Angela Di Maso
Ritratto d'artista

Teatro senza pubblico

«In Italia non ci sono più spettatori, si credono tutti attori: siamo stati avvelenati da Berlusconi». Parla Matteo Bavera, regista e direttore del Teatro Garibaldi di Palermo

Nome e cognome: Matteo Bavera.

Professione: Direttore artistico del Teatro Garibaldi di Palermo.

Età: 60.

Da bambino sognavi di diventare un regista teatrale? Calciatore.

Cosa significa costruire regie e dirigere gli attori? Aver paura degli attori.

Il tuo film preferito? L’oro di Napoli; tutto De Sica. Oggi, tutto Kitano.

Matteo Bavera1Il tuo spettacolo teatrale preferito? (Fatto da te o da altri) Il primo L’opera da tre soldi di Strehler, l’ultimo I francesi di Warlikowski. In mezzo Carmelo Bene, Leo De Berardinis e Kantor.

Hai lavorato con grandi attori. Cosa t’hanno dato e chi ricordi con più affetto? Carmelo Bene mi ha insegnato la maturità teatrale, a non essere succube del sistema teatrale italiano e tante, ma tantissime risate…

Qual è il regista da cui hai imparato di più? Carmelo Bene.

Il libro sul comò: Tutto Camus.

La canzone che ti rappresenta: Cortigiani vil razza dannata dal Rigoletto di Verdi.

Prosecco o champagne? Un prosecco che ho bevuto tanti anni fa a Pavia, ma solo quello!

Il primo amore, lo ricordi? Sì.

Il primo bacio: rivelazione o delusione? Rivelazione del piacere.

Strategia di conquista: qual è la tua? Indovinare i desideri dell’altra.

Categorie umane che non ti piacciono? Politici e Teatranti a volte sono uguali.

Cosa significa invecchiare? Andarmene nella mia casa di Sant’Agata di Militello in provincia di Messina dove sono nato.

Il sesso nobilita l’amore o viceversa? Il sesso nobilita.

Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? Gli opposti.

Costretto a scegliere: regista di prosa o di cinema? Prosa.

Casa di bambola o Natale in casa CupielloMia figlia si chiama Nora.

Shakespeare o Beckett? Entrambi.

Matteo Bavera3Com’è cambiato il teatro dalla metà degli anni ’70 ad oggi? Prima c’era una comunità che interessava il Paese oggi nulla neppure gli individui. Anche se pochi individui sono fondamentali.

L’ultima volta che sei andato a teatro, cos’ha visto?I Francesi e Accattone alla Ruhr Triennale.

Racconta il tuo ultimo lavoro: Una miniatura su Franco Scaldati con l’ultimo dei suoi interpreti, contro la mistificazione.

Perché il pubblico dovrebbe vederlo? Il pubblico non c’è più!

Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? Il mondo del teatro è troppo fragile dunque può essere stupidamente e narcisisticamente corrotto.

Come e dove ti vedi tra venti anni?A Sant’Agata.

La cosa a cui nella vita non vorresti mai rinunciare. Dire quel che penso soprattutto sul teatro che vedo.

Quella cosa di te che nessuno ha mai saputo (fino ad ora). Non ci tengo sia pubblica. Chi mi conosce sa.

Piatto preferito: La carne del mio macellaio poeta Emanuele Cottone cucinata da lui e dai suoi figli in macelleria.

La morte: paura o liberazione? Ho imparato la necessità della morte da mia nonna 99 enne.

C’è parità di trattamento nel teatro tra uomini e donne? No.

Mai capitato di dover rifiutare un contratto? Tante volte.

Di lasciarsi sfuggire un’occasione di lavoro e di pentirsene subito dopo? No.

Cos’è un attore? Attori ce ne sono pochi: Carmelo, Leo, Santuccio, Gianni Agus, Carlo Cecchi, le marionette di Kantor, i mostri polacchi di Warlikowski e Lupa, alcuni tedeschi, quei pochi che c’erano durante la mia vita io li ho visti e amati tutti! Gente che non ha interruzione tra vita e arte.

Meglio essere: felice, sereno o contento? Sereno.

Gli attori dimenticano le battute: condannati o graziati? Le battute vanno sempre dimenticate e trovate se capite.

Cosa rappresenta per te il pubblico? In Italia non c’è più, si credono tutti attori come ha avvelenato Berlusconi. Adoro il pubblico polacco, tedesco e parigino, lì c’è una società dunque il teatro e il pubblico.

Tre difetti che non bisogna assolutamente avere per poter fare il regista. Ignoranza, presunzione, volgarità.

Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse?All’umanità italiana niente!

Gli alieni ti rapiscono e puoi esprimere un solo ultimo desiderio. Quale? Aprire un teatro su Marte con attori marziani e fare Amleto.

La frase più romantica che tu abbia mai ascoltato in scena. «Un ultimo casto bacio» tra Albertine e Proust di Warlikowski.

La frase più triste che ti sia toccato di sentire in scena. I Verbali dei processi a Dreyfus nei Francesi del suddetto Warlikowski, estratti uno a uno dalle tasche del cappotto di un vecchio attore polacco.

Matteo Bavera4Gli attori vanno guidati o lasciati ai loro istinti? Le due cose, se non sono geni. Se lo sono, sanno cosa fare.

Cosa vorresti che la gente ricordasse di te? L’intransigenza, ma già se la ricordano.

Hai mai litigato con un attore/trice per una questione di interpretazione del personaggio? Una sola volta.

Hai mai litigato con un produttore per una questione di soldi? Con me stesso, sempre.

Se potessi svegliarti domani con una nuova dote, quale sceglieresti? Danzare.

Se potessi scoprire la verità su te stesso o sul tuo futuro, cosa vorresti sapere. Niente, meno so meglio mi sento.

Se sapessi di dovere morire, che cosa cambieresti nella tua vita? Niente.

Che cosa è troppo serio per scherzarci su? Nulla.

Progetti futuri? Ritirami nell’anno in corso dalle scene italiote.

Un consiglio a un giovane che voglia fare questo mestiere. Sia pronto al fallimento.

 

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