Roberto Mussapi
Every beat of my heart, la poesia

Properzio & Elvis

Ancora il sommo poeta dell’età di Augusto, che ha rivoluzionato la poesia lirica fondendola con il genere epistolare. Le sue lettere a Cinzia diventano soffio d’amore. Anticipando Presley e la sua “Love letters” …

I lettori di succedeoggi hanno già incontrato in questa rubrica i versi di Properzio, uno dei grandi poeti dell’età di Augusto. Che rivoluziona la poesia lirica, fondendo il genere con quello epistolare. Ogni poesia è una lettera, quasi sempre all’amata Cinzia, a volte ad amici, ma sempre parlando di Cinzia. Un libro straordinario che trasforma il senso stesso dell’epistola: mentre la poesia lirica si dichiara esplicita esternazione d’amore, voce del poeta all’amato, soffio del poeta alla realtà, l’epistola, la lettera, perde il suo puro senso originario di messaggio, comunicazione. Si arricchisce di senso, divenendo anche soffio d’amore. Properzio fonda un genere, celebra la futura tradizione dell’epistolario amoroso. Anticipa anche il grande Elvis, con la sua Love letters, ripresa poi, magistralmente, dagli anni Ottanta a oggi, da Allison Moyet.
Qui la lettera d’amore è inviata a una donna che in una località di villeggiatura, al mare, sta dimenticando, secondo il poeta, l’amore e il vincolo che la lega. Il mare, pur in una situazione domestica, si manifesta prodigiosamente come il regno della perdita, della distanza, dell’immemoriale.

 

Properzio e Cinzia

Mentre ti attardi, Cinzia, nel bel mezzo di Baia,
col suo sentiero sulla spiaggia sacra a Ercole,
mentre contempli il mare che fu del regno di Tesproto
e bagna le nobili rive di Misero, ti vengo in mente io
io che passo le notti a ricordarti?
Rimane un angolo per me nel tuo amore sfinito?
O forse un altro non so chi fingendo amore
ti ha portata via da me, dai miei versi?
Vorrei che una piccola barca affidata a piccoli remi
ti trattenesse sul lago Lucrino,
o un’acqua limpida cedevole al moto delle mani
t’imprigionasse nell’onda dolce del Teatrante…
non lì distesa languidamente su una spiaggia silente
a ascoltare i blandi sussurri di un altro uomo
come fa una donna quando è lontano il custode,
sprezzando i sacri legami.
Conosco la tua reputazione a lungo provata,
ma in questi casi ogni amore trema.
Se questi versi ti rattristeranno, perdonami:
la colpa sarà della paura.
Avrei più cura per una madre amata?
Senza di te avrebbe alcun senso la mia vita?
Tu mia unica casa, tu genitori, padre e madre,
tu sei in ogni istante della mia gioia.
Che vada incontro agli amici triste, o felice,
nell’un caso o nell’altro Cinzia sarà la causa.
Ma tu abbandona al più presto la corrotta baia,
la spiaggia che mandò in rovina tanti amori,
la riva avversa alle donne fedeli:
spariscano Baia e le sue acque, oltraggio all’amore!

(Da “Poesie a Cinzia”, Feltrinelli, a cura di Roberto Mussapi. Traduzione di Roberto Mussapi)

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