso sul pavimento della sua abitazione. Morirà, appunto, in una decina di minuti, il tempo necessario per ricordare la sua vicenda familiare, prima felice e poi, in occasione della vendita della sua azienda, gradualmente infelice. Se prima la moglie Alexandra, svedese, era un modello femminile inviabile, poi si allontana. Stesso distacco, stavolta emotivo, dei figli Davide e Virna. Antonio scorre ricordi dolci e strazianti di un viaggio in auto: «Il mondo mi sorrideva: la mano della donna della mia vita sul collo, i miei figli allineati sul sedile posteriore dell’auto. Le turbolenze dei ragazzi mi sembravano capricci meravigliosi. Mi sentivo leggero, quel tredici luglio. Ero invulnerabile, come tutte le persone felici». L’Antonio morente sa bene da chi è stato colpito e s’arrovella per entrare nella testa del suo carnefice.

Massimo Carlotto La banda degli amantiI duri. Massimo Carlotto, a partire da Il fuggiasco ha scritto buoni libri. Ora, ne La banda degli amanti (e/o editore, 195 pag., 15 euro), dà prova di ripetizione, sempre sulla scia del noir anni Cinquanta, con un linguaggio che francamente, anche se  ben riprodotto, risulta stucchevole. Movimenti, gesti e parole che altri autori hanno maneggiato senza il rischio dell’imitazione a tutti i costi. Ne citiamo solo tre, a titolo di esempio: i francesi Manchette e Izzo, e il brillantissimo italiano Fusco. Qualche esempio: «Il tempo scivolò sulle nostre vite senza che noi ce ne accorgessimo»; «Non c’era modo di aggiustare la faccenda senza pagare una parte del conto ma quel guanto glielo avrei infilato nel culo. Anche loro stavano commettendo un errore sottovalutandomi»; «Il ciccione aveva una relazione difficile con quello che era stato un tempo»; «Aveva un modo elegante di camminare che però castigava il movimento del sedere. Mi convinsi che era tutta colpa delle suore del collegio dove la riccona aveva certamente studiato». I collezionisti del giallo-blues apprezzeranno senza dubbio questo romanzo vintage.

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