Angela Di Maso
Ritratto d'artista

Una passione teatrale

«Mi piace lasciarmi attraversare dall’esperienza che prendo in considerazione e condividerla con gli umani caduti su questo pianeta»: il teatro di Danio Manfredini

Nome e cognome: Danio Manfredini.

Professione:Attore e regista teatrale.

Età: 58 anni.

Da bambino sognavi di fare l’attore?No.

Cosa significa per te recitare? Essere uno strumento di conoscenza. Lasciarmi attraversare dall’esperienza che prendo in considerazione e condividerla con gli umani caduti su questo pianeta.

Il tuo film preferito? Difficile tra i tanti sceglierne uno. Ne segnalo qualcuno: Lo specchio di Tarkowki, Un anno con 13 lune di Fassbinder, A qualcuno piace caldo

Il tuo spettacolo teatrale preferito? (Fatto da te o da altri) La classe morta di Kantor e Cafè Muller di Pina Baush.

Qual è l’attore da cui hai imparato di più? Iben Rasmussen.

Qual è il regista da cui hai imparato di più? Non saprei…

Danio Manfredini3Il libro sul comò: Dici quello che per caso c’è adesso? Alì dagli occhi azzurri di Pasolini.

La canzone che ti rappresenta: Forse… Povero me di De Gregori o If it be your will di Cohen

Prosecco o champagne?Champagne (ma non amo bere).

Il primo amore, lo ricordi? Sì.

Il primo bacio: rivelazione o delusione? Rivelazione.

Strategia di conquista: Qual è la tua? Cercare di stare alla larga (infatti non conquisto).

Categorie umane che non ti piacciono? Parecchie.

Classifica per sedurre: bellezza, ricchezza, cervello, humour? Mi seduce la bellezza.

Il sesso nobilita l’amore? O viceversa? Direi che se sono insieme è il top.

Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? Elogio degli opposti.

Costretto a scegliere: teatro o canto?Teatro.

Amleto Krapp?Amleto.

Shakespeare o Pirandello? Shakespeare.

Sinatra o Yves Montand? Non li conosco abbastanza bene.

L’ultima volta che sei andato a teatro, cos’ha visto?Bisio in  Father and son.

Racconta il tuo ultimo spettacolo: Vocazione. Tratta dell’attore di teatro. Da una raccolta di testi del repertorio teatrale ho estratto frammenti che vanno a tracciare la parabola che può compiere un attore di teatro: l’inizio della sua vocazione, gli scoraggiamenti, le rabbie, riprese, tendenze suicide, impazzimenti, vita personale, declino e addio alle scene.

Danio Manfredini2Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo? Parlo dello specifico del mio mestiere, ma gli stati d’animo che attraverso sono riscontrabili in chiunque si relazioni ad un mestiere con passione.

Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? Secondo me, certi territori sono molto marci e altri ancora molto puri (i più giovani).

Come e dove ti vedi tra venti anni?Morto.

La cosa a cui nella vita non vorresti mai rinunciare.Bere acqua.

Quella cosa di te che nessuno ha mai saputo (fino ad ora).Potrei essere fedele.

Piatto preferito: Insalata.

La morte: paura o liberazione? Paura e liberazione.

C’è parità di trattamento nel teatro tra uomini e donne?Non sempre.

Danio Manfredini5Mai capitato di dover rifiutare un contratto?Sì.

Di lasciarti sfuggire un’occasione di lavoro e di pentirtene subito dopo?No.

Chi vorresti componesse una canzone per te? Italiano De Gregori. Straniero Dylan (punto in alto)!

Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare in teatro? Amanda, la madre di Tom ne Lo zoo di vetro.

Da chi avresti voluto o ameresti farti dirigere? Bacon o Giacometti.

Tre doti che bisogna assolutamente possedere per poter fare l’attore. Pazienza, senso di sacrificio. Passione.

Meglio essere: sereni, contenti o felici? A poter scegliere sceglierei l’utopia: felici.

Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse?Mancherebbe la possibilità di mischiare in una stessa sala materia psichica fatta di invisibile, di cui gli attori si fanno tramite ma il pubblico fa da amplificatore.

Danio Manfredini4Gli alieni ti rapiscono e tu può esprimere un solo ultimo desiderio. Quale?Morire abbracciato all’essere umano che amo.

La frase più romantica che ti sia capitato di recitare o declamare. «Ah se questa carne troppo troppo solida si potesse sciogliere e risolvere in rugiada…».

La frase più triste che ti sia toccato di recitare o declamare.  «Il suicida vuole la vita, è scontento solo delle condizioni che gliel’hanno resa insostenibile».

Dimentichi le battute: condannato o graziato? Graziato.

Cosa vorresti che la gente ricordasse di te?Emozioni condivise.

Il tuo ricordo teatrale più bello. Quelle rare volte che la gente alla fine dello spettacolo si è alzata tutta in piedi ad applaudire perché era successo qualcosa di speciale.

Hai mai litigato con un produttore per una questione di soldi?Sì.

Progetti futuri? Esco tra poco con un disco di inediti che ho scritto in collaborazione con Cristina Pavarotti e Massimo Neri, Vivi per niente. Sto scrivendo per un film.

Un consiglio a un giovane che voglia fare l’attore.Imparare a stare nella merda senza andare i paranoia.

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