Roberto Mussapi
Every beat of my heart, la poesia

L’attesa di Prometeo

Giulio Guidorizzi è un importante grecista, profondo conoscitore dell’anima poetica tanto da saperla interpretare con maestria. Come questi versi, dedicati a un dio che amava troppo gli umani, dimostrano…

Giulio Guidorizzi non è, ufficialmente, un poeta. È un importante grecista. Ma, come accade a alcuni talenti versati nella critica, o nella storia della letteratura, è un interprete e un suggeritore dell’anima poetica. Anche Piero Boitani non è poeta. Ma nel suo comparatismo che supera il talento, che rivela intuizione, Boitani svela la dimensione poetica del mondo, nel suo caso da Dante a Shakespeare ai contemporanei. Saggisti che dicono sulla poesia molto più di tanti autori di versi.
Guidorizzi scrive libri fondamentali sul sogno nel mondo greco, sulla magia. La poesia non regge solo sui poeti ma sui loro complici. Similmente a Kereny, a Vernant, Guidorizzi ci butta nel nucleo tragico e immaginifico della realtà poetica. In questo caso il lettore di Succedeoggi può percepire un’autentica poesia del maestro di pensiero e magia. Prometeo, il dio che Eschilo rende immortale nella sua tragedia, colui che si ribella al cieco ordine di Zeus per amore dell’uomo. È punito, inchiodato a una rupe sul mare della deserta Scizia. Inutili le pietose consolanti parole delle Oceanine (che Luca Ronconi rese memorabili in una sua versione della tragedia eschilea).
Asciutto nei versi come un antico lirico o un montaliano non nichilista, Guidorizzi rappresenta il supplizio del dio – secondo la mia lettura precristico – troppo amante degli umani. Sospeso, attende. Attorno ruotano i poli notturni, l’universo astrale compie il suo giro, cieco, Prometeo è fissato, immobile. Il cielo è vuoto. Colpo d’ala del poeta Guidorizzi: forse Zeus si è soltanto dimenticato di colui che ha donato il fuoco a noi umani. O forse ne ha avuto pietà, obliando. Non è, Zeus, un dio misericordioso. Forse è avvenuto qualcosa che ha cancellato anche lui e il suo Olimpo di dei. Prometeo è l’uomo, abbandonato da quel mondo divino. La sua pena è aspettare. Beckett, Aspettando Godot. Situazione primordiale, con un’attesa piena di tensione e dolore, stoica.

 

Guidorizzi

La pena di Prometeo

Sospeso alla rupe del Caucaso
tra pietre infocate
e nevi che sfidano il sole
nel silenzio del cielo nemico
Prometeo attende che l’aquila arrivi.
Ruotano i poli notturni
l’Orsa, le Pleiadi
sulla sua nobile testa
le stelle compiono il giro
poi la rosea mano dell’alba
riapre l’orizzonte,
e un’altra notte è passata.
Il cielo è vuoto, l’aquila non c’è
anche oggi la sua ombra nera
non poserà sul fianco del titano
con il fremito possente delle ali.

Forse, Zeus s’è dimenticato del ribelle
o ne avuto pietà
oppure il circolo infinito del tempo
ha cancellato persino gli dèi.
Forse la pena è aspettare.

Giulio Guidorizzi

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